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  1. #1526
    L'Onesto
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    Predefinito Re: Il prossimo Presidente della Repubblica

    Io volevo il Mago Forrest come PdR, come seconda scelta il truzzo di Gilez

  2. #1527
    Suprema Borga Imperiale L'avatar di MrVermont
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    Predefinito Re: Il prossimo Presidente della Repubblica

    Citazione Originariamente Scritto da Icewolf Visualizza Messaggio
    Impossibile accusare Grillo di Alto Tradimento (uh, addirittura!). E' un cittadino senza cariche che dice solo quello che pensa, non ha tradito il suo Paese diffondendo notizie riservate, passando piani al nemico o tradendo le istituzioni che rappresenta TIPO TRATTARE CON I MAFIOSI.
    Fixed

  3. #1528
    Il Nonno L'avatar di Edward Green
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    Predefinito Re: Il prossimo Presidente della Repubblica

    Edit sbagliato a postare.
    Ultima modifica di Edward Green; 24-04-13 alle 20:28:30

  4. #1529
    D3luX
    ospite

    Predefinito Re: Il prossimo Presidente della Repubblica

    alto tradimento

  5. #1530
    Vitor
    ospite

    Predefinito Re: Il prossimo Presidente della Repubblica


  6. #1531
    Il Nonno L'avatar di Lord Derfel Cadarn
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    Predefinito Re: Il prossimo Presidente della Repubblica

    nappy spompo, l'allenatore ha chiamato il sostituto dalla panchina per il riscaldamento:

    Spoiler:

    Napolitano, vacilla la ‘monarchia di Re Giorgio’?

    di Paolo Becchi | 11 novembre 2014



    Un giornalista di indubbio talento annuncia su La Repubblica la fine del regno di Re Giorgio, indicando di fatto persino il giorno: l’ultimo dell’ anno. E già parte il totoscommesse per individuare il successore (pardon, forse la successora), tanto che il Re è persino costretto ad intervenire per chiarire che, insomma, sarà pur sempre lui a decidere giorno e ora.
    Certo, l’uomo, sulla soglia dei novant’anni è stanco, ma la mente – come ha mostrato l’interrogatorio con i magistrati – è lucidissima. Perché dorrebbe far calare il sipario ora? Che davvero si possa permettere di passare il testimone senza aver a pieno adempiuto alla sua missione, quella di vedere approvate le riforme costituzionali o almeno la legge elettorale, vanitoso come è? Diciamolo con franchezza: sarebbe una fine ingloriosa, certo giustificata agli occhi dell’opinione pubblica ma non ai suoi.
    Ecco perché penso che Napolitano non abdicherà prima di aver visto approvata almeno la legge elettorale. Forse quello che è successo può essere interpretato come un invito a fare presto, e Renzi ha tutto l’interesse ad assecondarlo. Renzi si trova nella condizione migliore per sfruttare l’occasione offerta dalla disponibilità da parte di Grillo e raggiungere da una posizione di forza l’accordo con Berlusconi. Un accordo che inevitabilmente riguarderà anche la successione al Quirinale. Se Berlusconi dovesse tirare troppo la corda, ora Renzi ha un’alternativa: Grillo, disponibile per un accordo sulla legge elettorale (che certo il M5S dovrà ratificare in rete, ma 15.000 votanti, come con la Sciarra, si troveranno sempre senza problemi…). Per le “Quirinarie” forse non ci sarà neppure bisogno di rifarle, basterà riprendere quelle precedenti e risalire a Romano Prodi (che avendo dichiarato di non essere più disponibile non aspetta altro in realtà che riprendersi la rivincita). Re Giorgio sarebbe anche d’accordo, il suo candidato, Amato, non ha nessuna chance.
    Ma il nome di Prodi comporterebbe le esequie di Berlusconi e il giovane Renzi si troverebbe una figura che gli farebbe ombra. Meglio un personaggio insignificante, che si limiti ad un ruolo ancillare rispetto a Renzi.
    Insomma, Renzi può giocare la sua partita come vuole: sarà lui a guidare le danze e se nessuno vorrà ballare, allora non gli resteranno che le elezioni politiche anticipate. Ma, ecco questo è ciò che Re Giorgio non concederà mai: fosse messo alle strette allora sì che non gli resterà altro che la carta delle dimissioni. E allora liberi tutti, perché nella lotta di tutti contro tutti sarà ben difficile trovare un Presidente per tutti gli italiani.



    --------------------------------------------------------



    Bce: FT gioca pesante con Draghi-leaks


    Gianni Credit



    mercoledì 12 novembre 2014

    Ieri alle 4:35 pomeridiane ora di Londra, il Financial Times ha fatto risuonare la campana - non inattesa ma pur sempre sinistra - dei “Draghi-leaks”. Letteralmente: “Draghi’s Ecb management: the leaked Geithner files” è il titolo di un lungo post firmato da Peter Spiegel sul BrusselsBlog, l’osservatorio online del quotidiano della City su tutto quanto avviene nell’Ue. Proprio in questi giorni, dunque, FT è venuto in possesso delle minute delle interviste preparatorie a “Stress test”, il libro di memorie pubblicato lo scorso maggio dall’ex segretario al Tesoro americano Tim Geithner.
    L’ex capo della Fed di New York ai tempi del crac Lehman - ripescato da Barack Obama appena eletto alla Casa Bianca per cavalcare l’immediato dopo-crisi - è stato un insider privilegiato della lunga crisi dell’euro, fra Grecia e Italia: uno “stress” finanziario e politico contro il quale il presidente italiano della Bce si risolse a puntare il suo personale bazooka il 25 luglio 2012. “La Bce farà whatever it takes, tutto quanto servirà per difendere l’euro”. Un’affermazione “totalmente improvvisata”, secondo Geithner, che nei suoi ricordi (inizialmente appuntati ma poi non pubblicati) dice: “Le cose peggiorarono drammaticamente in Europa durante l’estate e spinsero Draghi a dire quelle cose che io non avrei mai scritto, ma lui decise di farlo a braccio. Era a un meeting di banchieri e gestori di hedge fund e lui era molto allarmato da come fossero convinti che l’Europa fosse prossima alla fine. Così mise assieme un sacco di frasi tipo whatever it takes. Ridicolo” . Geithner rincara la dose: “Andai poi a vedere Draghi e, a quel punto, non aveva alcun piano. Aveva buttato lì nient’altro che una frase. Ma quelli la presero per buona”.
    Naturalmente nei “leaks” c’è parecchio altro: a cominciare da annotazioni - assai più ruvide di quelle poi messe in bella copia - sulle pressioni da parte di Germania e Francia, nell’estate 2011, per l’estromissione di Silvio Berlusconi dalla guida del governo italiano. Ma il Cavaliere, in ritiro più o meno bueno o forzato, interessa ormai poco la City. Invece l’escalation di tensione fra Draghi e i banchieri centrali dell’Europa centrosettentrionale è “il” tema: e rischia di diventarlo sempre di più via via che i mercati - che attraverso FT parlano - gettano benzina sul fuoco. Tanto più che - in modo sottile - la questione sostanziale dell’avvio di un vero Quantitative easing nell’eurozona viene spostata sullo “stile di conduzione” di Draghi “fatto più di esternazioni improvvisate che di consultazioni con gli altri membri del consiglio”.
    Ma perché i commentatori anglosassoni accendono luci tutt’altro che favorevoli sul “loro” banchiere centrale, sull’ex top manager della Goldman Sachs spinto a gran voce dai mercati prima alla guida della Banca d’Italia, poi di quella d’Europa? Perché accusare di improvvisazione - se non di dilettantismo - il banchiere centrale che vorrebbe replicare in Europa gli stimoli monetari con cui la Fed ha abbondantemente innaffiato la ripresa economica negli Usa ma soprattutto il rilancio di Wall Street? Ci sbaglieremo, ma l’ansia di riportare nell’eurozona un’instabilità strutturalmente “benefica” per chi realizza profitti sulle oscillazioni dei mercati è troppo forte.Diamo per scontata, ovviamente, la costante, quasi idiosincrasica preoccupazione anglo-americana di “contenere” l’Europa germanocentrica: una preoccupazione che risente anche del pessimo sangue che corre in queste settimane fra il cancelliere tedesco Angela Merkel e il premier britannico David Cameron. Forse i Draghi-leaks non seguono a ruota i ben più imbarazzanti Lux-leaks che hanno già azzoppato Jean-Claude Juncker, neo-leader dell’Ue imposto dalla Germania? Nessuno sa se e quando Juncker dovrà forse dimettersi. Nessuno sa se e quando un ennesimo incidente in Bce farà forse titolare a FT: ”Will Mr Draghi have to go?”, la stessa formula usata dallo stesso giornale nel 1962, tre mesi prima che il presidente dell’Eni, Enrico Mattei, perisse in un incidente aereo tuttora oscuro.
    Il destino prevedibile di Draghi sarebbe fortunatamente differente, ma prevedibilmente diverso da una giubilazione pura e semplice: da un sacrificio personale sull’altare della propria intelligenza economica. Sul Sussidiario abbiamo già messo nel novero dei pronostici la possibilità che sia l’economista romano il successore di Giorgio Napolitano al Quirinale. E che possa formare con il premier Matteo Renzi un ticket politico che funga da spina nel fianco della Merkel assai più di quanto possa fare il tecnocrate Draghi a Francoforte o il giovane premier democrat Renzi da solo a Roma. I mercati, forse, non hanno perso la fiducia in un personaggio come Draghi. Lo vogliono altrove.


    © Riproduzione riservata.







    Ultima modifica di Lord Derfel Cadarn; 12-11-14 alle 16:47:00

  7. #1532
    Banned
    Data Registrazione
    15-06-11
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    12,905

    Predefinito Re: Il prossimo Presidente della Repubblica

    prodi, amato, mammamia il cuore, la pressione, non credo di potercela fare.

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