Originariamente Scritto da
Marco Cattaneo
E' per questo che non ci troveremo mai daccordo; tu ami i richiami forzati all'attualità ovunque, io li detesto.
Per carità, non è che non li condivida sempre e comunque, ma trovo che ci sono situazioni in cui inserirle risulta naturale, in altre proprio no.
Io vado a vedere Land of the dead per staccare la spina, lasciare per 2 ore il mondo alle spalle, e vivere un pò di tempo in un "sogno".. Poi mi ritrovo i richiami al terrorismo inseriti a forza, con dei dialoghi che probabilmente ha scritto il nipotino di 6 anni di Romero.. Non ci sto..
Trovo molto meglio inseriti tali richiami in film come "War of the worlds", dove li senti, scorrono, non ci fai quasi caso (o meglio, li carpisci, e li accetti, senza pensare a semplici trovate del regista per spaventarti con problemi reali e seri, invece che con le sue fantasticherie che evidentemente, non funzionano).
Per quanto riguarda i famosi "Uberzombie": quì bisogna tornare indietro al concetto geniale che è alla base di Night of the living dead (che poi, è lo stesso concetto a cui si riferiva Wolfgare); i zombi sono lenti, impacciati, ma incredibilmente numerosi, e possono bloccarti nello scantinato riuscendo a buttare giù la porta... Che poi, è il punto che la protagonista de "la notte.." porta avanti sul finale del film (che a molti non ha garbato, me compreso) ma che comunque tutti hanno sempre pensato.. "sono lenti, potremmo passargli accanto". E' anche la chiave che spiega con più chiarezza il motivo per cui i zombie hanno la supremazia; l'uomo risulta superiore quando ha piena coscienza di chi ha davanti, e quando è ben armato. Ma la maggior parte della gente, che continua a vedere nelle persone appena morte "amici, figli, parenti" non ha il tempo materiale per rendersi bene conto di quello che sta succedendo.
Questi uberzombie sono semplicemente l'evoluzione del 2000 di mostri che sono stati amati alla follia da una piccola fetta di appassionati (gli horrorofili) ma che non sono mai stati apprezzati "dal grande pubblico", che magari vuole un pò più d'azione e adrenalina. Non ho niente in contrario, sia chiaro, ma io sono più per la componente psicologica che altro.
Nel Giorno dei zombie, non c'è UN dialogo inutile, dico, neanche uno.. Il modo di esprimersi dei soldati è volgare ma mai "da macho", alla "rambo", ma becero da vero ignorante doc. L'atmosfera è claustrofobica, con gli ultimi sopravvissuti costretti a rifugiarsi in una base sottoterra, perennemente al buio.. E soprattuto, amo la scena iniziale, quello che forse incarna meglio tutto il discorso che ho in mente: quando scendono dall'elicottero con il megafono, la tensione raggiunge alti levelli senza bestie che corrono, emettendo versi da maiale scannato sparati a tutto volume.. Tutta l'angoscia è trasmessa dalla città senza superstiti, e da tutta la massa di zombie che si muove lenta ma inesorabile, udibile anche sopra il rumore del motore dell'elicottero.
E comunque, la scena del banchetto finale, è intrisa dell'atmosfera più angosciante, triste, da brivido che ricordi..
Quando le idee sono geniali, non hai bisogno ne di ricorrere agli uber zombie, ne ai richiami su disgrazie reali per spaventare o far pensare il pubblico.