DreamPainter ha scritto gio, 16 giugno 2005 alle 10:06
Risentito qualche volta di fila, oggi, in macchina.
Diciamo così: se fossero i Linking Park o Avril Lavigne, potremmo gridare al Miracolo, chiamare la Santa Sede e far diventare lo studio di registrazione luogo di culto e meta di pellegrinaggi, con immersione nelle sacre acque della toilet interna.
Peccato che sia un disco dei Dream Theater, e per tutto il disco sembra di sentire un qualunque gruppetto metallone di quelli che vanno tanto oggi. C'è il chitarrista che spara le sue raffiche, c'è un tastierista che usa i suoni presenti sulle Roland da 150 euro, c'è il batterista che tiene il tempo e c'è il cantante che fa la voce strana.
I discorsi che vedono i Dream come "coraggiosi" non hanno senso: se fossero davvero coraggiosi, non cavalcherebbero l'onda della moda, non farebbero il minimo indispensabile. Quanto credete che ci sia voluto a scrivere sto disco, ai Dream? Stiamo parlando di professionisti navigati: quegli assoli non avrenno richiesto che qualche minuto per inventarli e una o due take per registrarli.
Le parti di batteria non avranno richiesto lo stesso tempo.
Brutto, sotto tutti i punti di vista. L'unica che si salva è la title track.
Tutto questo secondo me, però se fossi nei Dream, direi "basta".