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Risultati da 1 a 13 di 13
  1. #1
    alberace
    ospite

    Predefinito il cinema di spike jonze



    copio/incollo un mio sunto che gira attorno a her
    Spike Jonze ha coronato la prima fase di un'eclettica carriera con l'Oscar per la Miglior Sceneggiatura Originale 2014.
    Tale riconoscimento, del tutto meritato, rappresenta l'approdo a un'ipotesi di sintesi ottimale fra lo straordinario successo raggiunto in più ambiti dell'industria dell'audiovisivo e il germe della scrittura concettuale da cui son nate tutte le opere cinematografiche di Jonze.

    Nei film precedenti si assiste a una mimesi del punto di vista di un altro essere umano, di un doppelgänger metanarrativo, degli impulsi ferini dell'infanzia. La natura di Lei, così come delle altre opere del regista, consiste nella continua espansione di spazi che giocano con il linguaggio del cinema, in cui i personaggi si ritrovano a fuggire dalla realtà, fra forti riflessioni sull'intimità e crisi dell'identità individuale. Qui Jonze assume una netta posizione filosofica, strizzando l'occhio a una tecnocrazia dei sentimenti.

    Si può amare la voce di un software? Staccatosi dall'approccio più cerebrale delle sue prime due opere, Jonze, ci porta di fronte a un completo abbraccio empatico con il protagonista, Joaquin Phoenix, che per lavoro scrive lettere d'amore di altri.

    Ricordando che si tratta della sua quarta pellicola, il percorso graduale che l'ha portato a essere autore a tutto tondo è quanto di più fisiologico si possa immaginare. Jonze è stato per anni firma di prima categoria di iconici videoclip musicali che hanno segnato indelebilmente l'ultimo decennio del secolo scorso - Sonic Youth, R.E.M., Björk, Daft Punk, Fatboy Slim, The Chemical Brothers, Beastie Boys - video e documentari sulla cultura dello skateboard, una programma trash per MTV - Jackass - corti e pubblicità nominate per l'eccellenza nei rispettivi settori.

    L'esordio e il secondo film sono stati due viaggi straordinari nella complessità della mente umana e della narrazione - Essere John Malkovich, Il ladro di orchidee - ed entrambi portano la firma di Charlie Kaufman, ponte di scrittura fra Jonze ed il suo gemello artistico, il francese Michel Gondry - Se mi lasci ti cancello, L'arte del sogno. Il terzo progetto è la trasposizione cinematografica di un romanzo per ragazzi - Nel paese dei mostri selvaggi di Maurice Sendak - scritto a quattro mani con lo scrittore Dave Eggers.
    Lei, il film della consacrazione da parte dell'Academy, è il primo scritto interamente di suo pugno, e speriamo che non sia anche l'ultimo.

    http://www.thepostinternazionale.it/...ndango/lei-her
    quanto vi piace questo tizio?
    ricordo critiche alla sua capacità di scrittura nel post-kaufman.

    il poker
    Spoiler:






    videografia minima
    Spoiler:






    per chiudere, il butthurt (giusto?) apparso su glispietati.it

    Visti per anni, dalla Critica, con sospetto e spocchia (nei migliori dei casi), i registi provenienti dal videoclip che fecero grande questa forma espressiva (gli anni Novanta, l’epoca d’oro) sono oggi certezza indiscussa. David Fincher, Michel Gondry, Jonathan Glazer, Mark Romanek, Mike Mills, Spike Jonze (tanto per rimanere ai casi più eclatanti, ma tanti altri potrei nominare, meno costanti e più sporadici - da Tarsem a Sigismondi, da Åkerlund a Kahn, fino a Roman Coppola -), i famigerati videoclippari (orrore!) oggi sono considerati cineasti di rilievo, salvo da quei recensori che hanno le pigne nel cervello e prosciutti interi davanti alle palle degli occhi (griffe patetiche, fedeli a un marchio, ancorate a un’idea di purismo vera come la loro buona fede, che hanno cresciuto una generazione di cinefili - orrore autentico: critici di domani o già dell’oggi - che non sanno dire nulla di un film, ma sanno sempre che voto dargli [1]): il background di questi autori, come per magia, lungi dal continuare a costituire una tara, si è trasformato in un valore aggiunto che garantisce unknow-how tecnico e la conseguente sicurezza di ottenere un risultato produttivo. Quello che nessuno fa notare (forse perché è un dato decisivo, ed è oramai prassi dire solo il superfluo, ché delle cose rilevanti non si sa cosa farsene) è che costoro hanno imposto una filosofia cinematografica che non si è limitata solo a un innovativo discorso visivo. Che, insomma, l’Oscar alla sceneggiatura conferito a Spike Jonze è La Grande Vendetta Dei Clippari che si consuma a freddo e pubblicamente, il riconoscimento a un contributo di ideazione e concezione e non solo, come la vulgata imponeva, immaginativo e cinematico. Eppure non è così strano che dopo Gondry (che fu oscarizzato anch’egli per la sceneggiatura di Eternal Sunshine, anche se in condivisione), ancora una volta l’Academy premi la scrittura di un videomaker: pochi altri, come i registi di videoclip sono consapevoli che ogni singola immagine deve essere pienamente significativa, deve catturare l’attenzione ed essere esplicativa di per se stessa; pochi altri, come loro, sanno parlare direttamente all’occhio dello spettatore maneggiando l’Emozione. Di più: nessun altro, come i vituperati clipparoli, è al corrente di cosa sia la Contemporaneità, in quali forme si esprima, come la si trasformi in materia empatica. Il fatto poi che, fin dall’inizio, sia Gondry (Human Nature ed Eternal Sunshine) che Jonze (Essere John Malcovich e Il ladro di orchidee) si fossero rivolti al nuovo prodigio della sceneggiatura americana, Charlie Kaufman, la dice lunga circa il rilievo che questi registi riconoscono alla scrittura (non ci sorprende, allora, che Jonze a Roma, Festival 2013, confessi che, finito lo script di Her, l’abbia fatto leggere per primo proprio a lui). Che poi Gondry, per esempio, non fosse soltanto un geniale inventore di figure e una fabbrica di trovate visive mirabolanti e a getto continuo lo dicevano (a chi aveva le “orecchie” per intenderlo, ovviamente) già le sue strutturatissime clip (e lo hanno ribadito i suoi film post Eternal, scritti interamente da lui), che Mike Mills, per dire, sia uno sceneggiatore sopraffino lo ha ricordato un film come Beginners - titolo sottovalutato se ce n’è stato uno -, ma un occhio privo di pregiudizi, buttato alle cose che aveva fatto prima, avrebbe reso la scoperta meno sorprendente. E Jonze? Che abbia una testa lo scopre oggi chi del suo ieri non si è mai curato. Eccetera.[1] E’ nero su bianco (si parla anche di carta stampata - e di roba che canta non solo quotidianamente -) il modo vergognoso in cui uno dei film più rilevanti della stagione (io dico di un intero lustro, ma va bene, sono Cassandra e amen), Under the Skin di Jonathan Glazer, presentato a Venezia - sia stato trattato dalle testate italiane, anche quelle che passano (ancora) per prestigiose. Adesso che sono note le tendenze della critica internazionale riguardo a quel film (stellette a formare galassie, Sight&Sound che gli ha appena dedicato la copertina...) sappiamo che seguirà l’abusato copione della marcia indietro. Questa nota valga come promemoria. Siamo pronti a distribuire fotocopie (che cantano come gli originali).
    Ciò detto occupiamoci di Lei che non si fa in tempo a sgretolare un luogo comune (clipparoli mezzeseghe), che subito se ne compatta un altro (vedremo quale). Va detto subito che Jonze non è soltanto uno dei più grandi videomaker di sempre (è in quella che nella mia testa chiamo la Suprema Cinquina), ma è stato letteralmente un uomo-svolta le cui intuizioni (in tutti i campi in cui si è espresso), dai Novanta ad oggi, hanno terremotato la cultura di massa, una svolta della cui effettiva portata soltanto negli ultimi tempi si è assunta piena coscienza (il senno di poi è una scienza esatta, notoriamente). E il frutto di questo tardivo quanto inevitabile riconoscimento lo si vede anche nel rispetto quasi sacrale con il quale la campagna promozionale di questo film è stata accolta, con tutta la fanfara di cui solo i capolavori annunciati possono godere.
    Fedele a un’idea che è quella che tiene insieme buona parte della sua (scarna) filmografia e il (polposissimo) resto, Jonze porta avanti il suo discorso su un avvenirismo che è risvolto di una riflessione sull’oggi, paravento sottile da cui si intravede l’essenza profondamente umana del discorso. Il dato futuristico (che si traduce in questa cosa che possiamo definire una sci-fi romantico- drammatica, una fantascienza dell’anima, una distopia esistenzialista, fate voi, e che poi è la stessa frequentata da Kaufman e da Gondry, altri che cavalcano lo spleen servendosi di armamentari di genere - tutti figli dei film paradossali e filosofici di Resnais, l’ho detto più volte e lo ripeto qui -) serve solo a mettere in evidenza, in un modo trasversale, elementi che attengono all’interiorità, all’intimo, alla sentimentalità, che è ciò che gli interessa e che sono il punto focale della faccenda. E qui apro una parentesi. [continua]

    http://www.spietati.it/z_scheda_dett...sp?idFilm=5239

  2. #2
    Shogun Assoluto L'avatar di Camus
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    Predefinito Re: il cinema di spike jonze

    boh, io nella mia insensibilità non capisco l'originalità della sua fantascienza in Her. Ho apprezzato il modo di raccontare una storia d'amore, il come, ma l'originalità del cosa abbia raccontato nel film, no.

  3. #3
    alberace
    ospite

    Predefinito Re: il cinema di spike jonze

    nelle interviste ha sostenuto esattamente quel che hai scritto


  4. #4
    Shogun Assoluto L'avatar di Camus
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    Predefinito Re: il cinema di spike jonze

    perchè c'è un membro dell'equipaggio di Steve Zizou nel video ?

  5. #5
    alberace
    ospite

    Predefinito Re: il cinema di spike jonze

    non lo so, ma ho pensato la stessa cosa

  6. #6
    Il Nonno L'avatar di Coma White
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    Predefinito Re: il cinema di spike jonze

    Visto anche io Her.

    Imbarazzante.

    Non capisco come sia potuto piacere così tanto alla gente, boh, sarò strano io, a me ha fatto cagare.


    Oscar alla miglior sceneggiatura originale un par di palle.

  7. #7
    Shogun Assoluto L'avatar di Necronomicon
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    Predefinito Re: il cinema di spike jonze

    Mancano gli shorts, uno in sicuro rapporto esistenziale con Her.
    L'articolo degli spietati non è che mi piaccia molto, comunque.
    Non penso che i "videoclippari" siano bravi registi filmici per la provenienza dal videoclip, come lascia intendere.
    Ha molto in comune invece la scelta dei soggetti.
    Una scelta che si pone in controtendenza dai gusti classici e da ciò trova forza. Non è un caso che ai nerd non "piaccia la sua fantascienza", in quanto non comprendono che incasellare queste opere in un genere è sciocco quanto limitante.
    Her è un film di fantascienza quanto il trattore corazzato dagli indipendentisti veneti era un carrarmato.
    Ad un'analisi superficiale lo è, ma se lo guardi bene, come fai anche solo a credere che possa essere un carrarmato serio e funzionale a quello per cui un carrarmato è costruito?
    Come in una sfilata di carri, questi film mostrano una cosa che puoi (vuoi?) ridurre al conosciuto, reputare ridicolo e semplice, ma che se si ha voglia di esporne la struttura e i meccanismi (narrativi, visivi, inventivi) mostra tutta la complessità e l'impegno oltre che una profondità diversa. Son film da sbucciare.
    Tutto sta nel capire se uno vuole la banana.
    Ultima modifica di Necronomicon; 03-04-14 alle 13:24:12

  8. #8
    alberace
    ospite

    Predefinito Re: il cinema di spike jonze

    l'avevo tolto dall'OP

    Citazione Originariamente Scritto da Necronomicon Visualizza Messaggio
    Non penso che i "videoclippari" siano bravi registi filmici per la provenienza dal videoclip, come lascia intendere.
    stanno in fissa.

  9. #9
    Shogun Assoluto L'avatar di Necronomicon
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    Predefinito Re: il cinema di spike jonze

    Sono montati quanto la critica che criticano
    Non vedono l'ora di andare contro tuttavia non si può sposare una teoria che non ha dirette conseguenze. I videoclip di quelle persone erano diversi dai videoclip soliti. Han semplicemente detto "perché il videoclip deve essere una truzzata incredibile e non una cosa delicata che esprima qualcosa?".
    E' l'approccio alla narrazione (scrittura e anche realizzazione della stessa) che rende diversi i loro videoclip e i loro film, ma il collegamento diretto tra una forma e l'altra è improprio. Da qualsiasi cosa fanno emerge quel che sono. Ma i film di Jonze sono quanto di più distante dai videoclip di Jonze. L'unica cosa che li collega è essere "di Jonze". Emerge, secondo me, una consapevolezza della diversità del mezzo che è evidente.

    E comunque Gondry è diventato un autistico dei giochetti che usa. Capisci che una cosa è sua, ma non è più automaticamente buona. Mi fido mica più di Gondry

  10. #10
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    Predefinito Re: il cinema di spike jonze

    Citazione Originariamente Scritto da Necronomicon Visualizza Messaggio
    Mancano gli shorts, uno in sicuro rapporto esistenziale con Her.
    L'articolo degli spietati non è che mi piaccia molto, comunque.
    Non penso che i "videoclippari" siano bravi registi filmici per la provenienza dal videoclip, come lascia intendere.
    Ha molto in comune invece la scelta dei soggetti.
    Una scelta che si pone in controtendenza dai gusti classici e da ciò trova forza. Non è un caso che ai nerd non "piaccia la sua fantascienza", in quanto non comprendono che incasellare queste opere in un genere è sciocco quanto limitante.
    Her è un film di fantascienza quanto il trattore corazzato dagli indipendentisti veneti era un carrarmato.
    Ad un'analisi superficiale lo è, ma se lo guardi bene, come fai anche solo a credere che possa essere un carrarmato serio e funzionale a quello per cui un carrarmato è costruito?
    Come in una sfilata di carri, questi film mostrano una cosa che puoi (vuoi?) ridurre al conosciuto, reputare ridicolo e semplice, ma che se si ha voglia di esporne la struttura e i meccanismi (narrativi, visivi, inventivi) mostra tutta la complessità e l'impegno oltre che una profondità diversa. Son film da sbucciare.
    Tutto sta nel capire se uno vuole la banana.
    imho non è un film da sbucciare ma da valutare nel suo complesso, togliere delle parti come fosse una buccia perchè non serve è come passare da un libro ad un bignami. Se riconosciamo al regista una certa autorialità, allora se ha utilizzato determinati strumenti avrà avuto le sue ragioni. O no ?

    imho non considerare Her anche come un film di fantascienza vuol dire buttare via metà banana. E' uno dei pochi film di fantascienza sociologici puri che il cinema propone, perchè come nei libri non è necessario utilizzare taser e spade laser per fare fantascienza.

    C'è una grossa parte del film che riguarda l'uomo, il suo rapporto con la tecnologia, come il suo rapporto con la tecnologia modifichi il suo rapporto con gli altri esseri umani e con sè stesso e come questi rapporti si potrebbero evolvere.

    Considerarli mera buccia non è forse eccessivo ?

    Poi c'è tutto la storia del protagonista e su come si evolva grazie alle esperienze maturate durante il film e ai nuovi incontri.
    Spoiler:
    Her poteva essere raccontato anche come il classico triangolo in cui Phoenix appena separato dalla moglie si innamora e attraverso questa nuova breve storia il protagonista cresce, capisce il perchè la sua precedente storia non abbia funzionato e riesce finalmente ad andare avanti finalmente come uomo libero e indipendente sia dalla prima rottura sia dalla seconda


    Io posso anche considerare il film come una cipolla o un carciofo ma imho spazio per poter criticare come Jonze usi la fantascienza c'è, anche se sicuramente il fine ultimo di questo film non è quello di affrontare tematiche fantascientifiche ma ben più tradizionali.

  11. #11
    Shogun Assoluto L'avatar di Necronomicon
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    Predefinito Re: il cinema di spike jonze

    Quel che non capisci è che "la fantascienza" è la buccia superficiale. Her parla dell'adesso, non del futuro. Non parla del rapporto con la tecnologia, per questo a te non piace come film di fantascienza. Perché di fantascienza non parla
    L'intento di ogni film di Jonze è esplorare l'animo umano e per farlo imbastisce una scatola attraverso cui tale animo si manifesta. I vari stati d'animo del bambino che esplodono in diverse creature in Where the wild things are, ad esempio, sono solo espedienti per visualizzare l'interno, mica un film su creature selvagge o mondi fantastici.
    Allo stesso modo la versione evoluta di Siri in questo film è un espediente per quello che vuole raccontare, non il motivo della narrazione.
    Parla di uomini in mezzo a rapporti falsi, costruiti a tavolino in un universo di frasi fatte e citazioni copiate, di coppie che non riescono a comunicare, né a elaborare una crescita comune, il sextexting, il sesso "virtuale", la necessità di contatto umano che si esprime attraverso il social network, etc etc (tanto per dire, Phoenix è deluso dal fatto che Samantha non sia solo "sua", esattamente come le tipe delle "hot line" che oggi, non domani, persone con problemi sociali, chiamano in gran numero, ormai vedono via webcam, comunque quello è)

    Quello che cercavi tu, incasellandolo nel genere fantascienza, non t'è parso buono perché, semplicemente, non c'è. Non interessa probabilmente esplorare quello. E' una parte marginale del film.

    Questo sempre secondo me, sia chiaro.
    Ultima modifica di Necronomicon; 03-04-14 alle 18:44:28

  12. #12
    Shogun Assoluto L'avatar di Camus
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    Predefinito Re: il cinema di spike jonze

    Citazione Originariamente Scritto da Necronomicon Visualizza Messaggio
    Quel che non capisci è che "la fantascienza" è la buccia superficiale. Her parla dell'adesso, non del futuro. Non parla del rapporto con la tecnologia, per questo a te non piace come film di fantascienza. Perché di fantascienza non parla
    sicuro che parli di adesso ? Se parlasse di adesso metà del film si sarebbe svolto in maniera diversa, il come sarebbe stato diverso. Senza l'utilizzo di una probabile, ma futura, tecnologia, questo film sarebbe solo una banale storia d'amore.

    Probabilmente è la superficialità di cui scrivevi prima, ma per me la fantascienza in questo film è lo strumento attraverso cui Jonze costruisce tutto il suo film, un enorme deus ex machina tecnologico che lo sgrava da un sacco di problemi narrativi e che gli permette di far concentrare tutta l'attenzione sul protagonista.

    Se parlasse di adesso allora sarebbe questo


  13. #13
    Shogun Assoluto L'avatar di Necronomicon
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    Predefinito Re: il cinema di spike jonze

    Avverto della resistenza ad andare più in profondità.


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