Tratto da: Armi e Tiro (GENNAIO 2006). Articolo e foto di Claudio Bigatti.
Dopo Cx4 e Px4, ecco l'attesa carabina per impieghi di polizia, che completa la gamma Storm. Queste le credenziali: linee moderne e filanti, meccanica affidabile ed ergonomia impeccabile, in grado di assicurare un posto di rilievo nel settore law enforcement.
Le forze di polizia hanno impiegato in varie epoche e in varie situazioni carabine semiautomatiche. Una delle prime a vedere un discreto impiego nel law enforcement è stata la Winchester modello 1907 calibro .351 Sl (Self loading). Versione "maggiorata" del precedente modello 1905 (camerato per il .351 Sl, leggermente più corto), era una carabina semiautomatica con chiusura a massa, caricatori amovibili monofilari di 5 o 10 colpi e questa caratteristica, per i primi del secolo, era piuttosto innovativa. Le caratteristiche balistiche, però, non erano entusiasmanti e il peso ammontava a quasi 5.000 grammi. Oltreoceano venne presto surclassata dalle pistole mitragliatrici Thompson e dai fucili a pompa a canna liscia: i veri beniamini dei policeman americani. Fu adottata, comunque, da non pochi istituti di correzione e da molti "sceriffi" di contea, attenti già all'epoca al politically correct.
L'unica vera police carbine di successo universale, è stata comunque un'arma Winchester, concepita in realtà come una "Pdw" militare ante-litteram: la Winchester M1 calibro .30 carbine. La sua relativa leggerezza e la munizione "adeguata" ai compiti di polizia, prolungarono il servizio di quest'arma sino a pochi anni addietro. Questo calibro, secondo alcuni, offre ancora molte potenzialità in ambito urbano e qualche produttore ha provato a "rivitalizzare" la formula dell'M1, ricordiamo per esempio la carabina israeliana Imi (attualmente Iwi) "Magal" e la più recente Ct30 della Famae, distribuita in America latina dalla Taurus. A partire dagli anni Ottanta apparvero sul mercato versioni semiauto dei più noti fucili d'assalto, camerate generalmente in .223 Remington, che adottavano canne più compatte e calcioli telescopici o ribaltabili. Tra queste ricordiamo l'Fn Model 7030 law enforcement, versione semiauto dell'Fnc "short": negli Usa ottenne qualche limitata adozione e una discreta pubblicità nei film d'azione. Anche la Colt non mancò di produrre versioni semiauto dei propri M16/Ar15 (con canne di 16 pollici, 406 mm), ridenominate Law enforcement carbine con canna step cut (predisposta per il lanciagranate) e Ar 15-A3 Tactical carbine (heavy barrell. La Ruger invece, propose sia la Mini-14 sia le versioni militari Mini-14/20Gb (calciatura in legno) e Ac556(calciatura sintetica). Queste ultime erano dotate di selettore di tiro. La Ruger Mini-14 arrivò anche a cogliere qualche successo in Europa, in Francia per esempio, è tuttora impiegata da alcuni dipartimenti di polizia.
LINEA INCONFONDIBILE
Esteticamente, la Beretta Rx4 mostra tutto il patrimonio "genetico" proprio della linea Storm, ergonomia compresa. Profili arrotondati e linee slanciate, comandi ambidestri ben raggruppati intorno all'area del ponticello, il risultato è un arma dall'aspetto volutamente marziale, ma non per questo sgradevole alla vista.
Concettualmente, la nuova arma è un mix accurato di soluzioni e idee targate Benelli: dalla calciatura telescopica ispirata al Benelli M4 a canna liscia, alla meccanica derivata dal noto Benelli Argo. In effetti, queste due armi avevano in "corpo" elementi che, uniti e sviluppati nella Rx4, danno luogo a una carabina specialistica veramente innovativa, concepita espressamente per il mercato law enforcement. Il calciolo estensibile a cinque posizioni, scorre su una guida metallica a sezione quadra e ha un dorso leggermente arcuato. E’ polimerico e si integra con l’impugnatura a apistola, vison operò altre due opzioni: calcio dritto tradizionale o con impugnatura a pistola integrata, entrambi polimerici ed entrambi derivati da analoghe soluzioni Benelli. La carcassa è in ergal, anodizzata nera antiriflesso con maglietta per la cinghia posta appena sopra l’impugnatura. L’astina, sempre in polimero, inizia appena innanzi il ponticello a formare, inferiormente, il bocchettone di alimentazione. Prosegue poi nell’astina vera e propria, dotata superiormente di quattro ampie finestre di raffreddamento per la canna. La parte terminale integra il mirino a lama, protetto da due ampie orecchie come nella Cx4. Una ghiera, poi, consente il vincolo alla canna e, subito sotto di essa, si trova la seconda maglietta per la cinghia. Il ponteicello è in polimero, con sicura trasversale ambidestra. Le leve di sgancio del caricatore mutuano la geometria dell’Ar70/90, ma vengono inserite ergonomicamente nella Rx4 con un nuovo disegn: un ampio puslante polimerico trapezoidale sul lato sinistro, pulsante quadrato di dimensioni inferiori, sul lato destro dell’arma. Entrambi sono facilmente azionabili e non sporgono dal profilo del bocchettone di alimentazione. La Beretta Rx4 si annuncia come arma esclisvamente semiautomatica, per cui non verranno realizzate versioni full auto, tuttavia l’alimentazione si effettua tramite caricatori Stanag (Standard Nato) della solita capacità di 20 o 30 colpi. La mira posteriore è costituita dau na diottra di tipo Ghost ring della Lpa, dotata di regolazioni in altezza e derivazione. L’arma che abbiamo fotografato, tuttavia, era un prototipo: alcune piccole modifiche verranno eseguitea breve e interessano le mire, il posizionamento delle guide picatinny ( addirittura cinque! ) sul castello e sull’astina anteriore, spegnifiamma e manetta di armamento.
Maneggiando la Rx4 si intuisce subito un attento studio ergonomico: il calciolo regolabile è ormai imprescindibile dall'impiego dei giubbotti antibalistici e l'imbracciata, in questo caso, varia notevolmente, solo le calciature regolabili consentono oggi una corretta impostazione.
Anche l'impugnatura presenta il giusto angolo, la superficie è ancora piuttosto "liscia" ma quando le finiture saranno definitive, anche queste superfici avranno un grip sicuro.
l'astina anteriore, ancora priva delle guide nel prototipo, mostra tuttavia le sedi per un attacco a "sella" analogo a quello della Cx4, su queste si inserisce un attacco Beretta in polimero, in grado di ospitare gli accessori tattici del caso, il più comune fra di essi è però la classica impugnatura aggiuntiva.
La Rx4 sarà disponibile con tre lunghezze di canna: la versione con canna di 406 millimetri (16 pollici) è adatta agli impieghi veicolari o generali, la versione con canna di 508 millimetri (20 pollici) è invece ideale come Precision rifle dotato di ottiche di ingrandimento, la versione più corta infine, quella con canna di 317 millimetri (12,5 pollici) è indicata per situazioni di Cqb o per protezione ravvicinata, equipaggiata eventualmente con ottiche a riflessione. La flessibilità è dunque ai massimi livelli.
Veniamo alle dimensioni e ai pesi: l'Rx4 con canna di 406 millimetri misura, con calcio esteso, 861 millimetri e 731 millimetri con calcio chiuso, pesa scarica circa 3.100 grammi: ingombri e pesi addirittura migliori della Colt Ar15-A3 Tactical carbine, arma di riferimento per il settore.
MECCANICA ARGO
La meccanica del Benelli Argo (Auto regulating gas operating) è uno dei sistemi più compatti ed efficienti, la scelta di integrare questo innovativo sistema sulla Beretta Rx4 è non solo felice, ma anche strategica: negli Stati Uniti il sistema con pistone a corsa corta è tenuto in massima considerazione e anche il successo del Benelli M4 verte, in parte, anche su questo sistema tutto italiano.
La Rx4, dunque, è dotata di un sistema a sottrazione di gas con pistone a corsa corta di tipo autoregolante: l'otturatore ha testina rotante, azionata tramite una pista cammata ricavata nel porta otturatore ed è dotato di tre robusti tenoni anteriori di chiusura. La faccia anteriore dell'otturatore risulta abbastanza incassata e presenta, ai lati del foro di percussione, un classico espulsore a puntone caricato a molla e, sul lato opposto, un'unghia estrattrice di buone dimensioni. Il sistema Argo è studiato per ridurre al minimo le vibrazioni della canna, in modo da non interferire con la balistica: la presa dei gas è situata abbastanza vicina all'estremità anteriore della camera di cartuccia, in questo modo i gas prelevati sono, oltre che "caldi", anche più "puliti". I gas si espandono in una camera fissata sotto la canna e sospingono con moto retrogrado un pistone in lega leggera inastato su un cilindro fissato al castello. Il segreto della "autoregolazione" è insito nella particolare valvola a spillo, che si apre in modo proporzionale all'afflusso dei gas, mediando le eventuali diversità di impulso (derivanti da differenti munizionamenti o lotti) sul pistone. Opportune fascette di tenuta poste sul pistone, inoltre, confinano i residui incombusti e gli accumuli, evitando che vadano in "giro" a sporcare e, quindi, a influire negativamente sul ciclo di funzionamento. La parte terminale del pistone si biforca a formare due tozzi cilindretti che, sotto l'impulso dei gas, vanno a percuotere due pistoncini respingenti accoppiati alla carcassa che a loro volta, trasmettono l'impulso al portaotturatore.
Il sistema è, in realtà, piuttosto semplice e composto di pochi elementi, leggero e affidabile. La manetta di armamento è posta sul corpo dell'otturatore, sul lato destro. Il disegno del coperchio della carcassa, invece, è leggermente diverso dalla Benelli Argo ma anche questo dovrà subire qualche piccolo ritocco. Ultima nota sul calibro e sulla scelta del passo di rigatura di un giro in 12 pollici (305 mm): questo passo è chiaramente “dedicato” alla stabilizzazione delle palle di 55 grani (tipo M193), di grande e comune diffusione in ambito civile.
LE POLICE CARBINE
L'impiego delle police carbine è destinato, in prospettiva, ad aumentare (perlomeno all'estero). L'attualità della minaccia terroristica, la spregiudicatezza delle organizzazioni criminali e la sempre preoccupante disponibilità sul mercato clandestino delle armi da guerra (leggasi Kalashnikov), obbligano a riflessioni sulla necessità di cambiare atteggiamento riguardo l'adozione di nuovi armamenti leggeri da parte delle forze di polizia.
Negli Stati Uniti, però, il ruolo di arma lunga per uso di polizia è ancora saldamente coperto dagli shotgun pump action, nelle contee di provincia è presente una moltitudine eterogenea che va dai Winchester a leva alle carabine da caccia, l'atteggiamento verso le pistole mitragliatrici è tuttora "apprensivo". Per adesso, anche se molti dipartimenti di polizia hanno cambiato orientamento passando agli M4 (anche semiauto), la tendenza è lasciare la responsabilità di impiego delle" armi lunghe" ai soli reparti militari e Swat team. Ricordiamo però che, al pari dell'Europa, molte aree sensibili (aeroporti, stazioni e potenziali obiettivi terroristici) sono presidiate dall'esercito o dalla polizia. In questo caso, una "vera" police carbine come il Beretta Rx4, potrebbe finalmente uniformare una molteplicità di ruoli senza turbare le coscienze dei politici: la sua stretta discendenza "civile" la rende decisamente politically correct. Proprio nella patria di questo imperante neologismo.
In Europa, al contrario (se non agli antipodi), l'impiego delle pistole mitragliatrici è universalmente accettato. Sono pratiche, relativamente economiche e offrono un buon deterrente (oltre che una buona difesa). Però, per un impiego valido e sicuro, necessitano di grande responsabilità e addestramento. Non solo, le pistole mitragliatrici impiegano un munizionamento per pistola e questo implica tutte le limitazioni del caso. Soprattutto in funzione antiterrorismo, gli agenti di polizia dovrebbero disporre di un'arma in grado di neutralizzare potenziali minacce terroristiche a distanze di "sicurezza", cosa non possibile con gli attuali munizionamenti per pistola, per non parlare delle situazioni in cui ci si trova di fronte il "Kala". Non a caso, le difese di molte installazioni "civili" sono attualmente affidate ai militari, che dispongono di fucili di assalto, ma non solo: alcune forze di polizia (Inghilterra) hanno dotato gli agenti di servizio antiterrorismo negli aeroporti di fucili d'assalto. Ora, sembra plausibile affermare che tra i due estremi, vi sia spazio per un'arma concepita espressamente per il ruolo di police carbine come la Rx4.
SCHEDA TECNICA
Produttore: Beretta Pietro spa, via P. Beretta 18, 25063 Gardone Vai trompia (Bs),
Modello: Rx4
Tipo: carabina semiautomatica
Calibro: .223 Remington
Destinazione d'uso: forze di polizia/law enforcement
Funzionamento: recupero di gas;otturatore rotante a 3 alette
Alimentazione: caricatori Stanag bifilari a presentazione alternata
Numero colpi: 20 o 30
Sicura: pulsante al ponticello
Scatto: diretto
Percussione: cane interno Estrattore:.a unghia
Espulsore: a puntone e molla
Mire: diottra Ghost ring, mirino a piolo
Lunghezza totale: 861 mm (con calcio aperto e canna da 16") 731 mm (con calcio chiuso)
Canna: lunga 406 mm(l6"), rigatura destrorsa a 6 princìpi con passo 1:12"
Peso: 3.l00.g, circa
Calciatura: telescopica a 5 regolazioni in materiale polimerico
Materiali: canna in acciaio; castello in Ergal; calcio, impugnatura e astina in polimero
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Ditemi voi se non sono bravo che vi faccio l'amanuense per portarvi le anteprime più succose