In redazione, non ve Io nascondo, ci stiamore preparando all'avvento dei Titani con un entusiasmo che pochi giochi, nel recente passato, sono stati in grado di trasmetterci. Nel momento in cui scrivo manca una manciata di giorni all'uscita ufficiale del titolo di Respawn Entertainment, e siamo certi che questa produzione rappresenti una banco di prova interessante per capire diverse cose. Quel che mi interessa di più scoprire è se la coppia che ha dato lustro alla saga di Call of Duty ha ancora il suo tocco magico (anche se Jason West non fa più parte del dinamico duo, è impensabile credere che in Titanfall non ci sia anche la sua impronta).
La scelta di dare vita a un gameplay "asimmetrico", che pone di fronte enormi titani e piccoli uomini sembra funzionare alla grande, almeno per quanto ho avuto modo di provare in prima persona. Certo, l'idea di imbarcarmi in scontri che coinvolgono solo sei giocatori per parte non mi entusiasma, ma credo che ci siano almeno due spiegazioni logiche capaci di giustificare questa scelta.
La prima è che con così pochi utenti coinvolti in ogni singola partita non si corre il rischio di trovarsi di fronte a un altro "caso Battlefield4", la cui situazione — si spera — si sta stabilizzando in questo ultimo periodo, a diversi mesi di distanza dalla release originale.
La seconda spiegazione riguarda, invece, gli utenti che si avvicinano al genere per la prima volta: con i bot in campo, anche il più nabbo dei nabbi può evitare di sentirsi della semplice carne da cannone.
Racimolare qualche uccisione, che non sposterà gli equilibri della battaglia ma darà sicuramente morale, può essere il giusto collante per tenere chiunque attaccato ai server. E anche la tanto chiacchierata campagna multiplayer, a parer mio, ha un suo perché. A oggi, e per quello che se ne sa, può essere considerata uno degli sporadici tentativi di dire qualcosa di nuovo in un genere poco coraggioso da troppo tempo. Ora non ci resta che capire se il gioco di Respawn ce la farà a imporsi, oppure no. Ma, vista la portata del progetto (e visti i trascorsi poco fortunati di alcuni titoli online, come SimCity), abbiamo deciso di prenderci un mese intero per provarlo a dovere sui server "live" e non in ambienti preconfezionati. Vi racconteremo le nostre esperienze anche su TGM Online, quindi sapete dove puntare i vostri browser.
Ora, però, permettetemi di cambiare completamente argomento, per dedicare le ultime righe di questo editoriale a un amico, mio e vostro, che ci ha tenuto compagnia per nove anni su queste pagine, raccontandoci un sacco di cose divertenti e diversi retroscena sul netgaming italiano e sulle sue origini.
Buona strada, Adso.
E al prossimo frag.


Davide "ToSo" Tosini