Ogni volta che esce una nuova espansione di World of Warcraft, popolare MMORPG di Blizzard in giro da quella che, nel mondo videoludico, può essere considerata ben più che un'era geologica, vivo sentimenti contrastanti. Da un lato, la parte di me che per sette anni ha girovagato in lungo e in largo per Azeroth non sta più nella pelle. L'altra, però, quella del videogiocatore quasi onnivoro, si preoccupa, ha paura. Paura di finire nuovamente in un frullatore capace di miscelare e amalgamare in un'unica sostanza tutto il tempo libero che rimane, servendolo come portata principale in una cena che ti costringerà a fare le quattro di mattina per completare quella quest, finire l'ultima istanza, dividere il "loot" con amici di una vita o perfetti sconosciuti. Quando Warlords of Draenor è arrivato sul mio disco fisso, mascherato da corposa patch di un titolo che non giocavo più da tempo, sono bastati dieci minuti per ritrovarmi dentro la solita spirale, con buona pace di un back catalogue che si fa ogni mese più corposo, ogni giorno più nutrito, ogni istantepiù alto. Al di là delle mie dipendenze, però, quello che mi ha stupito è come Blizzard, con questa espansione, abbia saputo dimostrare che quel vestito che in molti di noi hanno riposto in soffitta non fosse ancora da buttare. Ha chiamato i suoi sarti migliori per riammodernarlo, e lo ha fatto reinventando quest, rendendone molte dinamiche, aggiungendo una trama che alterna momenti toccanti a sprazzi di epicità pura e infilando nei nostri account la Guarnigione, la cosa più simile al concetto di Housing visto in altri MMO e convincente al punto di farti ritornare in-game ogni ora, per vedere se i tuoi seguaci, che funzionano similmente agli assassini che si sparavamo in giro per il globo qualche episodio di Assassin's Creed fa, hanno portato a termine gli incarichi che gli hai assegnato. Ma il 2014 è stato un anno "maledetto" anche per la casa di Irvine che, contrariamente a quanto sarebbe stato lecito aspettarsi, è incappata nel dramma del day one, lo stesso che ha coinvolto Ubisoft e il suo Assassin's Creed Unity o quel DriveClub di Sony divenuto completamente giocabile solo tre mesi dopo la reale uscita. Warlords of Draenor, infatti, nei primi giorni era parecchio instabile, laggava, restituiva un'esperienza di gioco non convincente. La differenza rispetto ad altri casi analoghi vissuti in questo 2014 l'ha fatta la tempestività dell'intervento, che ha consentito alla situazione prima di stabilizzarsi e poi di migliorare in un paio di giorni. Nella sede di Irvine della compagnia, una grossa scritta recita "Committed to Quality": Non è stata messa lì a caso. E se anche voi, come me, siete rimasti invischiati nell'invasione dell'Orda di Ferro, l'unica cosa che posso dirvi è che vi sono vicino, e che possiamo uscirne assieme. Mentre cerchiamo di guarire dalla nostra dipendenza comune, però, lasciatemi loggare su Nemesis, che il mio Garrison ha bisogno di una riverniciata...

Davide "ToSo" Tosini