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Discussione: [GdR] Nar Shaddaa

  1. #26
    Banned L'avatar di Jalus Naon
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    Predefinito Re: [GdR] Nar Shaddaa

    Nar Shaddaa sarà anche stata il centro nevralgico di tutti i divertimenti della galassia, ma erano ancora parecchie le zone povere, sbandate e nelle quali la tacita legge che vigeva nella city era manifesta: posti nei quali i "veri" criminali del pianeta vivevano a fianco delle molte persone povere, coloro che avevano inseguito il sogno di un impiego facile e ben remunerato ed erano rimasti delusi. Era lì che Valir si stava recando. Il paesaggio che sfilava sotto la nave era dominato da un colore giallastro, da un fumo grigiastro e maleodorante, unito alla assoluta sensazione di desolazione più totale delle strutture in rovina e dei bianchi fogli sporchi e stropicciati che svolazzavano in aria, colombe corrotte in un paesaggio ancor più gramo. Sembrava un posto da fine del mondo, una di quelle atmosfere così particolari da risultare uniche, attimi irripetibili dove la luce e l'ombra, il giorno e la notte, il cielo terso e le nuvole si incontrano, quasi generando un portale invisibile verso un altro mondo, la cui energia si espande nell'aria circostante, mutandola e originando un cielo grigio piombo, tanto scuro da parere una notte, ma illuminata da una luce senza sorgente, allungando ombre laddove esse non potevano arrivare e spezzandole con la luce nei luoghi per lei irraggiungibili. Alcuni dicono che la stessa sensazione si avverte quando avviene un eclissi di sole... in alcune religioni sciamaniche, essa è considerata il portale per altro mondo, un altro universo...

    La costruzione verso cui il piccolo trasporto del Sith si stava dirigendo era isolata dalle altre di qualche chilometro al meno, in mezzo al nulla, nel nulla. Un luogo triste ed inospitale come tutti gli altri di quella zona, separato dallo sporco lastricato metallico tramite una recinzione, la cui maglia metallica era qua è là aperta in buchi più o meno larghi. Il recinto era sormontato e inserito all'interno di due lastre di metallo, giallo come tutto il resto, sporcato da strisce nerastre di pece o chissà cosa. Oltre la recinzione, una costruzione alta nella parte più elevata circa sei metri, composta da un rettangolo di una centinaio di metri nei lati più lunghi e di cinquanta, in quelli più corti. Quello più a nord era collegato ad un'altra struttura di forma rettangolare, ma decisamente più piccola, la metà circa di quella più grande, sulla quale poggiava inoltre una cupola che toccava nei quattro punti cardinali il perimetro del rettangolo. Valir si trovava, una volta sceso dall'astronave, a sud del piccolo complesso: i buchi nella recinzione erano uno ad ovest, permettendogli così di dare un'occhiata all'interno spiando attraverso la finestra di vetro in alcune parti bucata, e l'altro ad est, conducente ad una porta nera in metallo, all'apparenza poco resistente. Dell'altro fumo filtrava da sotto quella porta. Oppure c'era la porta principale di fronte a lui, sud quindi, insieme a quella secondaria a nord, che immetteva all'interno della "dependence". In ultimo, una scaletta dall'aria malsicura permetteva l'accesso alla cupola, la quale aveva a sua volta il suo bravo buco, cosa che permetteva, forse, di poter entrare dall'alto, senza farsi vedere.
    Non un suono proveniva da quel posto, c'era il classico silenzio innaturale, un posto veramente abbandonato. Non si sentiva neanche il rumore delle bestiole che frequentano normalmente i luoghi come quello, o il sibilo del vento che si insinua negli stretti pertugi della muratura, suonando una spietata e desolante melodia. Niente. Inquietante, anche per un Sith... Quel luogo poteva essere il teatro di chissà quale aberrante avvenimento, come del nulla più assoluto...
    Ma Valir doveva entrare, se voleva mostrare le proprie capacità a Traitus. Le vie possibili erano cinque: nord, sud, ovest, est e il tetto.
    E intorno, solo il silenzio...


  2. #27
    devilmanga
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    Predefinito Re: [GdR] Nar Shaddaa

    risposi subito alla domanda del maestro Nukassa

    Devil: Penso che se quel Yamin Sighel, detto "Beagle",conosce così bene la sua città potrebbe sapere qualcosa che noi non sappiamo...non credo che delle persone così sospette possano sfuggire agli occhi dei suoi scognazzi...e poi...ho voglia di giocare d'azzardo e di vedere questo Damingo

    dissi con un ghigno

  3. #28
    Banned L'avatar di Jalus Naon
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    Predefinito Re: [GdR] Nar Shaddaa

    Nukassa: "E Damingo sia".

    La nave rombò e si diresse a tutta birra verso il suddetto locale. Passò un quarto d'ora prima che il trasporto dell'anziano Jedi raggiungesse il casinò.

    Una grande scritta corsiva di colore giallo sole troneggiava sull'entrata principale del gigantesco casinò "Damingo". Nonostante fosse all'avanguardia per ciò che concerneva misure di sicurezza, sorveglianza ed architettura, era incredibile quanto l'aria che si respirava intorno a quel locale avesse una sorta d'odore di polveroso, antico, vecchio... Lo stesso odore che si sente nelle soffitte delle case che sono rimaste chiuse per molti anni, intriso di ricordi, profumato d'esperienze passate... Forse era solo suggestione, dovuta al fatto che tutti sapevano che quello era stato il primo casinò di Nar Shaddaa, costruito qualcosa come una cinquantina d'anni fa, ma... forse quelle mura, che dal di fuori erano tirate a specchio e vantavano la firma degli architetti più costosi, avevano davvero mantenuto l'odore dei calcinacci che lo componevano, dei fili bruciati delle macchine ormai obsolete che lo costruirono, dei sogni dell'uomo che lo aveva generato.
    Il "Damingo" era composto da cinque rettangoli, uno più piccolo del precedente, collegati fra di loro tramite dei turboascensori che si muovevano orizzontalmente, all'interno di un tubo cilindrico di plastica, o almeno così pareva, trasparente che permetteva di vedere all'esterno. Le strutture metalliche di sostegno era poche ed essenziali, ma ben in vista, generando così una piacevole visione di semplicità ed eleganza allo stesso tempo.
    Ogni rettangolo ospitava al proprio interno un curatissimo giardino, dove ogni genere di pianta si incontrava con statue di pietra colte in pose atletiche, che ne mettevano in risalto i rocciosi muscoli. Al centro del giardino c'era invece una aggraziata e splendida fanciulla che, pietrificata nell'atto di specchiare il suo dolce viso nell'acqua, adornava una fontana zampillante, di forma circolare e con una serie di piatti che crescevano verso il basso sormontati da una bocca lavorata dalla quale usciva l'acqua azzurra.
    Intorno all'oasi si trovava il casinò, mentre, nell'ultima e più piccola sezione, trovavano posto le stanze per i clienti. Un vero e proprio albergo, che si trovava all'interno del Damingo. Per non parlare della banca piazzata a pochi metri dall'ingresso, che dava sul primo giardino interno, affichè la clientela potesse avere immediato accesso ai propri conti, in caso di bisogno, o per depositare le vincite senza neanche cambiare le fiches in crediti. La banca accettava il "cambio della roulette". E via con i soliti ristoranti, birrerie, pub, ritrovi, discoteche... Un vero e proprio "piccolo mondo", discreto, sicuro e lontano da occhi troppo curiosi, ad opera di quel grand'uomo che è Yamin Sighel. Il problema è che Sighel non era affatto un grand'uomo, anzi...

    Nukassa atterrò nell'immancabile parcheggio privato. Pagò il pedaggio per la sosta ad un impeccabile e serissimo addetto, immacolato nella divisa gialla e nera accompagnata da dei guanti che sembrava fossero stati tirati fuori dalla busta dieci secondi prima, scese dall'astronave insieme a Devil ed insieme si diressero verso la grande entrata, priva di un qualsiasi cancello o portone. Poi, i due Jedi notarono che incassati nello spesso muro di pietra si trovavano dei generatori di scudi deflettori, gli stessi montati sulle strutture militari. Una difesa decisamente efficace quindi. Nukassa e Devil fecero qualche passo sul terreno polveroso e privo di un qualche tipo di copertura che non fosse la nuda terra, coerente con l'ambiente alla "antichi tempi", molto "classico", sul quale era stato modellato il posto: colonne corinzie lavorate, frontoni, trabeazioni e chi più ne ha più ne metta.
    Come innaturali gioielli nella roccia, incastonati a circa tre metri da terra nelle pareti del casinò, si trovavano un profluvio di torrette laser corazzate al bronzium, pronte a falciare chiunque avesse deciso di dimostrare a Sighel che non era un "pollo da spennare". Ora si trattava solo di trovare il loro contatto.

    Nukassa: "Allora ragazzo, Hart non ci ha detto dove lo avremmo trovato esattamente, anzi, non ci ha nemmeno detto se lo avremmo trovato, quel tizio. Certo è che questo posto è enorme e il tempo che abbiamo a disposizione non ci permette di visitarlo tutto. I casi sono tre: o si trova in quella che mi è parsa la zona "residenziale", i dormitori o quello che sono, oppure è dentro il casinò vero e proprio, e lì non sarà facile trovarlo, a meno che, e questo è quello che spero, non ci sia un privèe per i "pezzi grossi". Da ultimo, ci sono i vari locali di contorno. Tu che dici?"



  4. #29
    L'Onesto L'avatar di Bleada
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    Predefinito Re: [GdR] Nar Shaddaa

    GDR ON NAR SHADDAA

    Arrivai in quel luogo in apparentemente desolato , ma dentro la mia testa sentii un oscurità che cercava di farsi largo così da impaurirmi.

    Darth Valir : La forza è potente in questo luogo...

    Analizzando l'edificio decisi che la soluzione migliore sarebbe stata quella di entrare dal tetto così da non farmi cogliere in fallo se ci fosse stato qualche pericolo..

  5. #30
    Banned L'avatar di Jalus Naon
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    Predefinito Re: [GdR] Nar Shaddaa

    Oltrepassata la falla nella rete perimetrale, Valir si diresse con decisione e il più silenziosamente possibile verso la cupola. La scaletta, composta da non più di sei pioli, l'uno piuttosto distante dall'altro, tanto che bisognava darsi un certo slancio per poterlo raggiungere ed ottenere così l'accesso alla parte superiore del piccolo complesso, cedette non appena il piede del Sith toccò il cemento del blocco sul quale si alzava la cupola, cadendo a terra con un rumore di ferraglia rugginosa. Questo non andava per nulla bene, con tutto il dannato silenzio che vigeva in questa zona, quel rumore si sarebbe potuto sentire anche a chilometri di distanza. Valir si abbassò e tese le orecchie alla ricerca del rumore di una porta aperta, di un fulminatore estratto dalla fondina, del vociare confuso di truppe che si dispiegavano per attaccare. Passò qualche secondo. Poi un minuto interminabile. Niente.
    I casi erano due: o lì non c'era effettivamente nessuno, ma allora perchè Traitus avrebbe dovuto mandarlo laggiù? Oppure chi si trovava in quel posto sperduto sapeva che lui sarebbe arrivato. E lo stava aspettando.

    Valir si diede un'ultima occhiata in giro, non vide un'anima ed entrò nel buco, oltre il quale non si vedeva praticamente nulla, eccezion fatta per lo stesso buio.
    Un odore di muffa, legno vecchio e cibo andato a male lo investì. E il buio non gli faceva vedere niente. Il Sith azzardò un passo. Il piede ricadde sul pavimento emettendo un rumore caratteristico: legno. Possibile che un sottotetto o quello che era avesse un pavimento di legno? Perchè non di cemento, visto che, con ogni probabilità doveva contenere qualcosa? O forse era effettivamente solo "per bellezza"? Trascorse un minuto, nel quale Valir cercò di abituarsi all'oscurità. Alla fine riuscì a vedere nell'oscurità, ma non vide niente lo stesso. Anzi no, si vedeva un'infiltrazione d'acqua correre giù per la parete di fondo, arrivando sino al pavimento. A parte quel trascurabile particolare, non c'era che il niente in quel sottotetto. Così come fuori. L'apprendista fece qualche passo in avanti, alla ricerca di un qualche segno di vita, di qualche suppellettile od oggetto che dimostrasse la presenza di qualcuno in quel posto, una scala che gli permettesse di scendere dabbasso. Niente di niente. C'era solo quell'odoraccio acre, di muffa e stantio. Valir esplorò l'intero perimetro alla ricerca di una qualche minima apertura. Ancora niente. A quel punto, era inutile continuare a cercare. Meglio scendere ed entrare da una delle porte che aveva precedentemente visto. Camminando deciso verso il pertugio dal quale era entrato, il Sith non potè fare a meno di inalare un'altra zaffata del puzzo che imperava là sopra: stavolta aveva una sorta di retrogusto, un che di... legno. Legno marcio, ad essere precisi...

    Legno marcio!? Il pavimento del sottotetto era marcio!? Valir venne travolto dall'improvvisa intuizione. Era proprio così: il legno della "soffitta", con il passare del tempo, era ammuffito a causa dell'infiltrazione rintracciata poco prima, rendendo il legno poco resistente e, con ogni probabilità, incapace di reggere il peso di una persona per troppo tempo. Valir se n'era accorto e si dirigeva speditamente verso il buco d'accesso, per cercare di sfuggire a quella specie di trappola, ma inutilmente.
    Non appena il Sith accelerò l'andatura, il piede sprofondò letteralmente, spaccando il pavimento, oltrepassandolo e rimanendovi incastrato all'altezza del ginocchio. A causa della mancanza d'appoggio, Valir cadde con tutto il suo peso sulla relativa gamba, con il risultato di far crollare l'intera sezione di pavimento su cui si trovava, la quale lo trascinò con sè di sotto...

    Nell'immediato, l'apprendista precipitò nel buio più fitto. La caduta, priva di suono ed immagini, parve senza fine. Ma il Sith fece grossomodo un metro, prima di cadere pesantemente su secondo pavimento, o almeno così gli pareva, il quale era ancora più fragile dell'altro e si frantumò sotto il suo peso, accompagnandola nella caduta.
    Non appena quest'ultimo rivestimento si ruppe, Valir venne investito da una convulsa serie di suoni, che andava dai "bip" dei comlink ai clicchetti di molti interruttori, misti a voci maschili, al passo pesante di stivali da viaggio, al tamburellare ansioso di mani in attesa di chissà quali notizie, passando per i ronzii dei droidi protocollari con le loro voci metalliche e terminando con il sordo rombo, vicino e lontano allo stesso tempo, senza una fonte precisa e che pareva giungere da ogni maledetta parte di quell'altrettanto infausto posto, di un macchinario di sconosciuta natura.
    In realtà, quella che aveva appena attraversato era un rivestimento atto ad insonorizzare ogni zona interna del complesso, all'interno del quale fervevano invece i lavori e, con essi, tutti i tipi di suono concepibile. Valir riconobbe anche il rumore di folgoratori imbracciati e puntati in una qualche direzione. Quella nella quale si trovava lui, evidentemente. Era chiaro che coloro che si trovavano là dentro non volevano minimamente venire scoperti, ecco perchè si trovavano in una zona tanto sperduta di Nar Shaddaa ed avevano insonorizzato tutto il loro dannato ufficio o quel che era. Chissà perchè il legno nel sottotetto, però. Probabilmente, dal momento che il posto era comunque piuttosto pericolante, il cemento avrebbe costituito un peso eccessivo da sostenere per la struttura, facendola crollare su sè stessa. Forse. Ma a Valir non è che importasse, era decisamente più preoccupato per la sua caduta libera.

    Certo, quella era un'entrata decisamente spettacolare, tipo quelle che si vedono negli olofilm d'azione, con tutti quei bellimbusti che, probabilmente, non saprebbero neanche andare in altalena nella realtà. Ma il problema era che il Sith non aveva, al momento, il controllo, soprattutto a causa di quello stramaledetto pezzo di legno che non gli permetteva di muoversi come voleva. E per di più, gli bloccava la gamba verso il basso, visto che pesava abbastanza. Valir udì le grida degli uomini che si trovavano sotto di lui, gli urli del comandante che impartiva ordini a destra e a manca, i primi colpi di folgoratore che gli fischiavano pericolosamente intorno. Ma soprattutto, il Sith vedeva il pavimento, quello vero e più solido che mai, farglisi incontro a gran velocità. Di fatto, non erano moltissimi i metri, sei al massimo, che separavano il sottotetto dalla base del piano di sotto, ma il fatto era che Valir stava cadendo scompostamente, ed era quello che lo preoccupava. E il pavimento continuava ad avvicinarsi sempre di più, più vicino, ancora più vicino, vicinissimo...

    Valir piombò a terra pesantemente, cadendo proprio sulla gamba che il legno gli aveva costretto verso il basso, trasferendovi tutto il peso sopra. Ne seguì un rumore sordo, simile a quello che fanno le uova di lagass quando vengono spostate, dolce quasi... Poi, Valir sentì, lontanissimo, come se venisse dal suo pianeta d'origine, lontano nel cosmo, un gemito, poi un urlo, ma sempre molto distante da lui. Ma a poco a poco, quel grido si faceva sempre più vicino, fino a che Valir potè distinguerne l'origine...

    ...la sua bocca. Il Sith stava urlando di dolore già da vari secondi. La caduta gli aveva spezzato a metà la tibia sinistra, una frattura scomposta, difficile da guarire e che forse avrebbe potuto dargli problemi per il resto dei suoi giorni. Quelli che aveva intorno e che occupavano già da diversi anni quel posto, erano soldati della Repubblica, il cui ordine era quello di tenere sotto controllo l'attività criminale su Nar Shaddaa, fornendo anche il supporto necessario alle eventuali operazioni militari che avrebbero avuto come teatro la Luna del Contrabbandiere. Adesso erano lì, intorno a lui, i fulminatori spianati pronti a colpirlo al suo minimo accenno di movimento. Erano almeno una trentina, esclusi quelli che si trovavano sotto il "suo" legname, forse morti o solo svenuti, solo in quella sala, che doveva essere il salone principale, occupato in prevalenza da comunicatori a lungo raggio e strumenti logistici di vario tipo. Ben addestrati e ben armati. Valir sentiva i passi di altri soldati al di là della vicina porta scorrevole. Questa volta non avrebbe avuto scampo, ne era certo. Avrebbe finito lì i suoi giorni. Ucciso dalla Repubblica, la morte peggiore per un Sith, nemmeno da un Jedi. Da degli inutili e puerili soldatini. Ma Valir era certo anche di un'altra cosa: avrebbe venduto cara, molto cara, la pelle. Estrasse la doppia lightsaber e prese a tagliare tutto quello che gli capitava a tiro: braccia, gambe, armi, teste, droidi, deviando colpi di blaster. Il dolore era tremendo, ma la rabbia e l'odio erano più forti. Valir credette di essere riuscito a sbarazzarsi delle maggior parte dei soldati, ma quando aprì gli occhi, prima serrati sulle sue emozioni, vide con sgomento che erano invece più di prima, mentre lui accusava già varie bruciature da fulminatore sul ventre e le gambe. D'accordo, l'avrebbero ucciso, ma potevano essere certi che molti l'avrebbero seguito. "Avanti, fatevi sotto" diceva il suo sguardo ustionante e consumato dalla rabbia e dal male per la gamba, la doppia spada stretta fra le mani, i vestiti marci di sudore...

    La spada laser sibilò doppiamente una volta aperta, pronta per uccidere. Poi però Valir guardò la sua arma: era già accesa, non l'aveva attivata adesso. Ma allora...

    I soldati più lontani urlarono nei modi più terribili quando due spade laser rosse, una per mano, li attraversarono impietose. Uno dopo l'altro, tutti i soldati vennero uccisi, squartati senza rimorso alcuno. Mentre si compiva il massacro, il Sith si rese conto che era troppo debole per poter combattere. Troppo. Poteva solo attendere che il suo salvatore gli si mostrasse. Ma una cosa poteva ancora farla: notò una luce lampeggiante, in tutto e per tutto simile a quella che aveva rinvenuto sul corpo di quel killer di poco prima. Si trovava sul corpo di uno degli ufficiali, attaccata alla sua cintura. Era un oloricevitore: l'apprendista Sith premette il tasto per ascoltare il messaggio:

    Lord Traitus: "Hai fallito miseramente. DI NUOVO apprendista. Lo vedo, lo vedo distintamente, sento il dolore che ti eviscera il cranio. E sento il tuo salvatore bearsi della morte che sta dispensando. Il fallimento è tuo compagno, debole Sith. Troppo debole, eccessivamente inutile. Non ti sei rivelato all'altezza, mio fragile apprendista. Ora morirai, forse permetterò al tuo salvatore di coservare le tue viscere come trofeo. Il fegato e i polmoni, a lui piacciono molto, li colleziona. E' una cosa che ha imparato da me..."

    Traitus o chi per lui terminò la chimata. L'assassino che aveva ucciso tutti i soldati stava dirigendosi verso di lui, le due rosse spade puntate verso di lui. Valir doveva fare qualcosa, ma il dolore per la gamba lo lacerava. Ma non poteva permettere che Darth Valir morisse così, no, non ci pensava neanche. Ma doveva agire, e in fretta, senza pensare alla gamba spezzata, che minacciava di fargli perdere i sensi da un momento all'altro...





  6. #31
    L'Onesto L'avatar di Bleada
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    Predefinito Re: [GdR] Nar Shaddaa

    GDR ON NAR SHADDAA

    E così il Lord Sith voleva sbarazzarsi di me!DI ME DARTH VALIR????Il dolore era lancinante e riuscivo a malapena ad essere cosciente .Il mio per così dire "salvatore" si stava dirigendo verso di me per finire il suo lavoro,ma non potevo essere ucciso così....come un cane ferito a morte...
    In quel momento sfruttai la mia rabbia per riprendermi così con uno sforzo sovraumano mi alzai tenendo tutto il peso del corpo sulla gamba non rotta e mi alzai.
    Il mio respiro si fece sempre più affannoso e il mio cuore chiedeva pietà.Guardai distintamente il mio avversario e dissi:


    Darth Valir:Ci vuole ben altro per uccidermi , coraggio fatti sotto maledetto!!

    Così misi la mia spada in posizione di difesa ed aspettai..

  7. #32
    devilmanga
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    Predefinito Re: [GdR] Nar Shaddaa

    non avevo idea di dove si potresse trovare un pezzo grosso come quello, ma pensai che se fossi una persona di così grande importanza che dirigeva un casinò come quello avrei voluto farmi vedere proprio lì dentro e attenzionare il mio casinò direttamente, quindi dissi:

    Devil: Maestro, io propeverei a cercare dentro il casinò...magari questo è un tipo a cui piace farsi notare...e quale posto è meglio di quello creata di persona?! Quindi io direi di controllare dentro il casinò...

  8. #33
    Banned L'avatar di Jalus Naon
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    Predefinito Re: [GdR] Nar Shaddaa

    Devil e Nukassa si diressero lesti verso l'ingresso dell'effettivo casinò. Un paio di antine che giravano sui propri cardini, sollevate di mezzo metro da terra, costituivano la porta d'ingresso in puro stile "western", una specie di modo di vestire che andava di moda parecchi anni fa nell'Orlo Esterno e in quello Intermedio, che praticamente trasformava chi lo seguiva in una copia "ricca" degli allevatori di nerf. E a quanto pareva, più che una moda era una vera e propria filosofia di pensiero e di vita, tanto nota da ricavarsi addirittura una "nicchia ecologica" all'interno dell'architettura, generando un particolare stile di composizione immobiliare. Decisamente originale. Soprattutto il fatto che l'intero Damingo era stato costruito in modo tale da rispettare tutti i canoni della "filosofia western", come veniva chiamata. A quanto pareva, Sighel era una specie di cultore del genere, dunque il suo locale doveva essere una specie di concretizzazione del suo pensiero e dei suoi sogni. Sighel voleva che il mondo teorizzato dal western divenisse realtà ed il suo Damingo avrebbe dovuto riuscire in questo intento. Cosa che, per quel che si poteva vedere, era avvenuta.

    Non c'era ancora moltissima gente nel casinò, dopotutto se si voleva essere "in" bisognava uscire solo dopo una certa ora e per il momento era ancora troppo presto. Meglio, avrebbero avuto meno gente intorno. Il problema era che anche lo stesso Yamin poteva voler essere "in" ed i due Jedi non avevano certo il tempo per attenderlo. Nukassa cominciò a gettare frenetiche occhiate in giro, alla ricerca della "zona vip" o simile, imitato dal giovane Cavaliere. Il locale era decisamente grosso, non sviluppato in altezza, ma, quello si, in lunghezza. Sembrava lungo addirittura varie centinaia di metri, mezzo chilometro forse, scavato all'interno di roccia bianca ben visibile sui muri, con tutta la sua irregolarità e la sua eleganza, a detta di alcuni. I soffitti erano alti cinque metri ed il pavimento coperto da un unico ed enorme tappeto di velluto a coste, verde monocromo. Sighel doveva essere decisamente ricco. Ma questo non faceva altro che acquire il problema: più spazio c'era da controllare, meno erano le probabilità di trovare il loro contatto. I due Jedi gironzolarono per una decina di minuti per il casinò, ma non trovarono nè la zona vip nè tantomeno Sighel. Forse era ancora troppo presto, o forse, semplicemente, non si trovava lì. Non era affatto sicuro, dopotutto, il fatto che chi stavano cercando si trovasse al Damingo.
    Dopo aver cercato in lungo ed in largo per mezz'ora, Nukassa e Devil dovettero arrendersi: Sighel non era lì. E loro erano ad un punto morto, perlomeno al Damingo.

    Nukassa: "E' inutile, qui non c'è nessuno. Lasciamo perdere Devil, è inutile sprecare tempo in questo posto, andiamocene e raggiungiamo invec..."

    Un signore in smoking nero, con due baffetti ed i capelli neri pieni di gel, tirati all'indietro il più possibile, si parò davanti al Maestro Jedi. Forse era il responsabile del casinò in assenza del proprietario.

    Responsabile: "Posso aiutarvi signori? E' parecchio tempo che state girando per il nostro casinò senza fermarvi ad uno dei nostri tavoli, ed io mi chiedo: come mai? Forse i nostri divertimenti non sono sufficienti a stuzzicare il vostro interesse? Troppo poco rischiosi, magari? Allora ditemi, cosa posso fare per voi?"

    Nukassa: "Stiamo cercando il proprietario del locale, il signor Sighel. Avevamo un appuntamento con lui. E' piuttosto importante e noi avremmo premura di incontrarlo".

    Responsabile: "Strano, di solito il signor Sighel mi mette al corrente dei suoi ospiti "privilegiati". Datemi solo un attimo per controllare..."

    Nukassa: "Non c'e bisogno di controllare, il signor Sighel sa di noi. Lei deve solo dirci dove possiamo trovarlo".

    L'anziano Jedi aveva utilizzato la Persuasione di Forza sul sostituto del loro contatto. E, naturalmente, aveva pienamente funzionato. Il loro interlocutore rispose con voce piatta e leggermente impastata:

    Responsabile: "...non c'è bisogno di controllare, il signor Sighel sa di voi. Io devo solo dirvi dove potete trovarlo... si...il signor Sighel si trova nella sua stanza, nella zona nord ovest del Damingo, stanza 50".

    Nukassa: "Molto gentile. Buonasera.
    Andiamo Devil... A meno che tu non voglia dare ancora un'occhiata in giro o chiedere qualcosa al nostro amico. La Forza è ancora padrona della sua mente, per ora".

  9. #34
    Banned L'avatar di Jalus Naon
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    Predefinito Re: [GdR] Nar Shaddaa

    Il Sith che Valir stava disperatamente fronteggiando scoppiò in una malevole e folle risata, che rimbombò nella sala deserta, fatta eccezione per loro due. Pareva quasi che la stessa aria fosse contro il giovane Sith, di colpo divenuta pesante, spessa, sembrava quasi si potesse tagliare con il coltello tanto era densa e Valir non riusciva a respirarla, entrava con orribile fatica nella sua bocca e poi nei suoi polmoni, sembrava addirittura che gli bruciasse la trachea tanto sembrava calda. I suoi occhi lacrimavano incessantemente, a causa del male tremendo dovuto alla frattura, la bocca disegnava un sorriso capovolto dal dolore. La mente era attraversata da continue scariche di sofferenza che partivano dalla gamba, attraversavano il corpo facendosi strada attraverso gli organi, bucandoli con una invisibile punta d'acciaio, aumentando così il dolore, e arrivando fino al cervello, dilaniandolo. Il cuore batteva sempre più forte, o forse no? Forse anzi stava per fermarsi del tutto? Valir non riusciva più a distinguere la differenza. Gli occhi erano accerchiati da una massa nera che si allargava sempre più, offuscandogli la vista in maniera sempre più totale. Cominciava a non sentirsi più dall'addome in sotto, la sensibilità della gamba rotta l'aveva ormai perduta da qualche minuto. Tutto quello che vedeva erano le lame della sua e delle spade laser del suo avversario. Tutto quello che sentiva era la risata malvagia e odiosa dell'altro. Tutto quello che avvertiva erano le sue dite strette sul manico della sua lightsaber, alla quale si aggrappava disperatamente, come stava facendo con la sua stessa vita...

    ...inutilmente. Il Sith abbattè con violenza le spade sulle lame della lightsaber, strappandogli subito di mano la sua arma, poi l'avversario gli diede un calcio in piena faccia. Valir ricadde all'indietro. Non vide più niente. E l'ultima cosa che sentì, furono le lame laser dell'avversario che gli attraversavano il petto e l'addome.

    Valir morì.










    Nessuno sa come Darth Valir si immaginasse l'aldilà. A dire il vero, si sapeva abbastanza poco di lui. Alcuni Sith dicevano che la vita dopo la morte non come dicono i Jedi, non è una semplice riunione con la Forza, è una vera vita, una vita eterna, in un posto nuovo, senza tutto l'orrore che hanno patito e senza battaglie da sostenere. Una vita dove loro possono regnare sovrani, per sempre. Altri dicevano che invece il Lato Oscuro gli avrebbe permesso di reincarnarsi in un altro corpo. Altri ancora che il Lato Oscuro non li avrebbe mai fatti morire, avrebbe mantenuto il loro spirito vivo, nel luogo dove erano morti, stabilendo così il loro dominio su quella zona...

    "Certo che regnare da morto su un avamposto della Repubblica è proprio il massimo della vita... Ho, ho, ho, che battutone", pensò Valir.

    Un momento, che cosa era successo? Si, proprio un attimo fa. Valir...? Ma allora non era morto? No, il suo avversario lo aveva colpito per bene, era stato indubbiamente ucciso. Ma allora, che cosa...? Aveva pensato, aveva appena... formulato un pensiero. Aveva coscienza di sè nella Forza! O dovunque era! Mentre... mentre i Jedi no! Ha, ecco un importante punto a favore dei Sith! Più o meno... sempre morto era. Valir si diede un occhiata in giro... o almeno era una sensazione simile: solo buio, nient'altro. Avrebbe forse dovuto passare l'eternità in mezzo al buio? Come minimo si sarebbe annoiato a morte... Uh, altra battuta... Che tristezza... Sia la battuta che la sua situazione... Era tutto lì "l'aldilà"? Nient'altro? Possibile?
    No. Il Sith vide d'un tratto due figure farglisi avanti, sempre più vicine. Erano sospese nel mezzo del buio. Quando erano molto vicine, Valir le riconobbe. La prima era mikeli, il suo Maestro. Aveva una faccia strana, a metà fra il preoccupato e il furioso. Vicino c'era suo padre. Lui era invece solo triste, d'una tristezza molto lontana, lontana da lui soprattutto. Forse, dopotutto, non gli era andato giù il fatto che fosse diventato un Sith. Magari avrebbe preferito vederlo trottare da una parte all'altra di Yavin 4 nella famosa "Accademia Jedi"... Ma neanche per sogno, Valir era praticamente nato Sith. E quella era stata la scelta migliore per lui. Ne era sicuro... almeno, così credeva. Poi, dalla sinistra apparve Lord Traitus. Come facesse a vederlo, visto che era come al solito paludato in quella sua veste scura... Forse nell'aldilà le cose si vedevano in maniera diversa. Traitus scacciò sia mikeli che suo padre, i quali svanirono nel nulla, poi venne verso di lui, prima piano, poi sempre più velocemente. Ad un certo punto gli era completamente addosso. Lo travolse! La luce...!

    Un flash. Una nebbiolina azzurra gli turbinava davanti agli occhi. Buio. Ora, oltre la nebbia si intravedeva qualcosa. Di nuovo buio. Una luce accecante. Poi ancora buio. Poi un dolore, fortissimo, mai provato prima, esattamente in mezzo al petto... Beh, almeno quella sarebbe stata la zona se fosse stato vivo. Forse stava arrivando verso il vero aldilà, quella che i Sith descrivevano nei loro strani racconti. Il dolore era forte, sempre di più, era come se gli stessero strappando il cuore...

    E invece, il suo cuore non era stato affatto strappato via dal suo torace. Il dolore lancinante era dovuto al fatto che il suo cuore aveva ripreso a funzionare completamente, nella sua interezza. Di nuovo la nebbiolina. Questa volta, Valir riuscì a penetrarla e a vedere. C'era uno schermo, uno schermo di vetro oltre. E quella che lo circondava non era nebbia... era molto più densa della nebbia... era acqua... no, non era acqua... era bacta. Valir era immerso in una vasca di bacta, fin sopra la testa.

    All'improvviso, una specie di energia lo percorse, facendogli scoprire il suo corpo, la sua conformazione, di nuovo. Era la vita, che stava tornando in lui. Il corpo gli faceva un male cane, in ogni più piccolo punto, ma era il dolore più bello e confortante che avesse mai provato. Com'è che diceva? "Se senti male, vuol dire che sei vivo"? Beh, in quel caso, chiunque avesse detto quella frase aveva pienamente ragione.

    Il dolore continuava, anche se era di minore intensità. Valir spalancò per bene gli occhi, voleva guardarsi intorno, essere sicuro che quanto lo circondava era vero, concreto, tangibile. Il liquido nel quale era immerso era senza ombra di dubbio bacta, bacta all'interno di una vasca cilindrica alta due metri e larga uno e mezzo. Oltre, tre metri di stanza completamente sgombra da qualsiasi mobile od oggetto. Al termine una porta aperta sull'oscurità, con una banda rossa verticale a lato dello stipite sinistro. Il Sith cercò di girarsi su sè stesso per potersi guardare indietro, ma non ci riuscì. Era bloccato, non poteva muoversi. Forse qualcosa lo tratteneva, o forse era il suo stesso corpo che era troppo debole per poterlo fare. Pazientò.

    Un rumore sordo, attutito dal denso liquido che lo aveva salvato, gli arrivò alle orecchie, metallico. Una grata dalle reti fittissime si spalancò sotto i suoi piedi, risucchiando il bacta verso di essa, in un convulso turbine azzurro e bianco. Valir sentì d'un tratto tutta la potenza della forza di gravità che lo attraeva impietosa verso terra. Cadde, accartocciandosi su sè stesso come un manichino lasciato al suo corpo privo di scheletro. La testa colpì il cilindro di vetro, ma in modo tale da permettergli di guardare dietro di sè. E così lo vide...
    Anche lui aveva il solito, ormai nauseante vestitone nero, un'unica veste lunga che lo ricopriva da cima a terra. Ma il viso... oh, quello... non lo aveva certo dimenticato. No, affatto. Era il Sith che lo aveva ucciso. Si, insomma... che aveva incontrato in quella struttura isolata. Il suo avversario lo stava guardando senza tradire alcuna emozione, uno sguardo ghiacciato, alcuni avrebbero detto spietato. Una lama gelida che attraversava gli occhi di Valir. Ma quest'ultimo ora non si trovava più nelle stesse condizioni di prima, la Forza glielo diceva. Non aveva più la gamba...

    Già... E la gamba? Che fine aveva fatto? Valir guardò in basso verso sinistra, mentre pensieri terribili cominciavano a mostrarglisi: non era guarita, oppure era guarita ma non avrebbe mai più potuto essere un Sith, brandire la sua doppia spada laser... O, ancora peggio, gli era stata amputata.
    Valir deglutì e chiuse gli occhi. Cosa avrebbe visto, cosa avrebbe provato fra pochi secondi, quelli che lo separavano dalla più che prossima visione? Di nuovo dolore? Sollievo? Terrore? Basta! Doveva vedere!

    L'apprendista spalancò gli occhi di colpo sulla sua gamba... Era dritta. Un buon inizio. Cercò di spostarla verso sinistra, facendola strisciare sul pavimento senza alzarla...
    Non gli faceva male. Allora provò ad alzarla leggermente. Nessun dolore. Tentò allora qualche movimento più ardito. Ancora nulla. Era guarita! La gamba era completamente guarita! Valir avrebbe voluto subito uccidere qualcuno tanto era felice, per dimostrare che era guarito! Ma la felicità lasciò subito il posto ad un odio feroce. Era stato il suo avversario, per quel che vedeva, il responsabile della sua guarigione. Lo stesso che lo aveva... quello che era. Insomma, non si poteva mica tornare dalla morte, no? Per niente. Forse era stata solo un'allucinazione, magari a causa dei medicinali. O forse era semplicemente andato in coma ed aveva sognato tutto. Si, quella del coma era la risposta più plausibile.

    La porta di vetro del cilindro si spalancò davanti a lui con un sommesso ronzio. Nonostante fosse guarito, Valir era però ancora debole. L'altro Sith lo afferrò per la collottola e lo sbattè sul pavimento. L'aria, così densa di vita, colpì Valir in pieno stomaco, un pugno di un peso massimo. Vomitò anche l'anima, sempre che l'avesse ancora. E poi un sorrisetto. Darth Valir non moriva facilmente. E presto avrebbe avuto la sua vendetta.

    Sith: "Ciao, debole apprendista. E' buffo vedere come sai farti del male da solo. No! Stai zitto, non parlare! So già cosa vuoi chiedermi: perchè? Perchè non sei morto con il disonore che ti spettava? Perchè sei qui, riverso ai miei piedi, quasi privo di vita, informe ammasso di carne putrida e marcia, morente ma con tutti i tuoi organi ancora al tuo posto? Il tuo fegato e i tuoi polmoni ora dovrebbero adornare la mia sala di meditazione, lo sai? E' una bellissima sensazione, quella di estirpare l'organo mentre pulsa ancora, il piacere della sua ricerca nel molle ventre del mio avversario distrutto ed il perverso godimento provato nello strappare dal suo alloggiamento il pezzo di carne, cedevole e dolce, come lo sguardo del morente mentre la sua bocca si riempie del suo sangue, traboccando e contribuendo a creare un'immagine ancora più patetica e disonorevole. Ma nulla è come il adorabile profumo della sua vita che lo lascia e di cui io mi riempio. E' bellissimo, una... degustazione degna del migliore gourmet... A volte ho anche mangiato gli organi che ho preso, proprio davanti al suo possessore, che soffriva così ancora di più, che odiava ancora di più e moriva, moriva, moriva....!!!"

    Quel tipo era decisamente pazzo, anche per i canoni Sith. Ma allo stesso tempo affascinante, era talmente perverso da risultare un più che piacevole compagno, come se fosse stato in grado di convincerlo a perdersi dolcemente, con lui, negli abissi di follia che quel Sith conosceva ormai molto bene. Ma Valir non era tipo da simili cose: lo odiava, molto semplicemente. Ed era quello che gli dava forza. Si alzò in piedi.

    Sith: "Uh, non pensavo fossi già in grado di alzarti. Evidentemente la soluzione del nostro comune Signore è più potente di quel che pensavo. Sai, io non ho mai avuto bisogno di quel liquido."

    Improvvisamente, Valir si sentì rinascere ad una nuova vita. Era come... come se fosse rinato, in una seconda nascita che lo aveva reso più forte di prima. Sentì il suo corpo avvampare, si sorprese di riuscire a distinguere ogni organo all'interno del suo corpo, distintamente e con grande precisione, li sentiva ricchi di forza, come se fossero stati quelli di un atleta vincitore di numerose medaglie. Allo stesso modo sentiva una specie di liquido attraversarlo ed asciugarsi, sparire a poco a poco, fino a svanire del tutto. Ma sembrava qualcosa di diverso dal bacta, era... qualcosa di nuovo ed incredibilmente potente, tanto da...da... da strapparlo alla morte?

    Lo sguardo dell'apprendista era chiaro: era ormai guarito, in tutto e per tutto. Si concentrò, sentì la Forza intorno a lui. E la voce del suo avversario:

    Sith: "Hm, ti sei ristabilito velocemente, come previsto. Il siero avanzato ha fatto il suo sporco lavoro. Il nostro Signore ha altri progetti per noi, non osare quindi cercare la tua vendetta su di me, perchè Lord Traitus lo saprebbe e ti distruggerebbe. Subito! Non sfidarlo, se vuoi vivere!
    Egli vuole prima farci compiere una missione e mi ha ordinato di farlo INSIEME a te. Ora rivestiti, là ci sono i tuoi vestiti e la tua arma. Bel lavoro, hai riportato in vita la doppia spada laser dell'antico Lord Maul. Spero per te che tu la sappia usare con la stessa perizia. Presto dovrai dimostrarlo a Lord Traitus. Ti aspetto fuori."

    Il Sith aveva indicato una poltrona alla sinistra della vasca di bacta, sulla quale erano appoggiati i vestiti di Valir e la sua saber. Una volta finito di parlare attraversò la porta e uscì dallo stanzino.
    Era successo tutto ad una velocità pazzesca, nulla era chiaro e tutto rappresentava un'incognita per il giovane Sith. Soprattutto l'improvviso cambiamento nei piani di Lord Traitus. Prima lo voleva morto, poi lo aveva salvato, una nuova missione con un Sith schizzato... E quella vecchia? Non doveva più rintracciare il Signore Oscuro? Troppe domande... Quella missione era cominciata in maniera misteriosa e continuava alla stessa maniera. Evidentemente avrebbe avuto le sue risposte solo alla fine. Ma alla fine di cosa? Di quel nuovo incarico? O forse quando avrebbe trovato, o incontrato, Traitus?

    Per adesso, Valir doveva solo rivestirsi. Al resto avrebbe pensato dopo...


  10. #35
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    Predefinito Re: [GdR] Nar Shaddaa

    GDR ON

    Ero terribilmente sconcertato e troppi dubbi si facevano largo nella mia mente.Il sogno che avevo fatto quando ero in stato comatoso era qualcosa di a dir poco sconcertante ma era pure sempre un sogno....la cosa che mi dava da pensare era che nel mio sogno il volto di mio padre era triste e non felice.Ma come?Era stato ucciso da un Jed...così mi ricordavo.Dovrebbe essere fiero di me e non triste....al diavolo era solo un sogno e nulla di più!Un Sith non dovrebbe avere questi dubbi.
    La cosa che non riuscivo a concepire era il motivo del perchè il Lord Sith mi avrebbe lasciato in vita.I deboli non dovrebbero essere distrutti?Dovevo stare in guardia e se qualcosa mi avrebbe insospettito non avrei esitato ad uccidere il Sith che mi affiancava.
    Così mi preparai ed usci...

  11. #36
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    Predefinito Re: [GdR] Nar Shaddaa

    Valir uscì dalla stanza, trovandosi davanti uno stretto corridoio, cieco a destra, che girava bruscamente a sinistra con una curva a gomito, curva preceduta da una finestra che creava di fatto la deviazione impedendo di proseguire il linea retta, visto che era visibile qualcosa oltre i vetri appannati. Valir seguì il nuovo percorso, che stavolta portava in un'unica direzione, oltrepassando un infinito numero di porte automatiche bloccate, ciascuna di esse contrassegnata da una specie di targhetta fissata al muro solo per un lato, in modo tale che si potesse allungare in fuori, permettendo a chi passeggiava per il corridoio di leggere agevolmente a che tipo di ufficio si stesse avvicinando, senza doversi necessariamente girare verso la parete o la porta interessata. Quel posto sembrava in tutto e per tutto un ospedale, anzi, non un ospedale, ma una clinica privata. D'altronde, gli ospedali di Nar Shaddaa non erano neanche degli ospedali, quanto piuttosto dei lazzaretti o poco più, senza strutture e personale competente. In pratica ti buttavano su un letto e ti lasciavano a te stesso. Per una città al centro dell'attenzione come quella era una cosa piuttosto strana, ma dopotutto nessuno andava sulla Luna del Contrabbandiere per farsi curare. Naturalmente il discorso cambiava per i pazienti cosiddetti "di riguardo", cioè i ricconi che potevano praticamente pagarsi in tutto e per tutto la permanenza in ospedale, i quali avevano allora stuoli di infermieri e medici ai loro piedi. A quel punto, però, non si poteva più parlare di "ospedale pubblico".
    In effetti, quella nella quale si trovava il giovane Sith era proprio una clinica privata, come si poteva leggere sulla scritta che adornava la grande porta d'ingresso, collocata presso la piccola ma elegantemente candida hall che Valir aveva raggiunto dopo aver gironzolato per un po' nei corridoi, piuttosto angusti, che, come arterie che raggiungono inevitabilmente il cuore, conducevano tutti verso la grande entrata principale.
    Oltre la porta automatica si trovava il suo nuovo "compagno d'avventure", visibilmente impaziente di partire. Sembrava proprio che la missione non potesse aspettare un momento di più. Valir varcò l'uscita ed il Sith, senza aprir bocca, gli fece il gesto di seguirlo: girarono l'angolo ovest della clinica ed in pochi passi raggiunsero la nave del novello compare dell'apprendista, il cui portello era già aperto e li attendeva. La nave era una specie di Infiltratore Sith, per molti versi simile a quello utilizzato dall'antico Lord Maul, ma più piccolo e modificato in parecchi punti con strani componenti... Forse qualche ritrovato aziendale che il suo compagno aveva rimediato... E chissà come lo aveva rimediato... Valir non ebbe nemmeno il tempo di guardarli più da vicino, che l'altro Sith lo spronò a salire il più rapidamente possibile. Valir lo odiò ancor di più per come sembrava trattarlo, ma non se ne preoccupava più di tanto: prima o poi avrebbe sentito il dolce rumore della sua testa che rotolava lontano dal suo corpo e più passava il tempo, più l'apprendista assaporava quel momento. Nel frattempo, salirono sulla nave, i cui motori si accesero e permisero all'Infiltratore di decollare.
    Passato qualche minuto dalla partenza, l'altro Sith parlò:

    Sith: "Allora, per quanto riguarda questa missione, Lord Traitus mi ha detto che dovremo recarci in uno dei posti che lui ti aveva segnalato sulla mappa della tua nave, quando sei arrivato in questo buco di posto. Si chiama..."

    Il Sith pigiò alcuni tasti fino a che una scritta non comparve sul video del computer di bordo.

    Sith: "...mmm... "From Dusk Till Dawn", ecco come si chiama. E' uno dei locali nei quali avresti potuto incontrare il nostro Signore, se non fossi stato così debole".

    Valir avvampò di rabbia. Tutte, dalla prima alla dannata ultima, una per una, pezzo per pezzo, ogni singola sillaba gli avrebbe fatto rimangiare, prima di squarciargli il ventre e decapitarlo, quel maledetto. Oh... oh... quanto lo odiava... era impossibile definire quanto odio misto a rabbia provasse Valir per quel maledetto Sith... Ma avrebbe avuto la sua vendetta... VOLEVA averla... e presto o tardi Valir l'avrebbe ottenuta.

    Sith: "Lord Taitus mi ha detto solo che ha bisogno di tutti e due per questo incarico, ma non il perchè. Sembra che una volta lì dovremo uccidere qualcuno, una persona... ma non mi ha detto chi. Penso ce lo comunicherà una volta raggiiunto quel posto. Per ora, goditi il viaggio".

    E rimase in silenzio.

    Trascorse una mezz'ora piena. Valir aveva ancora in mente sia il sogno avuto durante il coma, sia tutte le domande che gli avevano affollato la mente quando era uscito dalla vasca del bacta. Ma era soprattutto una, quella che lo tormentava: era morto veramente, oppure no?

    Sith: "Se stai pensando a quello che ti è successo..."

    Che diavolo...? Forse il Sith si aveva letto nella mente con la Forza? Si era introdotto nei suoi pensieri senza la sua autorizzazione... un nuovo motivo per odiarlo ancora di più.

    Sith: "... sappi che le risposte che cerchi te le può dare solo Lord Traitus. Nemmeno il tuo Maestro, il Sith M'abol. Perchè solo Traitus conosce sia i segreti alla base del particolare siero di sua invenzione che ha permesso al tuo debole corpo di vivere, sia le arcane e misteriose tecniche di meditazione Sith che hanno permesso al tuo spirito di restare in questo modo, invece di unirsi alla Forza. Gli sei debitore della vita apprendista, mettitelo bene in testa e lui esigerà da te la totale ed incondizionata fedeltà, a lui ed alla sua causa.
    Se solo avessi visto quello che sta preparando, se solo avessi potuto dare una fugace occhiata ai suoi grandiosi piani per il futuro di questa miserabile galassia e dei Sith... Non ti saresti mai sentito così orgoglioso di far parte di noi... Mai. Lui è, è... quello che farà veramente tornare grandi i Sith. E che permetterà di fare cose che prima ci sognavamo soltanto".

    L'odiato compare aveva un folle sorriso dipinto sul volto pallido. Sembrava addirittura in una specie di estasi distorta. Poi ne uscì:

    Sith: "Lord Traitus ha fatto sue le ancestrali tecniche di meditazione Sith, che secondo alcuni di noi permettono addirittura di scampare alla morte, se utilizzate in tempo. Quando ti ho trafitto con le mie spade, tu non sei morto immediatemente, così Traitus ha potuto restare in contatto, tramite la Forza, con te, subito dopo avermi avvisato via comlink di non finirti. Ma mentre lui incatenava il tuo spirito al tuo corpo, io dovevo salvare le tue spoglie. Così, per colpa della tua debolezza, ho dovuto correre alla prima clinica privata che avesse delle vasche di bacta decenti, uccidere il personale che mi trovavo davanti, stiparlo nelle varie stanze e ficcarti nella vasca contente sia il famoso liquido che il siero generato da Traitus, siero che ho versato dentro al momento giusto dopo essermelo portato dietro. Meno male che ne basta poco... Il cilindro nel quale ti trovavi aveva discrete possibilità di sovraccaricarsi e di friggerti, sai? Aveva un guasto, ma sai com'è... avevo poco tempo..."

    Un sorrisetto idiota incrinò la bocca dell'interlocutore dell'apprendista. Valir aveva ormai quasi raggiunto il limite di sopportazione: alla prossima, lo avrebbe spellato vivo...

    Sith: "Ma a quanto a pare non bastava. Continuavi a stare male e rischiavi di morire. Traitus ha dovuto intensificare i propri sforzi per salvarti, nonostante ti avesse...perso per un attimo. Quindi forse... si. Per un attimo, per un solo attimo... sei veramente morto".

    Il Sith smise di parlare. Valir venne assalito nuovamente dai suoi pensieri e dai dubbi, che sembravano aver rinnovato il proprio vigore nel frattempo. Poi l'altro Sith continuò:

    Sith: "Ma Traitus è poi riuscito a "ritrovarti", diciamo. E il suo siero ha fatto finalmente effetto, salvandoti del tutto. Il resto lo sai".

    Detto quello, non disse più una parola, anche perchè erano arrivati in quel posto.
    La nave atterrò ed i due oscuri compagni ne discesero. Il locale era malandato e lasciato a sè stesso, con le finestre addirittura sbarrate da assi di legno piantate sulle finistre all'esterno. Era piccolo, una costruzione stretta di tre piani, incassata fra gli altri e più alti palazzoni del quartiere, che assomigliava, per squallore e miseria, al "From Dusk Till Dawn". Valir e l'altro si fermarono davanti all'entrata, un buco rettangolare senza neanche la porta, dal quale proveniva un puzzo immondo e nugoli di polvere. A quel punto il Sith aprì nuovamente bocca:

    Sith: "Resta un attimo qui, vado a vedere una cosa".

    E saprì oltre l'angolo sinistro dell'edificio prima che Valir potesse dire o fare qualcosa. Il giovane apprendista era solo ora, davanti all'angusta entrata della costruzione, che sembrava quasi una enorme testa pronta a divorarlo non appena avesse varcato la soglia...

  12. #37
    L'Onesto L'avatar di Bleada
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    Predefinito Re: [GdR] Nar Shaddaa

    GDR OFF

    Jalus fino quando non ci riprendiamo un po in generale con il gdr non mi sembra il caso di postare ....

  13. #38
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    Il nuovo compare di Valir era sparito in pochi secondi, senza fare alcun rumore. La cosa era piuttosto inquietante, sembrava di essere in una di quelle storie macabre che leggevano i ragazzini e la scenografia non aiutava certo. Se la morte fosse stata una casa, forse sarebbe stata proprio quella. Ma Traitus aveva detto che lì si trovava quello che dovevano eliminare. Evidentemente doveva trattarsi di qualcuno difficile da accoppare, visto che Traitus voleva che fossero in due. Chissà... forse era addirittura un Jedi.
    Valir rabbrividì, emozionato ed esaltato dalla possibilità di poter finalmente uccidere "uno di loro". Ma prima doveva entrare: i casi erano un paio. O seguiva la stessa strada dell'altro Sith, voltando a sinistra e costeggiando la parte relativa dell'edificio, in cerca di qualche finestra aperta o apertura che gli permettesse di entrare senza passare dalla porta, oppure... passava dalla porta principale, con tutti i rischi del caso. Ma, dopotutto, anche passare per una finestra poteva essere rischioso... Altrimenti c'era l'altro dell'edificio. Volendo c'era anche il tetto, ma viste le ultime esperienze... Per finire, poco sopra la porta era visibile una finestra, raggiungibile con un Salto di Forza, abbastanza ampia da permettere a Valir di attraversarla.
    La scelta era piuttosto ampia...



  14. #39
    L'Onesto L'avatar di Bleada
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    Predefinito Re: [GdR] Nar Shaddaa

    GDR ON

    L'individuo che mi accompagnava era sparito, nel nulla, ed ora più che mai non mi fidavo di lui, sicuramente era andato a cercare il bersaglio ed ucciderlo per conto suo o oppure era una trappola.Qualsiasi fosse stata delle due dovevo agire!
    Mi guardai intorno per vedere analizzare il posto e decidere la strada migliore ed usai il "Salto di Forza" per raggiungere la finestra e così da vedere la situazione al suo interno.Questa volta dovevo essere meno avventato.

  15. #40
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    Predefinito Re: [GdR] Nar Shaddaa

    Con un balzo, grazie alla Forza, Valir raggiunse l'apertura, la attraversò e piombò sul pavimento. Si diede subito un'occhiata intorno: davanti a lui un corridoio non più lungo di sei metri terminava in una scala che scendeva al piano inferiore. Ai lati del corridoio si trovavano tre aperture, che un tempo dovevano essere state coperte da una porta, davano sulle rispettive stanze, le quali erano piuttosto piccole. Il pavimento era ancora una volta di legno, ma non c'era odore di marcio in giro, solo un gran puzzo di vecchio. Valir mosse qualche passo, ma un'ombra passò davanti alla finestra da cui era entrato. Affacciatosi fuori, il Sith non vide più nulla. Chiunque fosse era stato dannatamente veloce. L'apprendista si mosse con circospezione. Passò davanti alla prima coppia di porte e vide che le stanze erano provviste di una specie di abbaino.
    Un fruscio e di nuovo l'ombra! Prima da una parte poi dall'altra! Era velocissima! E ancora! E ancora!

    Poi più niente.
    La polvere era una spirale nelle lame di luce che filtravano attraverso le aperture del tetto, intorno solo la penombra. Qualche scricchiolio. Rumore di animaletti, forse topi di Rubill, che correvano qua e là, invisibili...

    Gocce di sudore bagnavano la faccia del giovane adepto del buio. Era una missione pericolosa quella, forse più di quel che credeva. Poi eccola...

    Un'ombra nacque alla base delle scale e cominciò a salirle, piano, piano, piano. Non faceva rumore. Stava solo salendo ad incontrare Valir...


  16. #41
    L'Onesto L'avatar di Bleada
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    Predefinito Re: [GdR] Nar Shaddaa

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    Dovevo agire perchè il mio nemico si stava pian piano avvicinando a me senza emettere il benchè minimo rumore....sembrava fosse leggero come una piuma.Così mi nascosi nell'ombra ed aspettai....se fosse stato uno Jedi avrei dovuto scontrarmi e non vedevo l'ora.I battiti del mio cuore aumentavano vertiginosamente,così veloci che li sentivo dentro la mia testa.L'adrenalina aumentava ogni volta che il mio nemico si faceva più vicino,ma dovevo stare calmo e pazientare anche se con molta difficoltà.Così chiusi gli occhi e mi concentrai.

  17. #42
    Banned L'avatar di Jalus Naon
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    Predefinito Re: [GdR] Nar Shaddaa

    Con gli occhi serrati sui soli suoi sensi, Bleada non poteva vedere. Poteva affidarsi solamente a quello che poteva sentire. Passi pesanti e cadenzati si abbattevano sui gradini di legno che conducevano lo sconosciuto verso di lui. Null'altro era udibile in quel momento, i rumori esterni si erano arrestati per permettere al passo del nemico di rimbombare nel petto di Valir, per aumentare lo sgomento, la paura, del prossimo scontro.
    Poteva solo sentire...

    E sentì. Ma solo una voce:

    Sith: "Cosa fai nascosto lì dietro, tu? Avanti, fuori! Non abbiamo tempo da perdere, non adesso. E' chiaro!? Dobbiamo ispezionare il restro del piano di sotto, non c'è nessuno qui.
    Sbrigati e seguimi".

    Ed il suo nuovo compare ridiscese le scale, abbozzando a mezz'aria parole come "bamboccio", per non dire di peggio.

  18. #43
    L'Onesto L'avatar di Bleada
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    Predefinito Re: [GdR] Nar Shaddaa

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    La mia pazienza aveva un limite e quel sith la stava mettendo alla prova,alla prima occasione l'avrei ucciso di certo, ma ora mi serviva il suo aiuto.
    Dopo quella frase lo guardai negli occhi ed annuì con la testa ed iniziammo a scendere le scale.





  19. #44
    Banned L'avatar di Jalus Naon
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    Predefinito Re: [GdR] Nar Shaddaa

    Valir non era arrivato alla base della scale che il suo compare si arrestò. Se le sue orecchie avessero potuto tendersi, in quel momento sarebbero state lunghe svariati metri. Ancora nessun rumore. Non era possibile! In quel posto anche il vento era insonorizzato!? Non era proprio possibile! Ma il Sith si alzò!

    Sembrò più alto di tanti metri, più micidiale di prima, più squarciato dal pazzo demone... Si voltò verso Valir come la morte fa con colui che è prossimo ad entrare nel suo ventre e la veste nera gli volò attorno! Egli parve afferrarla, coprirsene le mani ed elevarla al di sopra di ogni cosa, per mostrare la follia che batteva nel suo corpo marcio.
    Ed urlò.

    Sith: "Raaaaahhhhh!"


  20. #45
    L'Onesto L'avatar di Bleada
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    Predefinito Re: [GdR] Nar Shaddaa

    GDR ON

    Cosa diavolo gli è preso?Bhè non mi importa non mi fa paura ...gli farò vedere io chi è il "pivello"...anche se adesso nei suoi occhi vedo la sua vera entità maligna e pregna del lato oscuro della forza, ma non devo temere il lato oscuro della forza è potente in me ed ne ho già avuto la prova .
    Così lo guardai dall'alto verso il basso e feci un passo indietro, sfoderai la mia saber e la misi in posizione di difesa .
    Lo guardai negli occhi e gli dissi:


    Darth Valir : Hum...finalmente un po di azione!Fatti avanti!!

  21. #46
    Banned L'avatar di Jalus Naon
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    Predefinito Re: [GdR] Nar Shaddaa

    Nonostante Valir avesse la palese intenzione di combattere, il Sith invece di accendere la sua saber, gli urlò in faccia:

    Sith: "Dietro di te! Attento!"

  22. #47
    L'Onesto L'avatar di Bleada
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    Predefinito Re: [GdR] Nar Shaddaa

    GDR ON

    Guardando il sith negli occhi mentre mi intimava di guardarmi alle spalle dovetti scegliere se girarmi o meno anche perchè poteva essere una scusa ,ma mi fidai del mio istinto e mi girai di scatto per vedere se vi era veramente un avversario alle mie spalle....se fosse stato un pretesto per colpirmi sarei morto da sciocco.

  23. #48
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    Predefinito Re: [GdR] Nar Shaddaa

    C'era una cassa in legno piena di polvere e priva di colore con un cilindro piegato su un fianco, coperto di sabbia e di colore rosso sporco. E poi c'era il buio. Quando a Valir apparve questa misera visione, il Sith aveva già smesso di urlare. E il silenzio si era abbattuto su quel luogo.

    Sith: "A sinistra!"

    Un qualcosa di metallico cadde a terra. Uno scalpiccio sommesso seguì il clangore. Gli occhi dei Sith si muovevano rapidi da un punto all'altro dell'oscuro sottoscala, alla ricerca di qualcuno... o qualcosa...
    Si aspettarono di vedere comparire qualche nemico, ma... non comparve niente.

    Sith: "C'è qualcosa di strano in questo posto..."

    Disse il compagno di Valir.

    Sith: "Avanti, dobbiamo continuare. Non avrai mica paura, no?".

    Girò a sinistra e spalancò una porta di legno, i cui cardini cedettero non appena questa toccò la vicina parete del medesimo materiale. Quello la appoggiò allo stesso sottile muro. Valir gettò un'occhiata oltre l'uscio: una scala malferma scendeva nella cantina, terminando in un breve corridoio con una porta a destra ed una a manca. La terza e ultima era di fronte alla scala, distante qualche lurido metro.

    Sith: "Da dove vuoi cominciare? Visto che sei debole ti lascio scegliere. Ma solo per questa volta, chiaro?".

  24. #49
    Banned L'avatar di Jalus Naon
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    Predefinito Re: [GdR] Nar Shaddaa

    Valir ci pensò un po' su. A cosa era dovuto il rumore di prima? Il Sith non lo aveva ucciso quando si era girato, dunque aveva veramente voluto metterlo in guardia. Contro un qualcosa che aveva creduto di vedere, però... O contro qualcosa che era riuscito a svanire. Probabilmente era il loro bersaglio, ma di lui sapevano poco. Avrebbe potuto anche essere una trappola, un'esca. Avevano fatto bene a non infilarsi in quel sottoscala. Ma restava l'interrogativo... E se non fosse stato il loro bersaglio?

    Sith: "Al diavolo..."

    L'improvvisato compagno si mosse stizzito e raggiunse la porta in fondo. Prima di aprirla si girò:

    Sith: "Non capisci quello che ti dico o così debole da non poter neanche fare quello che ti ordino? Cerca in una di quelle stanze, avanti!"

    Aprì la porta e si buttò nell'apertura, troppo stretta perchè si potesse vedere oltre. L'uscio sbattè violentemente per chiudersi. Porta a sinistra e porta a dritta. Entrambe piccole, di colore verde opaco, impolverate e cigolanti il più possibile. E chissà cosa c'era oltre...



  25. #50
    Nharre
    ospite

    Predefinito Re: [GdR] Nar Shaddaa

    up per salvarlo dall'apocafud...

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