Caro Beppe, noi della diaspora, quando rientriamo in patria per vacanze o altro, troviamo connazionali rimasti in patria che ci chiedono: “Come si sta lì da te?”. E noi cerchiamo di raccontare cose varie, di come funzionano (meglio) tante cose, di come con meno tasse si riesca a fare tante cose più e meglio, di come non sia necessario vivere di sotterfugi ed ungere ruote per ottenere cose a cui si ha diritto per legge etc. I compatrioti ci guardano con la faccia strana, poi cambiano discorso, ma gli leggiamo il pensiero negli occhi. Ci prendono per bugiardi, matti o presuntuosi. Ecco il problema: in Italia ormai sono talmente rassegnati che in tanti pensano: non ci sono alternative. Come fare per aprire gli occhi ad un popolo che non batte ciglio per orrori inammissibili nel resto del mondo civile? Salutoni da Anversa.