NsaGate
Francia, Wikileaks rivela: la Nsa spiava Chirac, Sarkozy e Hollande
Tutti gli ultimi presidenti francesi nel mirino delle intercettazioni digitali di massa dei servizi di sicurezza statunitensi
di Redazione online
Gli ultimi tre presidenti francesi, insieme a diversi ministri, deputati e diplomatici, sono stati spiati dall’Agenzia per la sicurezza nazionale statunitense, la Nsa. La rivelazione è del quotidiano francese «Libération», che cita
documenti catalogati come «top secret», diffusi da Wikileaks.
Secondo questi dati, dal 2006 al maggio 2012 il «grande orecchio» americano ha spiato Jacques Chirac, Nicolas Sarkozy e l’attuale presidente Francois Hollande, all’epoca appena insediato all’Eliseo. A due anni dalla fuga di Edward Snowden da Hong Kong alla Russia in cerca di asilo politico, WikiLeaks ha pubblicato il testo di alcune di queste intercettazioni della National security agency ai danni di alcune delle autorità politiche della Francia. Il presidente Obama aveva l’anno scorso presentato una proposta per bloccare la raccolta dei dati telefonici: m
a il Senato Usa l’ha bocciata.
Le intercettazioni
L’organizzazione di Julian Assange pubblica anche quindici numeri di telefono e cellulari di presidenti francesi, di ministri come quello dell’Economia e delle Finanze, del segretario generale dell’Eliseo e di altri funzionari di alto livello. I documenti includono conversazioni raccolte tra il governo francese sulla crisi globale, sul debito greco, sulle relazioni tra l’amministrazione di Hollande e la cancelliera tedesca Angela Merkel. L’Eliseo è stato sorvegliato per almeno sei anni. Sarkozy è stato ascoltato almeno in tre occasioni: nel 2008, in particolare, è stata registrata la sua insoddisfazione per gli errori degli americani nella crisi economica mondiale, e la sua intenzione di «farsi avanti per risolvere la crisi finanziaria». Jacques Chirac è stato sentito mentre dava istruzioni al suo ministro degli Esteri perché avvicinasse il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban ki-Moon, per assegnare un incarico al diplomatico norvegese Terje Roed-Larsen: era il 2006.
23 giugno 2015 | 22:55