Juventus, boomerang Tiago
26.08.2008 07.41 di
Appi . articolo letto 1581 volte
Fonte: di Alvise Cagnazzo per NESTI CHANNEL - carlonesti.it
Dopo aver collezionato più fiaschi di una cantina sociale, ostentando una superiorità da astemi assai difficile da comprendere, e spalmato delusioni nel ventre dello stadio "Comunale" al cospetto di ogni tipo di avversario, per Tiago sarà difficile coesistere, per almeno altri sei mesi, in un ambiente che ha già da tempo esaurito il carnet di pazienza a disposizione. Rifiutare le lusinghe dell'unica società disposta ad accontentare le richieste della Juventus, quanto quelle assai avide del portoghese con la "fama" del parsimonioso, classico luogo comune di chi proviene dalla regione lusitana, dopo aver puntato i piedi soltanto cinque mesi prima, al cospetto del munifico Tottenham, disposto ad offrire ben dodici milioni senza rateizzazioni, consentirà a Tiago di usufruire di un posto fisso in tribuna. E non in panchina, soffice piattaforma sulla quale poter alimentare, in maniera ambigua, una considerazione scadente da parte di Ranieri. Allenatore al quale potranno pur essere additati, forse con eccessiva faciloneria, molti difetti, come quello di modificare formule, schemi e uomini nel giro di un amen, ma non la carenza di un ampio bagaglio di lealtà e coerenza.
Fallita ogni occasione concessa nell'arco di dodici mesi positivi per una squadra capace di esaltare, più del dovuto, persino la grossolana presenza di Nocerino, titolare più per necessità che per umana virtù, sino all'arrivo di "mastice" Sissoko, la parabola imboccata da Tiago dimostra la buona fede di una società, la Juventus, disposta a sobbarcarsi un investimento d'altri tempi per un centrocampista ripudiato, nonostante i successi, sia dal Chelsea che dall'Olympique Lione. Refrattario alla logica, e forse anche al buon senso, considerando la razione di tribune che da qui alla sessione invernale del mercato andrà a sperimentare senza possibilità alcuna di migliorare il suo status di "zavorra", Tiago ha deciso di troncare ogni rapporto con l'Inghilterra. Disperdendo le uniche possibilità di traslocare in un ambiente più consono ad accettare le sue pause, senza peraltro intaccare un ingaggio da prima Repubblica, e complicando gli scenari di mercato orchestrati, senza l'ausilio del riscontro pratico, da parte della società bianconera. Costretta a versare a Tiago, in caso di mancato trasferimento, una somma di poco inferiore ai tre milioni, "paracadute" di un contratto longevo e complesso, sino al 2012.
Stitico nell'umore quanto nel rendimento, il centrocampista portoghese, prodigo di no nei confronti dell'Everton, non esattamente l'anticamera dell'inferno considerando anche la "portata" dell'offerta recapitata alla Juventus, prestito oneroso da considerarsi come anticipo su di un totale di circa dieci milioni, quanto quella pervenuta al suo procuratore Mendes. Con il quale, prima o poi, la società bianconera dovrà discutere della rescissione pacifica dell'accordo con "Otello" Andrade, al quale non rimarrà che chiudere la carriera dopo l'ennesimo grave infortunio subito al ginocchio. Retaggio di una tormentata sequela di acciacchi patiti nel corso degli ultimi anni, dimostrazione coatta della pessima campagna acquisti condotta dalla Juventus nell'ultima tribolata estate. Condita, peraltro, dall'equivoco Almiron, trasferitosi in prestito alla Fiorentina con ancor meno convinzione dopo una manciata di mesi trascorsi, a corredo di un agghiacciante anonimato, nel Monaco. A conferma di una predilezione, ambigua, per le società di medio valore, nelle quali poter sciorinare quel minimo di grinta e determinazione, mista a frustrazione per gli errori compiuti nell'ultimo anno, sepolta al di sotto di una timidezza fuori dal comune.
Abortita l'ipotesi Aquilani, vicino ad un rinnovo contrattuale consono alle qualità sinora espresse, e non certo inferiori a quelle di Pizarro, pupillo di Spalletti e uomo d'ordine imprescindibile per il sofisticato 4-2-3-1 adottato dalla Roma, reso impervio il sentiero Stankovic, irto di botole e tranelli dialettici dopo i rimbrotti fra Mourinho e Ranieri e l'infortunio inatteso di Vieira, le uniche speranze bianconere sono per lo più legate ad una redenzione del regista portoghese. Per il quale, una saggia collocazione davanti alla difesa, scimmiottando quanto avvenuto in passato con la metamorfosi di Pirlo nel Milan, potrebbe regalare alla Juventus un nuovo metronomo capace di compensare i ritmi ridotti di una manovra farraginosa con le geometrie e la qualità di un centrocampista incapace di offrire cambi di passo e velocità di pensiero. Quanto abile nel fraseggio e nell'impostazione. E se una nuova offerta dovesse far vacillare Tiago, aprendo le porte ad una cessione invocata persino nel corso dell'ultimo e battagliero consiglio di amministrazione, il suo sostituto non sarebbe soggetto a crisi di ambientamento. Perché, in fondo, Appiah ha già costeggiato le rive del Po…