Pensieri, parole, opere e omissioni

[Emack]

"Risorto e poi morto": non ho compreso bene il concetto. Puoi spiegarmelo?

[bradbet]

Bè, la cosa nasce dalla sensazione di aver ripreso a vivere che alcune situazioni nell'esistenza di un individuo possono dare, in contrasto con l'apatia in cui si ricade nel momento in cui queste situazioni diventano routine.

[blackdove]

è tempo di spolverare le mie ali
per mostrare la mia oscura luminosità

[Falchetto]

[bradbet]

Non è ora di morire; pesa l'eredità, ma le dita scivolano sulla tastiera; come allora, se non come ali. Torno a inspirare l'acre miele dei miei pensieri; solo, in compagnia di me stesso (meglio soli o male accompagnati?) e delle anime morte; di quei brandelli di verità che paiono appiglio, ma che son solo corda (rigorosamente sciolta).
Non è pace ciò che ottengo rispolverando antichi sentimenti, ma è lodevole proseguire, con erroneo ed errante.
Non è ora di morire.

[Il Comandante]

Perdere pian piano il legame con la realtà.Realizzare che è tutta un'illusione,che gli esseri umani non comunicano,che ognuno assimila e attraverso impulsi pronuncia parole,parole vuote,che non significano nulla quando nulla ha senso.Il legame con le parole è inscindibilmente perduto,pensare che un tempo credevo avessero un senso,adesso non sono altro che il frutto degli impulsi che il mio cervello riceve.Dove il senso allora?Non ho un'identità,assimilo tanto dagli altri,troppo,e spaccio questo per me stesso.La serenità è perduta,mi chiedo se mai potrà tornare,poichè adesso tutto va bene,qualsiasi altro sarebbe felice,ma non io.Siamo solo polvere,quando non riusciamo ad esprimerci.Come me adesso.

[Il Comandante]

Siamo fatti per guardare,
guardare e non toccare



In fondo basta che sai che funziona così, che non c'è nulla di definito, che puoi smontare la felicità che stai provando in pochi attimi, così come la tristezza. Solo ci vuole un po' più di fatica. Ed una volta che hai smontato l'una e l'altra, che hai visto quanto fossero labili tutte e due, che rimane? Il nulla. Già. Non sei più sicuro di nulla, neanchè di ciò che ti comunicano i tuoi cinque sensi. E allora provi a smontare anche quelli, e ti accorgi che ci puoi riuscire. Che se ti metti d'impegno puoi frenare gli impulsi del cervello per non sentire piu i tuoi sensi. Puoi bloccare i messaggi. L'essere umano può smontare tutto. E quando ci si accorge di questo? Si resta delusi. Combattere una vita per i propri valori per ottenere qualcosa che si smonta in due secondi. Si resta delusi e dispersi. Che fare? Si può scegliere. Io ho smesso di smontare. E anche di montare. Tutto è così. E' semplice e funziona.

[bradbet]

Grazie.

Forse è solo quando tutti i sensi sono perduti che si percepisce realmente ciò che vale...
simmetricamente, quando ci si sforza con tutto il cuore di "sentire" qualcosa tutto il resto svanisce, come remote luci nella nebbia...

chissà...

[Il Comandante]

Affrontare le cose con consapevolezza porta anche a fare tutto con meno paura.
"I'll tear my heart out before I get out". E nella situazione in cui mi trovavo, stava accadendo l'opposto...

[Il Comandante]

Occhi stanchi di illuminarsi nel buio, cervello scoraggiato dal comprendere in funzione di un mondo troppo distante, lacrime che rifiutano di uscire e di posarsi sul solito cuscino, ed anche lui, stanco di essere abbracciato, sembra rigettarmi con innaturale fastidio. E quel disco che ha assaporato infinite volte il sentore della mia solitudine, anche lui sembra mostrare giustificata indecisione nel compiere quel movimento meccanico dalla cui ciclica ripetizione sensazioni vissute riprendono vita, illudendo anime in cerca di illusione, disilludendone altre in cerca di disillusione, rattristandone altre ancora in cerca di catartica malinconia. Ed è ormai troppo spesso che sento la stessa voce, quella delle mie orecchie, che continua a ripetermi che il disco ormai non ha più motivo di girare.

[Il Comandante]

Sono un bambino innocente.
Ogni tanto decido di pensare, e se penso perdo la mia innocenza, perchè mi attacco ai pensieri.
E allora non penso. Riesco a cogliere tutte le sensazioni possibili se non penso. Riesco a cogliere il conforto di una casa, l'affetto naturale per una persona, la pace nel poggiare la testa su un cuscino ed abbandonarsi. Tutto al solo prezzo di non pensare.
E' bello. E' confortevole non attaccarsi ai pensieri, a delle immagini. Lasciare che sia. E' questa la strada, il pensiero è un'illusione della coscienza. Ogni tanto ancora mi prende, penso che gli altri non esistano, ripenso a cosa sarei potuto essere se non fossero successi determinati eventi, ed allora precipito nella piu quieta delle disperazioni. Ma è inutile. Inutile masturbarsi col pensiero. L'unico modo per catturare tutto è vedere, e cogliere tutto com'è, senza la pretesa di prenderlo, impacchettarlo, usare il pensiero ed elaborarlo al solo scopo della masturbazione.
Il pensiero è morto, la verità è viva, e non si può raccontare, né apprendere attraverso il pensiero di qualcuno. E' così vicina che neanche lo immaginiamo, e per coglierla basta ascoltarla, non servono né preparazioni mentali, né studi, basta non pensare e non rigettare le sensazioni che l'anima prova, pretendendo di sottometterla e di comandarla a nostro piacimento. Tra noi e lei deve esserci una pacifica convivenza.

[bradbet]

Il Comandante ha scritto dom, 06 marzo 2005 alle 18:53
Sono un bambino innocente.
Ogni tanto decido di pensare, e se penso perdo la mia innocenza, perchè mi attacco ai pensieri.
E allora non penso. Riesco a cogliere tutte le sensazioni possibili se non penso. Riesco a cogliere il conforto di una casa, l'affetto naturale per una persona, la pace nel poggiare la testa su un cuscino ed abbandonarsi. Tutto al solo prezzo di non pensare.
E' bello. E' confortevole non attaccarsi ai pensieri, a delle immagini. Lasciare che sia. E' questa la strada, il pensiero è un'illusione della coscienza. Ogni tanto ancora mi prende, penso che gli altri non esistano, ripenso a cosa sarei potuto essere se non fossero successi determinati eventi, ed allora precipito nella piu quieta delle disperazioni. Ma è inutile. Inutile masturbarsi col pensiero. L'unico modo per catturare tutto è vedere, e cogliere tutto com'è, senza la pretesa di prenderlo, impacchettarlo, usare il pensiero ed elaborarlo al solo scopo della masturbazione.
Il pensiero è morto, la verità è viva, e non si può raccontare, né apprendere attraverso il pensiero di qualcuno. E' così vicina che neanche lo immaginiamo, e per coglierla basta ascoltarla, non servono né preparazioni mentali, né studi, basta non pensare e non rigettare le sensazioni che l'anima prova, pretendendo di sottometterla e di comandarla a nostro piacimento. Tra noi e lei deve esserci una pacifica convivenza.

Già...
non c'è dubbio, è proprio così

[Dunkan]

Il mio corpo
non sarà la mia prigione.

Libererò la mia anima
e brillerò come il sole.

[TomBombadillo]

La maggiorparte delle volte il problema non è la risposta, ma la domanda. E' più o meno così che si genera il senso di smarrimento.

Pensare che le parole abbiano il potere di esprimere qualunque cosa non mi trova daccordo perche le parole nascono dalle cose e le cose se ne fo77ono delle parole.

E allora a volte sebbene si sappia qualcosa letteralmente non ci sono le parole.

Verba Volant e scripta manent ma allora rimane solo ciò che le parole descrivono che non è tutto.

E quale informazione manca a noi generazione elettronica informatica bombardata di informazione? Manca tutto ciò che non si può descrivere a parole e sarei ingenuo a dire che è poco perchè ovviamente non so nemmeno cosa sia.

La mia prof. delle medie suggeriva spesso di intitolare gli scritti alla fine, questo potrei chiamarlo smarrimento e farlo criticare da voi visto che è molto che non ricevo critiche costruttive.

[Zorro Kamikaze]

I rimpianti sono fini a sè solo come il silenzio per i muti.

[The Felix]

Essere se stessi vuol dire accorgersi di essere carne che cammina.

[TomBombadillo]

No Sense Tale


C'era un grosso lupo che soffiava sulla porta di una casetta.

D- Hai mai pensato di bussare? -

L- Non risponde nessuno ,ma sento le voci-

D- Forse sotto lo zerbino...... -

L- .......C'è la chiave,grande idea -

Aprii la porta,the first room era una graziosa sala da pranzo con sette sedie,sette piatti,etc. etc.
Nella stanza accanto si sentivano almeno sette voci che parlavano fra di loro.
Entrammo;
qui disposti ordinatamente in fila,trovammo sette piccoli letti ed una gigantesca sveglia a muro.
Sopra uno di essi c'era mastro Geppetto.

Da SOLO.

Era vestito da minatore ed aveva un gran colbacco bianco in testa. Si muoveva di letto in letto cambiando voce,espressione e gesti. Stava (o stavano) discutendo animatamente sull' origine della vita:

- Dapprima c'era il verbo...-
provò a dire Dotto

- Minchia che cavolo dici,era la grande cosca.... -
interruppe Cutolo a sua volta interrotto.

Senza scomporsi Grandangolo sentenziò
- Solo numeri generarono il caos ..... -

- Assolutamente no -
intervenne Cetrìolo
- Era il limo primordiale poi vennero i legumi.......

Il lupo guardava Geppetto allibito con gli occhi sbarrati,e devo ammettere che anche a me quel simpatico vecchietto sembrava un tantino schizzofrenico.
Comunque il discorso aveva preso una piega interessante:
sembrava che l' inizio di tutto fosse in qualche modo una gigantesca tartaruga che viaggiava nello spazio con 4 elefanti a carico.
Ad un passo da una conclusione, mentre Gomitolo aveva quasi finito il maglione, Brontolo brontolò di aver fame. Come in risposta, improvvisamente, la sveglia cominciò a suonare.
UN RUMORE FORTISSIMO,PENETRANTE,FASTIDIOSO E PROLUNGATO.
L'unico a non risentirne sembrava essere Geppetto. Evidentemente il vecchietto aveva i timpani bucati da tempo.

Il suo "colbacco" bianco si alzo inaspettatamentediscatto facendo sfoggio di due lunghe orecchie e di una curiosa espressione terrorizzata:- E' TarDi ,è TArDi -cominciò a gridare.

Ciò detto scese dalla testa del falegname,senza fare una piega prese la gigantesca sveglia a muro e uscì dalla porta. Dietro di se aveva lasciato una brillante scarpetta di cristallo col tacco a spillo.
Geppetto era andato tavola.
Il lupo stressatissimo si era accucciato dentro un letto e nell' altra stanza un signore in bombetta ci indicò che qualcuno era entrato nel camino.







....dove sono i tre porcellini?

[Dunkan]

Quante volte si rimane soli, in una stanza, con le proprie paure, i propri timori, le proprie incertezze, le proprie speranze, i propri sogni, i propri ideali, i propri pensieri, i propri progetti, i propri limiti, le proprie catene, le proprie croci; con un vento che soffia dentro, che spazza forte il deserto del nostro animo, creando paesaggi burrascosi, mari in tempesta e fulmini sfolgoranti di sublime bellezza.

Quante volte tutte le nostre ambizioni, le nostre energie, i più alti propositi, vengono inesorabilmente attirati in uno squarcio nero, immenso, infinito, che non lascia spazio ad aspettativa alcuna, ma fagocita accanitamente quella singolare, misteriosa forza, che ogni giorno ci aiuta ad andare avanti.

Già, quante volte è successo. Ed ogni volta, sembra sempre la peggiore, quella estrema, quella invalicabile, dalla quale pare impossibile rialzarsi. Eppure, se continuano a succedersi, e noi a credere che quella presente sia la peggiore, significa che ce ne è stata una precedente, ormai superata. Questo significa che, lentamente, forse inconsciamente, abbiamo saltato oltre quel baratro.

Non dobbiamo vivere nella paura di poter incappare nuovamente in quel buio, altrimenti ci precluderemo la possibilità di poter rivedere e rivivere quelle stesse esperienze che, in passato, c’hanno permesso di elevarci, oltre le nuvole, superando le stelle, verso l’infinito, quasi a sentirci degli dèi.

Ostruire questa fame di eternità, di assoluto, è la vera morte.

Il mondo è solo un’illusione, un sogno. Ma anche noi sogniamo. Facciamo del nostro mondo, il nostro sogno.

[StM]

da "Stralci (e frammenti, va')"

StM ha scritto sab, 27 marzo 2004 alle 23:33
Questa è la parte più decente di un raccontino che provai a scrivere tempo fa, ma che non ho terminato (aveva veramente poca carica).





Le dita lavoravano freneticamente. Non c'era rotazione, traslazione o combinazione che non provassero. E le mani prendevano esempio: si alzavano, abbassavano, roteavano, si avvicinavano e allontanavano. Inutile aggiungere che le braccia non stavano a guardare, e non perché fossero (come erano, a essere sinceri) cieche. Il corpo intero sembrava in preda ad una danza rituale, appassionata, ma morbida e leggera.

E non poteva che essere leggera: Jeno era incasellato nel suo nuovo dispositivo di interfacciamento così bene, che qualsiasi movimento facesse non gli causava fatica. Ma quello che egli faceva non era danzare: stava lavorando al suo progetto più importante, quello che poteva cambiargli la vita; ed esso era così importante che i suoi input corporei, diligentemente interpretati da Adelaide, avevano proprio l'aspetto di una danza sacra.

[StM]

da "Stralci (e frammenti, va')"

StM ha scritto lun, 24 maggio 2004 alle 21:22

Lo schema inizia ad avere senso. La freccia da qui a là, quella ritorna... quel blocco all'ingresso... ok.

Rapida spugnata, "scusate, ho sbagliato, questo qui non andava lì".

birata birata birata

Vabbe', via, lo schema è quasi uguale a prima. C'è solo questa frecciolina qui... che... sì, ma quel quadrato? Cribbio, l'ha inserito mentre guardavo sul foglio.

birata birata birata

spazientimento

Che è, una furia? Non riesco a stargli dietro... acc', la linea... NO! L'ha cancellata, meno male che non l'ho ancora segnata. Ma vaff... ha cancellato anche questo. E qui cosa... e quel... niente, devo rifare

birata birata birata odio

Allora... quadrato, linea, croce, freccia, quadrato, commento (mmm... stiamo andando troppo a destra), blocco, "ah, tutta quella roba lassù la dovete incollare qui"



birata birata birata (devo cominciare più a sinistra)

"ah, no, da quest'altra parte"

birata birata birata

"ma che sto dicendo, quello non c'entra nulla. Aspettate, aprite un attimo il libro a pagina 160, facciamo prima... questo schema tanto lo avete lì"

[StM]

da "Stralci (e frammenti, va')"

Ph@ntom ha scritto mar, 25 maggio 2004 alle 13:34
Siediti qui vicino.









No aspetta. Lasciale vivere










Dici?




La formica sei tu?






Quindi hai sentito qualcosa?

Che cosa?












Oh, pardon. Mi sposto subito.



















E’ stupido.



Intendo...

Sedersi qui, sul marciapiede.

[StM]

da "Stralci (e frammenti, va')"

Ph@ntom ha scritto mer, 26 maggio 2004 alle 16:14
Comunque...


RECHERCHE (in memoriam Arthur Rimbaud)

Sono entrato in un sushi-bar per mangiare qualcosa di vivo,
era notte e poi mi sono stufato: il pesce saltava ignobilmente.
Troppo vivo.
Ho salutato tutti, padrone compreso, me ne sono andato per
le vie a cercare qualcosa di simile. Banale ricerca, tutti erano
più o meno morti: ma seguitavano a saltare. Qualcuno dovrebbe
pur dirglielo. Io no, me ne tengo fuori, sono un semplice podista
malinconico.
Uno forse si salvava. Un ciclista, aveva perso la strada, era
in gara, se n’era staccato perché “non aveva più voglia”. Già…
Torno infine da te sotto il ponte, noi gettati perché fin troppo liberi.

[bradbet]

Just like the sea, but sideways;
struggling to find a grasp in a wave.
Absolute Incosistency.
It's a perpetual free fall
there's no fear, as there's no end.
A life embraced by death,
a sea of sorrow.

[alberace]

il palco
l'attore
lo statista
e quell'immenso pallone rosso di gomma umana

[masterz]

canne