Indagine UE sull'equo compenso: aiuto di Stato per SIAE?
di Dario d'Elia, 24 luglio, 2014 09:27
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Un operaio metalmeccanico di Firenze ha denunciato l'Italia alla Commissione Europea DG Mercato e Servizi perché l'equo compenso potrebbe essere considerato aiuto di Stato. Si attende l'esito dell'indagine.
Sarebbe bellissimo se il nostro connazionale Marco B., operaio metalmeccanico di Firenze, riuscisse a
far scattare una procedura di infrazione contro l'Italia per quella
baggianata di equo compenso. Siamo ancora agli inizi ma la Commissione Europea DG Mercato e Servizi ha protocollato la sua denuncia. L'accusa nei confronti del Governo italiano è di aver violato la direttiva europea 2001/29/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 22 maggio 2001, sull'armonizzazione di alcuni aspetti del diritto d'autore e dei diritti connessi nella società dell'informazione.
"Questa non è una nuova tassa,
ma un aiuto di Stato alla SIAE (Società Italiana degli Autori ed Editori), che porterà nelle sue casse ben 157 milioni di euro solo nel 2014", scrive Marco B. Non a caso Confindustria Digitale
ha stimato un raccolta di circa 150 milioni di euro, più del doppio rispetto agli attuali 60 milioni.
Uno sguardo che dice tutto
La questione di fondo è che la direttiva europea stabilisce per gli stati membri la libertà di applicare o meno l'equo compenso; dopodiché dovrebbe gravare, come ha stabilito il Consiglio di Giustizia UE nel
caso Padawan del 2010, solo sugli apparecchi dispositivi e materiali di riproduzione digitale
presumibilmente utilizzati ai fini della realizzazione di copie private.
Il Tweet di Franceschini
In Italia il Ministro Franceschini
ha snobbato l'indagine sul comportamento degli italiani in relazione alle copie e ha dichiarato che
gli aumenti non avrebbero inciso sui prezzi di listino ricadendo sui consumatori. In pratica si è schierato dalla parte della SIAE e delle multinazionali straniere che hanno vetrine online negli altri paesi europei con prezzi concorrenziali. Ieri poi è stato a dir poco bizzarro leggere il tweet del deputato Boccia che metteva in un unico calderone la questione della Web tax e dell'equo compenso,
in relazione ai rincari dei listini Apple. Quando sono state le stesse istituzioni UE nel tempo a sottolinere nel tempo che l'equo compenso riguarda i cittadini: le imprese sono solo un tramite per la raccolta.
Il Tweet di Boccia
Maria Martin-Prat, Capo Unità del DG Mercato interno e servizi della Commissione UE, ha risposto che la denuncia è stata protocollata ma che comunque "
non significa che la Commissione avvierà necessariamente un procedimento d'infrazione". I servizi della Commissione esamineranno la denuncia e in seguito daranno informazione degli esiti dell'esame e dell'eventuale andamento del procedimento d'infrazione.
È proprio vero, quando tutto sembra perduto, c'è sempre un cittadino che prende carta e penna e sfida le autorità. Nei film di solito vince.
Nota. Siamo in possesso della documentazione ufficiale che potete scaricare a
questo indirizzo.