Capita che una matting ti alzi e lì, ad aspettarti nel tuo client di posta, c'e una mail di Valve che annuncia una novita di Steam. Ne arrivano diverse al mese, di queste mail. Eppure c'e qualcosa di diverso, in quella che sta passando sotto ai miei occhi. I ragazzi di Valve stanno raccontando a tutti che la più popolare piattaforma di digital delivery dedicata al mondo PC ha introdotto i mod a pagamento. I mod, modifiche più o meno importanti che gli appassionati apportano ai videogiochi, stanno passando dall'essere un "passatempo" a vera e propria fonte di reddito per i loro autori. Agli utenti di Steam, tuttavia, questa cosa pare non stare bene. Cominciano a protestare, in modo anche energico, generando un tam tam che arriva agli occhi del signor Valve in persona, quel Gabe Newell che, negli anni, ci ha regalato Half-Life, Portal e compagnia cantante. In molte altre società, come già successo in passato in altre situazioni, il boss in questione se ne sarebbe bellamente fregato, arrivando, nella migliore delle ipotesi, a diffondere un comunicato stampa di quelli classici, confezionati a puntino, strapieno di belle promesse con cui l'azienda si sarebbe impegnata a "rivalutare la situazione". Per prendere tempo e sperare che la gente smetta di parlarne, ovviamente. Gabe, però, è diverso. Lo ha dimostrato in passato, arrivando a rispondere direttamente ai singoli utenti che
lamentavano problemi con la sua piattaforma, e lo ha confermato anche in questa occasione.
Il patron di Valve si e messo a disposizione degli utenti su Reddit, dedicando ore che, come non e difficile immaginare, valgono parecchi soldi per ascoltare le argomentazioni di quelli che proprio non tolleravano l'idea del mod a pagamento. Newell ha dapprima provato a mediare. Poi ha tentato di capire, facendo notare che i vari autori potevano anche scegliere di non far pagare niente per il loro lavoro. Ha dimostrato che, per Valve, non si trattava semplicemente di fare soldi. Alla fine, dopo tonnellate di caratteri riversati in quel mare magnum che è Internet, è arrivato a una semplice conclusione. Quella che in Valve sembrava una buona idea, evidentemente non lo era. Il risultato è stata la subitanea rimozione della nuova feature: i mod, su Steam, non si sarebbero piu pagati. Non è detto che questa cosa non capiti in futuro, sia chiaro, ma il punto è un altro: una delle compagnie più importanti in questo settore ha deciso di ascoltare il proprio pubblico, riconsiderando una sua decisione. ln questo caso, a nostro modo di vedere, è stato sicuramente un bene. Non è detto che seguire le indicazioni della propria fan base lo sia sempre, intendiarnoci. Quel di cui siamo convinti è che ascoltare sia certamente una pratica foriera di risultati. Il ritorno non andrà però misurato solo sulle monete che tintinneranno — oppure no — nelle casse, ma anche e soprattutto su quanto potrà beneficiarne l'immagine. Una cosa, questa, che molte compagnie, oggi, paiono ignorare. Ascoltando i suoi utenti, Steam ha fatto un altro passo deciso verso la leadership assoluta del mercato. Lo ha fatto ammettendo l'errore. In una parola, con umiltà. L'umiltà che è propria dei grandi, aggiungeremmo.

Davide "ToSo" Tosini