Da piccoli, quante volte avete giocato a guardie e ladri? Molte, credo. E quante lo avete fatto sui vostri fidati PC? Altrettante, ne sono certo. O almeno questo e quanto emerso dalle chiacchierate avvenute durante una scampagnata redazionale, in cui abbiamo passato in rassegna le nostre esperienze ludiche, da PayDay 2 a Counter-Strike, per arrivare a quello stesso Rainbow Six Siege che trovate lì, in bella mostra, sulla copertina del numero che gelosamente stringete tra le mani. Non posso nascondervi come l'entusiasmo per Siege sia nato nello stesso istante in cui il gioco e stato mostrato per la prima volta al pubblico, al termine della conference di Ubisoft dello scorso E3, quella stessa fiera che si era aperta con il clamoroso leak di Battlefield Hardline, un gioco sulla carta entusiasmante ma che, una volta arrivato sui nostri PC, si e dimostrato meno valido di quel che speravamo, come vi raccontiamo nelle sei pagine di recensione che gli abbiamo dedicato.
Per Rainbow Six Siege, invece, le cose paiono aver preso un corso differente. Merito anche dell'approccio scelto dal publisher: dopo il mezzo caos che ha seguito la pubblicazione di Unity, Ubisoft si era ripromessa di mostrare prima
all'utenza la maggior parte dei suoi titoli. E stato fatto con The Crew e l'esperimento e stato ripetuto ora con Siege, mentre Visceral ed Electronic Arts giocavano a nascondino sino all'ultimo istante.
Siege e stato reso disponibile, in Closed Alpha, dal 7 al 13 di aprile, su server letteralmente presi d'assalto da giocatori provenienti da tutte le parti del mondo e con un sacco di voglia di toccare con mano questo FPS in cui la squadra pare in grado di fare davvero la differenza. I ragazzi di Ubisoft sono stati scaltri: hanno confezionato una versione particolarmente leggera, con una grafica che forse risulta datata ma che sicuramente non sara quella finale e oggi ha il merito di far girare il gioco praticamente dappertutto, anche sulle caffettiere. Quel che ci ha stupito di piu, però, è il bilanciamento pressoché perfetto delle classi. Manca parecchio tempo alla release finale e devono essere mostrati ancora altri operativi che, come ogni variabile inserita in un'equazione, rischiano di scombinare tutto, ma la strada che si sta seguendo sembrerebbe seriamente quella buona. E Ubisoft pare aver imparato anche dagli errori — se cosi possiamo chiamarli — di chi l'ha preceduta: benché non sia stata ancora annunciata, infatti, e praticamente certa la presenza di una campagna single player, in modo da ottenere lo spunto che è mancato ai vari Titanfall ed Evolve, giusto per fare due esempi. Ubisoft, in questo processo di rinnovamento di un brand che aveva bisogno di tanto ossigeno, sta attuando delle mosse coraggiose. Ora bisognera vedere se saranno in grado di fare la differenza. Al momento, sembra proprio di si.

Davide "ToSo" Tosini