PROLOGO: l'alba degli eroi
Un giorno qualsiasi, 2001. Sud del Galles
La macchina correva veloce tra i prati soleggiati della campagna gallese.
Un cancello aperto, sormontato da una targa che annunciava "Parco Naturale Nathan Jones", separava i terreni della fondazione dal resto del mondo.
La porsche carrera dell'ex-colonnello Simeone Scola lo attraversò, rallentando appena, diretto al complesso di edifici futuristici che si stagliavano sulla collina poco distante.
Un paio di chilometri più in alto, il satellite geostazionario di sorveglianza rilevò l'ingresso del veicolo nella zona protetta avvisando la sala di controllo.
Alcuni minuti più tardi il colonello raggiungeva il cancello del perimetro interno della sede principale della fondazione Hope.
La Hope finanziava in modo discreto ma generoso un numero imprecisato di scienziati sparsi in tutto il mondo.
Biologia, fisica e ingegneria, ma anche letteratura e storia; erano pochi i campi nei quali la Hope non sembrasse interessata.
Mentre una serie di sensori analizzava la sua macchina ed una telecamera trasformava i tratti del suo volto in una stringa numerica da comparare nel database della sicurezza, Scola fece scorrere lo sguardo sulla serie di palazzine che si potevano sgorgere oltre l'alto muro.
Il dipartimento di genetica, storia e fisica, con le loro pareti in vetro ed acciaio, annunciavano orgogliosi al mondo che l'uomo stava spostando di nuovo i propri limiti un poco più avanti.
Parcheggiata l'auto sportiva in un posto numerato il colonnello si avvicinò alla porta dell'edificio posto al centro del complesso: il dipartimento operazioni speciali.
Come tutte le mattine un breve attimo di inquietudine attraversò la mente disciplinata dell'uomo. Era ancora lui a comandare il suo corpo? Se mai gli fosse accaduto di cadere sotto l'influenza aliena se ne sarebbe accorto?
Comunque anche per quel giorno i dati neurologici trasmessi dal chip innestato alla base del suo cranio dovettero essere soddisfacenti perchè la pesante porta blindata si apri sibilando dolcemente.
Alcune ore dopo il suo arrivo, il colonello percorse un lungo corridoio che lo condusse alla sala del consiglio. Telecamere discrete seguirono il suo percorso fino alle guardie pesantemente armate che presidiavano la porta.
Una volta entrato camminò fino al centro della stanza calpestando il logo della SHADO impresso sul pavimento.
Su uno sfondo giallo si stagliava la siluette di un uomo completamente nera. Questa figura proiettava un'ombra. SOlo guardandola con attenzione si potevano notare delle piccole incongruenza con la persona che la proiettava. Se questo avesse dovuto simboleggiare la SHADO, nascosta nelle pieghe della storia o la presenza degli alieni all'ombra dell'umanità era una cosa che Scola si chiedeva spesso.
Il consiglio dei quattro era riunito; i volti coperti e le voci cammuffate dai microfoni.
Primo consigliere: A cosa dobbiamo la tua visita?
Scola: L'esperimento 345-5A ha avuto successo. Per la prima volta nei 3500 anni della nostra esistenza, l'organizzazione può ambire ad attaccare gli alieni e non solo a difendersi come un gattino impaurito.
Terzo consigliere: Attento, non stiamo combattendo solo un nemico tecnologicamente superiore. Loro sono e saranno sempre al di là della nostra comprensione.
Quarto consigliere: A mio avviso non dovremmo comportarci come dei bambini che vogliano usare il giocattolo nuovo che non conoscono appieno.
Primo consigliere: Capisco il vostro punto di vista e concordo con voi. Se non fosse che stiamo già notando un mutamento pericoloso nello status quo che dura da più di 2000 anni, non autorizzerei mai questa follia. Comunque, colonnello, ha vinto; il Progetto può iniziare. Perta con il reclutamento dei soggetti. E che l'umanità ci possa perdonare... un giorno.14 Marzo 2002, Los Angeles ore 22:00
- Nick Kenzaki Shaw
L'incubo non tarda ad arrivare, come sempre del resto. Questa volta sorprende Nick sul divano, davanti ad un televisore acceso. La varietà non è certo il forte del suo subconscio. Ogni fottuta notte sempre la stessa scena: orde di uomini e donne che si accalcano spingendo una porta di legno. Due particolari: lui lotta strenuamente per mantenere la porta chiusa e la folla è composta da morti viventi.
Questa volta il trillo insistente del cellulare anticipa di un attimo l'urlo che lo avrebbe riportato nel mondo reale. Un mondo dove gli zombi non esistono; un mondo che non appartiene più a Nick.
Lo avrebbe volentieri lasciato suonare; il numero è stato attivato solo poche ore prima e lui non lo ha ancora dato ad anima viva. Quindi o è un errore od un opertatore petulante; nessuno con cui avesse voglia di parlare. Chiunque sia è però insistente e Nick si arrende sbiascicando un pronto.
Signor Shaw buonasera - dice una voce calma e controllata. - Chi è lei? - Non credo importi - Come fà ad avere questo numero? - Non credo abbia importanza. - Cosa vuole allora? - Sò che ha avuto un'esperienza diciamo... singolare. Devi sapere che non è la sola cosa strana in questo mondo. Hai una fortuna, signor Shaw. Ti offro di SAPERE.... Tra un'ora al laboratorio Phoenix, a nord della città. Troverai un furgone nero parcheggiato. Bussa tre volte... Porta pure la tua katana, signor Shaw... A già.. non fare sciocchezze come avvertire i tuoi colleghi, mi deluderesti.14 Marzo 2002, Los Angeles ore 22:45
- Drew Parker e Donald Finnan
Drew e Donald, ancora davanti hai vostri monitor all'interno dei laboratori Phoenix? Non male la biondina vero Donald? Più vecchia di te di qualche anno, ma molto carina. Non che abbiate avuto modo di parlare di altro che non sia il lavoro in questi ultimi quattro giorni.
Eh sì; sono solo quattro giorni, Drew. Sembra un'eternità da quando il responsabile della Hope vi ha assegnato a questo compito? E' stata, sicuramente, una sfida interessante applicare i nuovi algoritmi per il controllo delle comunicazioni di Donald al tuo nuovo programma di intelligenza artificiale e tutto sembrava andare alla perfezione, vero?
Ma ora non ne siete poi più tanto sicuri mentre osservate un monitor in questo uffico al secondo piano della palazzina immersa nel verde del parco e nel silenzio della notte.
I dati che scorrono sembrano indicare l'utilizzo di tutti i sistemi di telecomunicazioni globali da parte di un ente sconosciuto. Dalla telecamera del bancomat nella strada a fianco al satellite spia del NSA, ogni singolo byte viene copiato, letto ed inviato. Ma è la destinazionde del flusso a lasciarvi senza fiato: un punto imprecisato oltre l'orbita lunare.
Non puo essere dice Donald scrollando la testa ora ricontrollo tutto.
Proprio alla fine di questa frase, la musica lontana di una radio inizia a gracchiare e le luci al neon sfarfallano leggermente. Pochi minuti dopo il telefono sulla scrivania inizia a suonare insistentemente14 Marzo 2002, Los Angeles ore 22:45
- Anna Dementieva
Fino a qui tutto bene pensi con soddisfazione, mentre la luce della serratura elettronica passa da rossa a verde. Le informazioni del tuo contatto sono state ottime come al solito.
Comunque il tuo affinato sesto senso continua ad essere in allarme fin da quando hai ricevuto la lettera anonima quattro giorni fà. Però l'offerta è una di quelle che non si possono rifiutare: il colpo che ti permetterà di lasciare i servizi segreti russi ed iniziare la vita che hai sempre voluto.
dopo essere scivolata lentamente nei silenziosi corridoi della Phoenix, ti blocchi nell'ombra di un angolo mentre osservi con attenzione la situazione: dinnanzi a te si apre un'ampia sala circolare. Al centro si erge minacciosa una sala della sicurezza in vetri corazzati. Al suo interno puoi vedere due agenti che chiacchierano amichevolmente al suono di una radio locale.
Proprio quando stai per decidere il da farsi le luci al neon sfarfallano leggermente e la radio iniza a gracchiare.
Strano pensi, mentre i riflessi affinati dall'addestramento ti pongono sulla difensiva.
Ora ai rumori di sottofondo si è aggiunto il trillare insistente di un telefono che arriva da un corridoio oltre la sala.14 Marzo 2002, Foresta Amazzonica ore 22:30
- Jhon Reeves e Scott Shelley
Il rumore e le vibrazioni sono tutto il vostro mondo mentre l'Hercules vi porta veloce verso il punto di lancio.
Ognuno di voi ha storie personali diverse, arrivate da posti diversi e sognate un futuro diverso, ma su una cosa siete assolutamente identici: siete i migliori.
Una prova, se ce ne fosse bisogno, è il fatto che vi troviate qui assieme ad un tenente istruttore.
L'ordine di presentarvi per un corso top-secret di tattiche di sopravvivenza avanzate è giunto come un fulmine nelle vostre vite dieci giorni fa`.
Certo, tutti sanno che gli eserciti occidentali stanno affinando i più promettenti per la lotta al terrorismo, ma mai avreste pensato di farne parte.
Comunque il tempo dei pensieri è finito. Il portellone si apre e voi vi preparate per il primo HAHO (lancio ad elevata altitudine ed elevata apertura) della vostra vita. Le tute elettriche vi tengono se non al caldo in vita, mentre sfrecciate nella gelida aria notturna. Seguendo la luce sul retro del casco dei vostri compagni ed il radiosegnale da terra non avete tempo di pensare a niente se non alla piccola radura che si trova da qualche parte a 50 km da voi.
Eccola che appare di colpo come sputata fuori dalle tenebre che vi circondano; unica oasi di erba in un deserto di alberi.
Poco dopo, raccolti i paracadute, eccovi di nuovo operativi. Armi in pugno, il viso rivolto al tenente in attesa di ordini. Non una parola e` uscita dalle vostre bocche. Avete imparato anni fa` a farne a meno.
L'istruttore si guarda perplesso intorno, controlla di nuovo la posizione sul ricevitore GPS e poi a sorpresa rompe il silenzio:
strano dice mi sarei aspettato qualcuno ad accoglierci. Sarà una variente per metterci alla prova. Comunque il campo si trova ad est.
Reeves, Shelley state 25 metri dietro noi di retroguardia. Gli altri mi seguano.