Ho avuto un crollo. Sto avendo un crollo. Negli ultimi anni mi sono lasciato conquistare da un male di vivere, da una sorta di depressione che mi ha reso complicata ogni più piccola azione, foss'anche provarci con una ragazza. Due anni letteralmente buttati nel nulla per colpa di una storia sbagliata. Nel nulla. Oggi, o ieri, tanto ormai il tempo non ha per me più senso da quanto ho il cuore a pezzi, mio padre mi ha detto che, se anni fa, non avessi lasciato la dolce ragazza con cui stavo per inseguire quello che credevo amore - ma si è rivelato ben altro - forse non avrei buttato via quattro anni della mia vita e magari ora lui sarebbe pure nonno. Mio cugino ha avuto un bimbo e lui mi diceva questo commentando tale lieta novella.
Mi ha annientato. Ha cancellato anni di depressione trasformandoli in una specie di senso di colpa. Che colpa ho io? Si sbaglia nella vita, nessuno è esente. Ma papà mi ha detto questo da un letto di ospedale dove è ricoverato per aver avuto un edema cerebrale che l'ha reso semi paralizzato. Lui crede temporaneamente. Io so che non sarà temporaneo. Lui crede di rimettersi presto e di avere la possibilità di vedermi innamorato, sposato, padre in futuro. Io so che sarà quasi certamente l'ultimo Natale che passeremo insieme perché nel cervello ha il gran male di questa nostra epoca. Un male che non potrà essere rimosso in alcun modo. Dovrò vivere col rimorso di non aver avuto il tempo, o meglio, di averlo buttato via per un mio piangermi addosso e per la mia incapacità di reagire, di non aver dato mai il mio meglio per rendere mio padre orgoglioso di vedermi realizzato.
Eppure sento che ne sono uscito da quella depressione. Ho cose più importanti di cui occuparmi adesso che del solo stare male. Sto trovando forze che non credevo di avere e, nei pochi momenti di svago che mi sono ritagliato in questa settimana totalmente dedicata all'assistenza di mio padre, mi accorgo che, per la prima volta dopo anni, sentirmi vivo ha importanza.
Immaginavo di dover affrontare momenti simili solo tra 10, 15 anni, non così presto. Non così presto. Ha poco più di sessant'anni, cazzo. Ma la sentenza di morte che è arrivata improvvisa in un giorno che pareva normale, mi ha dato uno slancio a realizzarmi che non sentivo da lungo tempo. Il coraggio, cercato a lungo, di risalire dal buco in cui mi ero cacciato, per motivi che ora mi appaiono insignificanti.
Mi dispiace Necro :(
Non penso tuo padre volesse darti veramente delle colpe. O meglio, penso sappia che è normale sbagliare sopratutto seguendo i sentimenti, a chi ha più esperienza sulle spalle e ti vede sbagliare, e sa che stai sbagliando, rimane sempre un pò di rammarico che poi magari esce fuori nei momenti difficili.
Non conosco tuo padre ma se è come la maggior parte dei padri, non penso ti dia veramente delle colpe.
Se tu gli avessi dato un nipotino, avrebbe il rimpianto di non poterlo veder crescere. In un modo o nell'altro in un caso simile hai sempre qualche rimpianto, non darti colpe.
Adesso non perderti nei sensi di colpa, pensa a tuo padre e fagli capire che ti stai rimettendo in sesto e che nel tuo futuro c'è quello che lui vorrebbe per te, anche se non lo vedrà. Il resto non conta.
E' durissima. Senza mezzi termini. Però ti assicuro che tutto quello che si riesce a fare in momenti così difficili ti rende un individuo immensamente migliore di prima, anche se nel mentre è quasi impossibile rendersene conto. Tesaurizza ogni istante e trai il meglio anche dalle situazioni più tremende, perchè avere qualcosa da fare anche di fronte al peggio è più affrontabile del dopo, quando non c'è più nulla che ti impegni.
Sforzati di esserci anche quando senti di non farcela: il senso di colpa per l'occasione mancata è qualcosa di molto più spaventoso di quanto si possa immaginare. Parlo per esperienza diretta.
Sulle parole e il loro significato, non dico niente: mio padre sarebbe capacissimo di dire qualcosa di simile con la precisa intenzione di fare del male, ma ogni genitore è differente e solo tu sai valutare cosa ci sia dietro, se un momento di "poco controllo" o altro.
Sul cambiamento che senti di fare, dopo un periodo di blocco personale, aspetto un momento in cui non ci saranno pensieri a intorbidire le acque. E' tanto tempo che si batte sempre lì.
Ultima modifica di golem101; 01-12-14 alle 11:42:50
Mi dispiace per tuo padre, mi dispiace del periodo ma come t'hanno detto tutti a volte "purtroppo" è proprio dai momenti più duri e neri che si esce cazzuti e meglio di prima, quindi sono contento di leggere che questo sta avvenendo, daie così!!
Mi hai anche motivato a fare una telefonata che stavo rimandando! \m/