Originariamente Scritto da
Kaysha
se dici "bamba" io capisco una cosa diversa da quella che intendi!
la cosa del "quello che io sono tu eri e sarai e blallablalb" non è la prima volta che la sento!
Io penso che... boh. Vedrò.
Disclaimer: tutto quello che sto per scrivere è frutto solo di mere riflessioni personali su una materia che, al momento, mi è sconosciuta (non ho figli
) e potrei anche rimangiarmelo, una volta diventata madre quando e se ciò avverra.
Chi mi conosce sa che nel mio tempo libero non conduco una vita da educanda cattolica e che tante e tante volte mi sono messa in situazioni che se ci ripenso ora, nell'ordine, ci rido tanto immediatamente, ma subito dopo il primo istinto è quello un grosso
, seguito da ringraziamenti ad una qualche divinità random per come mi sia andata di culo.
Visto che un figlio non è un compagno di bevute, un amico random con cui farsi quattro risate di "quella volta che *attivitàpericolosarandomdacuisonouscitaillesaperm eroculo* ", non penso proprio che sarebbe fonte di sollievo pensare che tanto l'ho fatto anche io e quindi se è andata bene a me, sarà lo stesso per lui/lei.
Penso che da genitori la visione delle cose, che lo si voglia oppure no, cambi.
In sostanza, posso continuare ad essere pro-legalizzazione delle droghe leggere o a pensare che un rave fuori città sia un'esperienza da fare nella vita, comunque, ma non mi sognerò mai di dire "Bravo", o meglio, di consentire e nemmeno di essere indulgente con i miei figli, soprattutto in un periodo particolare come può essere l'adolescenza, se faranno cavolate.
Da genitore il mio scopo è quello di formare mio figlio in modo da fornirgli principi quanto meno sani ed un'educazione che gli consenta di vivere nella società da persona quanto meno civile e rispettosa verso la comunità ma soprattutto verso se stesso/a.
Non aggredire la gente perché gli sta sul culo, non avere una condotta che possa mettere in pericolo se stesso o gli altri, far lavorare il cervello ed essere umile perché nulla "gli è dovuto", se non l'amore dei suoi genitori (e quello, salvo casi estremi di cronaca che per fortuna non sono la norma, c'è sempre).
Al di là di questo io posso solo sperare che anche nei suoi "vizi", qualora decidesse di averne, riesca a mantenere se non altro un livello limite, oltre il quale non andare, ma questo, ripeto, soprattutto per rispetto verso di sé.
Va da sé che, magari, potrò far finta di niente se una volta me lo/la vedo arrivare a casa con un certo tipo di espressione che magari ben conosco di mio, potrò evitare di "chiedere" una volta o due, se me lo/la porteranno a casa a braccio gli amici, ma credo di poter affermare già da adesso, con una certa sicurezza, che non sarò indulgente in caso dovessi vedere che diventa una costante, ad esempio.
Ovvio che tutto questo vale fino ad una certa età