ilgrillo ha scritto mer, 14 dicembre 2005 alle 13:34
Questa tassa è figlia di un ragionamento contorto.
Perché pagare di più per poter vedere un film violento? Perché si teme che la spettacolarizzazione di tanta violenza abbia un ritorno nella violenza sociale? Si cerca di dare un valore economico alla violenza "distribuita" dalle case cinematografiche per pareggiare le politiche d'intervento sul territorio?
Da sempre sono convinto che un'esplosione di violenza generalizzata sia penalizzante per la società, per la convinzione che la normalità sia il frutto della consuetudine. Tuttavia, non è monetizzando la violenza che si può spingere la gente a optare per i lungometraggi di metà novecento della Disney o per i romanzi di Liala.
Ciao.