Quote:
Ora, parlando seriamente, si tratta senza dubbio di un disco migliore di Train of Master of Thought Puppets... anche se la maggior parte dei fans recentemente acquisiti dalla band americana non sarà probabilmente della stessa opinione.
Personalmente, dopo il penultimo album si poteva solo migliorare, anche se francamente pensavo che la strada intrapresa dal quintetto sarebbe stata diversa.
Octavarium è, effettivamente, un bel disco con un solo principale
problema: probabilmente si tratta di uno dei più grandi plagi della storia della musica rock.
Si parte con The Root of All Evil, dove i cinque riprendono ancora una volta la storia da alcolizzato di "Ciccio" Portnoy e ovviamente i temi musicali dei due precedenti brani dedicati all'argomento. E' il pezzo che più si avvicina alle sonorità del disco precedente, e se devo dire la verità mi aveva già fatto venir voglia di cambiare disco...
The Answer Lies Within, dal canto suo, è una ballata loffia come se ne sono viste negli ultimi dischi dei Dream Theater (Vacant, ad esempio) che provoca l'immediata pressione del tasto skip sul lettore cd (almeno a me... poi magari qualcuno se ne uscirà dicendo che è l'unica traccia bella del disco e allora pace).
These Walls è il primo pezzo decente, anche se non aggiunge niente di nuovo, eccezion fatta per una certa influenza "linkinparkiana" (ORRORE!)nelle chitarre. Portnoy vince il premio per la coerenza: sono 15 anni che suona uguale a se stesso.
I Walk Beside You è effettivamente spiazzante: da quando i Dream Theater progettano di andare al Festivalbar? Oltretutto, si tratta del primo scopiazzamento palese: tolto qualche cliche dreamtheateriano, questo potrebbe essere tranquillamente un pezzo degli U2. Anche Panic Attack è uno scopiazzamento palese, anche se in questo caso da due fonti, entrambi subito riconoscibili. Una sono i Muse, dai quali la song prende in prestito il modo di cantare e una tastiera con arpeggiator che puzza decisamente di già sentito. L'altra sono i Dream Theater stessi: 3-4 passaggi sembrano presi "copia e incolla" da altre canzoni passate della band. E non venitemi a dire che anche questa fa parte di una suite...
Never Enough, invece, ancora più di Panic Attack assomiglia ad un pezzo di Bellamy e soci: aridaje con l'arpeggiatore sulla tastiera, aridaje con LaBrie che tenta in ogni modo di cantare in modo "sofferente".Sacrificed Sons è un bel pezzo, anche se un po sui generis, che risente però di una coda strumentale noiosa all'inverosimile (caratteristica che accomunava tutte le tracce del precedente lavoro, a dire la verità). E arriviamo al pezzo forte... una suite di 24 minuti, la title track, il
pezzo "prog" che i Dream Theater promettevano da un anno.
I primi tre minuti passano nello sconcerto, mentre cerco di capire per quale motivo ho inconsciamente cambiato cd: ma questa non è Shine on you crazy diamond? Ferma tutto... fammi controllare...
Le cose sono due... o si sono sbagliati a masterizzare il disco o qui c'è qualcosa che non va. Vabbè, andiamo avanti...
Dopo un pezzo vocale parecchio lungo con basso, pianoforte e chitarra acustica che rimanda pesantemente ai marillion del secondo periodo (ed un pezzetto acustico con tanto di flauto, perchè se dobbiamo fare un "best of" del progressive anni '70 il flauto è immancabile!) parte un pezzo strumentale decisamente entusiasmante con tanto di Moog. Peccato, e dico peccato, che questi pezzi strumentali Banks e Wakeman li facessero PARI PARI più o meno 30 anni fa...
Si continua mentre l'atmosfera si fa più dura (vai con i Rush) e Rudess si sbizzarrisce con l'hammond, eppoi via con l'ennesimo unisono tastiera-chitarra fino all'apice rumoristico, con LaBrie che urla come un maiale sgozzato "Trapped Inside This Octavarium". Da qui la strada è in discesa: ripresa del tema principale (come da copione), orchestra dispiegata in sottofondo, musica che svanisce lentamente.
Considerazioni personali a fine ascolto: E' innegabile che il disco sia la fiera del plagio. E' innegabile però, che se devo scegliere tra il plagio ai Metallica (come appunto era ToT) e quello a varie formazioni del progressive "d'annata" scelgo quest'ultimo. Rimane però sempre la sensazione che, se questi 5 belli si mettessero di buona lena e SENZA FRETTA a scrivere un disco più sperimentale (come
appunto era Six Degrees of Inner Turbolence) potrebbe uscire qualcosa di enormemente superiore a questo polpettone prog che è Octavarium.