È un architetto italiano, Arturo Vittori, l’alchimista del nuovo millennio: ha progettato il Warka Water, una struttura in grado di produrre fino a 90 litri d’acqua al giorno.
La struttura è alta circa dieci metri, pesa appena 60 chili ed è in grado di raccogliere la rugiada che si forma di notte, producendo fino a 90 litri di acqua al giorno.
Il progetto presenta numerosi aspetti positivi: si basa su un semplice principio naturale (la condensazione dell’aria che produce acqua, possibile sfruttando l’escursione termica giorno/notte, in Africa molto accentuata); costa poco assemblarlo (circa 500 dollari); è facile da assemblare (quattro uomini lo montano in circa 10 giorni); è costruito con materiali ecologici e facilmente reperibili (giunchi e nylon). Allo stesso tempo, però, questa alta accessibilità costituisce un ostacolo, dal momento che non sembrano esserci possibilità di lucro: questo scoraggia possibili investitori (servono circa 150.000 dollari per trasformare il progetto da prototipo a progetto vero). La soluzione è stata affidarsi alla rete, tramite il crowdfunding.
Se il progetto andasse in porto, sarebbe una vera rivoluzione, che potrebbe davvero rendere migliore la vita delle popolazioni locali: permetterebbe alle donne di dedicarsi ad altre attività (mentre attualmente passano circa sei ore al giorno lontane da casa per procurarsi acqua) e garantirebbe una migliore salute ai bambini, riducendo quindi il tasso di abbandono della scuola. Soprattutto, a differenza di molti altri aventi lo stesso scopo, questo progetto è apprezzabile per la facilità di costruzione e funzionamento, che permetterebbe una gestione diretta da parte delle comunità locali, che non dipenderebbero quindi da continui finanziamenti e aiuti esterni: si garantirebbe quindi l’autosufficienza, un valore importante per i paesi in via di sviluppo.
Per maggiori informazioni si rimanda al sito Architecture and Vision e all’articolo su Wired
ma non è fake?