gh, ambiente troppo acido...
me ne vo
gh, ambiente troppo acido...
me ne vo
mi hai dato questa impressione, felice di sapere che non era tua intenzionebradbet ha scritto lun, 09 giugno 2003 02:24
io intendevo che ripromettersi di non soffrire è una promessa che può essere mantenuta...
ma che la tua risposta mi fa credere che questa possibilità sia più lontana...
ti ho dato del ragazzo perché mi piace dare del ragazzo, non c'era volontà di essere poco rispettoso, spero di non averti dato questa impressione...
per creare flame dev'esserci ossigeno.
uff...
gangio, scusa se ti ho dato questa impressione
val: dov'è l'acido?
non ho capito il tuo commento... tutto qui...
Anche l'ultima speranza e' svanita.
Rimarrà un bellissimo ricordo.
Falchetto ha scritto mer, 18 giugno 2003 08:13
Anche l'ultima speranza e' svanita.
Rimarrà un bellissimo ricordo.
di questo ricordo sii feliceFalchetto ha scritto mer, 18 giugno 2003 08:13
Anche l'ultima speranza e' svanita.
Rimarrà un bellissimo ricordo.
e rirendi ad apprezzare le piccole grandi gioie della vita
attento solo a non vivere di questo ricordo: i ricordi sono come l'aria: indispensabili, ma di soli ricordi non si vive
"In una bella giornata di sole, si vede l'eternità."
E' da questa frase, trovata nel sesto volumetto de "Le situazioni di lui&lei" che nasce questa mia cosa.
Me la immagino in una bella campagna italiana, in una primavera calda, ma non troppo, piena di odori non troppo accesi, con questo bel cielo azzurro, appena segnato da qualche impalpabile nuvola.
Lo sguardo carezza il dolce moto ondulatorio delle colline soffermandosi su qualche albero, qualche costruzione abbastanza antica da non spezzare l'armonia; sono solo piccoli dettagli, la mente non si affatica ad assimilarli e a farne un tutt'uno, un tutt'uno con lo spirito della terra e del cielo.
E così la verde terra si fonde col cielo azzurro.
Lo sguardo si spinge, accompagnato da qualche timido gioco di luce solare, verso gli sbuffi delle eteree nuvole; quasi come fossero disegnate nella volta celeste, pitturano nella mente strane immagini cui inutilmente la fantasia cerca di dare un significato; pian piano diventano figlie della casualità, vittime di dolci sconvolgimenti aerei.
Portato per mano da queste immagini, lentamente lo sguardo si spinge dove il colore non è più acceso; un'amalgama di tensione e di calma si crea, man mano che la mente spazia tra l'esistenza di ciò che non si vede e l'evidenza del nulla.
Il corpo è quasi spinto in avanti dal bisogno di sapere cosa è nascosto agli occhi, ma presto esso stesso si rende conto della frustrazione.
Per quanto ci si spinga verso questo lontano blur, esso sempre sfugge, insistente ci pone di fronte alla nostra limitatezza.
A questo punto avviene il miracolo, una leggera brezza accarezza la pelle, gli occhi si chiudono, un mondo di sensi che prima non esisteva si sveglia e tutto diventa paradossalmente chiaro.
La vista, ora privata di quella intrinseca costrizione, spazia libera oltre il fumo, con emozionante accelerazione attraversa tutte le realtà conosciute e se le lascia alle spalle, palazzi e alberi, fiumi e laghi, campi, boschi, montagne, sempre accelerando infine giunge all'eternità ed in essa, senza fermarsi, si riposa.
Si può quasi assaporare l'assordante silenzio che in essa risiede, fatui giochi di luce ingannano gli ormai inutili occhi.
Penetrante e avvolgente il calore ci fa rabbrividire.
La calma ora pervade ogni senso.
Su tutto svetta un gioioso calore nel cuore, ché, nel viaggio nell'eternità, il solo eterno sentimento ci ha accompagnato: Amore.
Sembra che io voglia essere triste per forza....ma non lo sono...
Son pizzichi di pensieri che agitano il mio cuore,
s'incendiano, ardono e come una meteora svaniscono,
lasciano una fievole scia di stelle
dal forte profumo di nostalgia.
Un anno e' passato e io allora ero confusa, disperata, persa, senza speranza.....adesso ricordo tutto quello che ho provato con dolcezza e se non lo avessi vissuto non sarei la stessa....
non ti conosco, però è bello ciò che scrivi
Praticamente Falchetto posta quasi esclusivamente all'interno di questo topic (mi riferisco all'AdP). È un peccato, perché è bello ciò che scrive...
Bentornato rapace...
e già che ci siamo...
bentornato angioletto
Ben ritrovata amica mia
sai che mi turba tornare da te in momenti come questo, ma sai anche che egoisticamente ti considero mia e per questo mi sento in diritto di appesantire il tuo cuore con i miei lamenti...
forse ricorderai quando ti confessai di aver pianto in sogno: non è stato molto tempo fa, allora accennai vaghe elucubrazioni sul mondo dei sogni e sul loro ruolo nella vita...
non ho cambiato opinione... qualche notte fa mi è successo di nuovo
non ho ricordo di come è stato allora, ma questa volta è stato intenso... tanto che mi chiedo se sia stato veramente un sogno...
perché piango solo quando non sono cosciente?
Perché altrimenti controllo questo tipo di reazioni...
perché lo faccio?
perché mi precludo questa valvola di sfogo?
posso pensare di non piangere per non essere di peso agli altri ("put a smile on your face, don't bring everybody down like this")
ma non lo faccio nemmeno quando sono da solo...
orgoglio: gli uomini non piangono, dimostra di essere uomo... cavolate...
mah, mi sa che non lo capirò mai...
c'è un altro concetto di cui vorrei renderti partecipe, ma non trovo le parole...
ne lascio solo una, per aiutare il mio ricordo quando volgerò nuovamente il mio sguardo ai tuoi stanchi occhi:
logoro
bè, ora vado, alla prossima volta amica mia
possa una dolce brezza carezzare la tua candida pelle
Ogni persona minimamente sensibile conosce il comportamento ideale in ogni situazione...
basterebbero due o tre calcoli per capire qual è la soluzione migliore di ogni problema
nella maggior parte dei casi
ma no...
svariati motivi impediscono che ciò avvenga: paura, orgoglio, egoismo... altri ancora...
Siamo i peggiori nemici di noi stessi?
Ci impediamo di vedere l'armonia del disegno generale perché ferirebbe il nostro orgoglio, perché ci fa comodo...
E' veramente tutto così semplice?
Non lo so, ma in fondo fa comodo pensarlo...
l'orefice si taglia le vene meglio di chiunque altro
Togliere i lacci che negano la libertà significa vedere la realtà attraverso lenti colorate?
ma anche l'orefice muore
Sono tutte illusioni... e
tutto è un'illusione.
La vera libertà è ridere della morte?
Uno dovrebbe essere pazzo...
è la pazzia la vera libertà?
può essere...
ma la pazzia in fondo è semplicemente l'andare contro delle regole non scritte
pace
Quasi velati eran gli specchi
caldo vapore, tetro torpore.
Esili rivoli che mai scorreranno
scavano il volto di morfeo,
affatto afflitto ne è il cuore
eterna dimora di celato dolore.
Muta il dolore in muto soffocamento,
gelida bruma in una valle spettrale
ove punto s'ode se non un lamento
d'un'anima lacerata dal proprio male.
Vani nascon rigogliosi i frutti
d'alieni spettri di catene ornati,
fredde fiamme muoion fra i flutti
dell'asettico mare ove siamo arenati.
Le lacrime scendevano sulle mie guance
e io raccontavo
raccontavo della mia triste vita
delle cose mai vissute
delle cose perse....
hai messo le tue dita sulle mie labbra
hai asciugato i miei occhi:
"sei come il brutto anatroccolo....
ma sei un cigno per me......"
ma un cigno unico tra i cigni, con voce da usignolo
credo che una persona che non riesce ad ottenere la pace con se stessa abbia difficoltà ad inserirsi in un gruppo
e più grande è il gruppo maggiore è la difficoltà
ogni anima ha bisogno di ritagliarsi il suo angolino, di assumere un ruolo
un'anima che non è padrona di se stessa ha difficoltà ad accettare il ruolo che ottiene e tendenzialmente sviluppa un desiderio di potere
per sentirsi a proprio agio con gli altri necessità di una qualche autorità su tutto ciò che ha intorno
questo credo.
è questo che io vedo guardandomi intorno?
vedo persone che soffocano perché non riescono a sfruttare l'aria che hanno nei polmoni?
vedo persone che credono, ottenendo un potere esclusivo su tutto l'ossigeno, di poter respirare liberamente?
chissà...
Desolato
nel mezzo di questo marziano deserto mi tengo disperatamente aggrappato ad una corda sciolta
inghiottito dal vuoto che ho intorno odo le voci dei fantasmi del passato
come echi
nella mia mente prosperano e si susseguono immagini volte a coprire il tetro squallore in cui giaccio
riflessi dai miei occhi questi pensieri pargono un fulmine nel nulla
abbagliato chiudo nuovamente le palpebre e faccio ritorno nel mondo vero
stringendo forte una corda sciolta
Lo squallore muta il proprio aspetto
un lifting d'acidità e sospetto
tra gli spenti bisbigli di sorpresa
persevera nel proprio apatico torpore
un mesto silenzio desolante
da cui emerge il solo gemito
della verità morente
Risorto e poi morto,
in un'esistenza che copre gli occhi
per proteggerli dall'ombra.
Soffocati da un alito d'ossigeno
nuotiamo all'indietro,
contro corrente.