Negli scorsi appuntamenti con Gamescom abbiamo sempre avuto chiara in testa la sensazione che la kermesse tedesca acquisisse importanza crescente, edizione dopo edizione. Quella del 2014, almeno per ciò che concerne il nostro punto di vista, ha invece corso il rischio di rappresentare un passo indietro, arrivando a essere considerata la fiera del "già visto". In parte questo è vero, ma non fraintendetemi, non sto dicendo che Gamescom sia diventata brutta o inutile, anzi.
Sto solo riflettendo con voi sul fatto che molto del materiale che abbiamo avuto modo di vedere e giocare nei tre giorni riservati alla stampa, nella Businness Area della Koelnmesse, non era molto distante da quanto provato durante I'Electronic Entertainment Expo di Los Angeles. Certo, qualche eccezione — importante, aggiungerei! — c'è stata, ma di base, molti giochi hanno preferito "ripetersi". C'è chi lo ha fatto cambiando qualche dettaglio come l'ordine delle missioni, chi ha provato a tacere la cosa venendo smascherato due minuti dopo l'inizio della prima presentazione e chi, ancora, lo ha dichiarato apertamente. Spiegare la scelta del "riciclo" è però più semplice di quanto possa sembrare: avete idea di quanto costi, in termini di tempo, risorse e danari, mettere assieme una demo da mostrare alla stampa? Un'enormità. Se a questo aggiungete che molti dei titoli che abbiamo visto sono praticamente dietro l'angolo (fino al prossimo rinvio, ovviamente!), non viene difficile giustificare lo studio di sviluppo che sceglie di non investire delle preziose risorse per mostrare qualcosa di diverso da quanto fatto vedere appena due mesi prima.
Liquidare Gamescom 2014 come la fiera del "già visto", però, sarebbe estremamente riduttivo e banale. Già, perché senza questa sortita in terra tedesca non ci saremmo rifatti gli occhi con quell'Evolve di cui vi abbiamo raccontato vita, morte e miracoli sul numero scorso e non avremmo messo le nostre manine sul nuovo episodio della serie di Assassin's Creed, Unity (non serve che spieghi quanto questa cosa esalti un fan della serie quale sono, giusto?). Ancora, non avremmo provato Batman, eliminando tutti i dubbi che avevamo sulla Batmobile e non avremmo scoperto quella piccola chicca che pare nascondersi tra gli zero e gli uno che danno vita al nuovo episodio di The Settlers, una serie storica che sembra avere diversi assi nella manica per quanto riguarda il genere dei gestionali. Ma vi sto rubando tempo: il nostro speciale, scritto a otto mani, dista solo qualche pagina. Leggetevelo, gustatevelo con calma, e poi fateci sapere che ne pensate.
Buona lettura,


Davide "ToSo" Tosini