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Discussione: [Editoriale TGM n.326]

  1. #1
    quello del copia/incolla
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    Predefinito [Editoriale TGM n.326]

    Doverosa premessa: quando gioco sono un fifone. Ricordo ancora distintamente la primissima partita al primissimo Resident Evil, nel 1997 o giù di lì, affrontata su PC (con rigorosa applicazione di patch per l'accelerazione 3D, ché il vero motivo per cui lo provavo era vedere i poligoni con I'antialias, mica altro) alle tre del mattino, in una stanza completamente buia. Un errore formale che avrei pagato caro di lì a poco. II tempo di veder sbucare il primo dobermann dalla finestra, e l'inevitabile sussulto sulla sedia sarebbe stato accompagnato di pari passo dalla inconsulta, involontaria e del tutto irrazionale pressione del tasto "Power" del computer. E ne è passato di tempo, prima che trovassi di nuovo il coraggio di tornare nella villa di Raccoon City. E andata quasi nello stesso modo anche con SOMA, che Mario ha avuto il fegato di finire senza farsi prendere da un colpo apoplettico (e per questo un po' lo invidio), e di premiarlo con un Platinum Award, bollino che qui su TGM dispensiamo con estrema parsimonia. A distanza di vent'anni, mi rendo conto, i videogiochi di paura quelli fatti bene, riescono ancora a terrorizzarmi. Sentivo il cuore battere all'impazzata nel petto, e intendo letteralmente, mentre mi aggiravo spaesato per i corridoi della misteriosa stazione spaziale della prima parte del gioco di Frictional. Mi spaventavano da morire i suoni che provenivano alle mie spalle, e quando mi giravo per capire di cosa si trattasse, mi inquietava ancor di più non vedere nulla. Non sapere chi, o cosa, li provocasse.
    Eppure... Eppure, guardate che con i film non succede mica la stessa cosa. Non ho memoria dell'ultima volta che ho guardato un film horror e mi sono davvero spaventato, che ho spento la televisione o sono uscito dal cinema con un genuino senso di angoscia, oppure col cuore in gola. Se scavo con la memoria, mi viene giusto in mente la sequenza d'apertura del primissimo Scream (e si parla sempre del 1997. Coincidenze? lo credo di no), durante la quale ho l'impressione di non essere riuscito a respirare fino all'arrivo dei titoli di testa. Certo, ho provato raccapriccio e disgusto con i più noti esponenti del filone "torture porn" (alla Hostel o alla Saw, per intenderci), ma paura vera, quella no.
    La paura nei videogiochi, almeno nel mio caso, funziona tanto oggi quanto vent'anni fa. La paura nel cinema, quella no. Il motivo, per quel che mi riguarda, è abbastanza evidente, e credo che lo sia anche per voi. Il discorso non si limita all'horror, ma vale per qualunque genere. Quando è scritto bene, quando funziona davvero, il videogioco riesce a coinvolgere, a trascinarci al suo interno, a farci provare emozioni e sensazioni che qualunque altro medium di intrattenimento si può solo sognare. Sarà per questo che i "vecchi media" ne parlano poco, e quando lo fanno è solo per demonizzarlo e dipingerlo come "summa teologica del terrore"? Non sarà mica che hanno paura anche loro?

    Claudio "Keiser" Todeschini

  2. #2
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    Predefinito Re: [Editoriale TGM n.326]

    Vorrei ricordare a tutti i lettori che TGM ora ha anche un canale Youtube sul quale potrete trovare tutte le interviste (e qualche backstage piccante!) della vita redazionale e della Milano Games Week!
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