quindi ora che il presidente è fuggito il paese è in mano ai militari: qui ci vuole l'intervento della nato.
quindi ora che il presidente è fuggito il paese è in mano ai militari: qui ci vuole l'intervento della nato.
Qualcuno in Algeria e Egitto si sono date alle fiamme come nel caso tunisino.
Anche se a dire la verità non so se il livello di incazzatura e forte come in Tunisia negli altri luoghi.
Ultima modifica di lishi; 17-01-11 alle 23:11:54
scusa ma la Nato che ci azzecca?al limite se continuassero a farsi fuori e arrivassero oltre il limite della comune decenza (oltre vabbeh a scoprire ingenti giacimenti di GAs e Petrolio nel sottosuolo o almeno sperare che ci siano Restore Hope Docet) potrebbe tentare di intervenire l'ONU ma la NAto proprio non ci azzecca nulla
Ma è vero che il premier se n'è andato in credo Arabia Saudita con una tonnellata e mezza d'oro?
In arabia saudita c'è di sicuro , l'oro non si sa per certo, ovviamente
Olè, altri immigrati a cui dare asilo politico
Era meglio se la Tunisia fosse rimasta vassalla dell'Inghilterra nella mia partita di Eu3, che li avevo pure convertiti ed il pane non mancava.
Elezioni fra sei mesi, dovrebbero essere aperte a tutti i partiti, compresi quelli di opposizione, e quelli islamisti.
Vedremo....
per stabilizzare il paesescusa ma la Nato che ci azzecca?al limite se continuassero a farsi fuori e arrivassero oltre il limite della comune decenza (oltre vabbeh a scoprire ingenti giacimenti di GAs e Petrolio nel sottosuolo o almeno sperare che ci siano Restore Hope Docet) potrebbe tentare di intervenire l'ONU ma la NAto proprio non ci azzecca nulla
Secondo i vari "intellettuali" tunisini invitati dai programmi di approfondimento in questi giorni, non ci sarà un boom di immigrati perché adesso la gente vuole ricostruire il paese, anzi pure quelli che sono già qui stanno tornando.
Sarà, ma io ci credo poco. Staremo a vedere
Letta una breve intervista a Marzouki, dissidente di lungo corso recentemente tornato in patria, nonchè candidato per le prossime elezioni.
Tutto bene tutto bello fino alla scontata domanda sulla possibile instaurazione di un regime teocratico anche in Tunisia; la risposta è secca ed inequivocabile, pure troppo:
"No, per niente. La rivoluzione è stata libera e democratica.
Quella del rischio integralista è una bugia"
Um.
E poi aggiunge: "Perchè non dovremmo avere un partito islamico-democratico?"
Ergo, tanti bei saluti al sogno di una democrazia laica di stampo occidentale.
E ancora: "Certamente se si trattasse di terroristi non li voteremmo"
E qui è fail allo stato puro.
Considerato che anni fa il non riconosciuto (e non democratico) partito islamico prese oltre il 20% nonostante i pesanti brogli del regime mi resta da dire che gli orizzonti non sono rosei.
son evasi 11000 carcerati, secondo vo i dove cercheranno di andare?
Qui da noi? Vabbè siamo allenati, Prodi ne aveva liberati molti di più
L'han capito pure loro
http://www.***************.it/forum/...5&postcount=41
REtata tra i Feratelli Musulmani, bloccati Internet ed Sms
Scontri al Cairo, fermato ElBaradei
Nel quartiere delle piramidi di Giza dopo la preghiera del venerdì sparati proiettili di gomma e lacrimogeni
REtata tra i Feratelli Musulmani, bloccati Internet ed Sms
Scontri al Cairo, fermato ElBaradei
Nel quartiere delle piramidi di Giza dopo la preghiera del venerdì sparati proiettili di gomma e lacrimogeni
Sale la rabbia contro Mubarak, in piazza a Cairo si prepara la più grande manifestazione di protesta (Olycom) MILANO - Il «venerdì della collera» sta investendo l'Egitto, con scontri tra polizia e circa 2 mila manifestanti al Cairo nella zona delle piramidi di Giza. L'ex capo dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea) Mohammed ElBaradei, che era tornato in Egitto giovedì candidandosi a guidare la transizione, è stato fermato dalla polizia, riporta Al-Jazeera. La polizia ha usato manganelli per disperdere il cordone di manifestanti che si era formato attorno a ElBaradei per proteggerlo dall'intervento delle forze dell'ordine. I suoi sostenitori sono quindi stati picchiati dalle forze dell'ordine, che per disperdere la folla hanno anche fatto uso di idranti.
CARICHE DAVANTI ALLA MOSCHEA - Il leader dell'opposizione laica, Mohamed ElBaradei, è stato bloccato dalla polizia nei pressi della moschea dove aveva appena partecipato alla preghiera del venerdì: lo rende noto l'emittente televisiva pan-araba Al Jazira, rettificando un precedente resoconto, secondo cui era stato addirittura arrestato. Al Jazira ha precisato che comunque gli agenti hanno proibito a ElBaradei, rientrato ieri in patria, di allontanarsi dalla zona, il popolare quartiere di Giza dove nel frattempo erano divampati nuovo disordini. Al contempo, una vasta folla si è radunata nei pressi di uno dei palazzi presidenziali della capitale egiziana, reclamando a gran voce la fine del regime di Hosni Mubarak. Persino davanti alla moschea di al-Azhar, cuore dell'Islam sunnita, si sono verificate cariche della polizia contro i manifestanti, che hanno reagito con lanci di pietre e immondizia agli idranti, ai lacrimogeni e ai proiettili rivestiti in gomma utilizzati dalle forze speciali per disperderli.
SCONTRI - Al-Jazeera denuncia che la polizia ha arrestato quattro reporter francesi che seguivano le manifestazioni in corso al Cairo. Un suo giornalista, Ahmed Mansour, è stato picchiato da poliziotti in borghese. In un momento in cui molti mezzi di cominicazione sono stati oscurati è difficle trovare conferme. Le verità sono quelle «battute» dalle agenzie. Ci sono notizie di incidenti anche ad Alessandria (dove migliaia di dimostranti si sono raccolti attorno all'ex parlamentare nasseriano Hamdiia Sabahi, possibile candidato alla presidenza) e manifestazioni ad al-Munia e a Suez. Un reporter della Bbc è stato ferito, a due troupe di Al-Arabiya è stato sequestrato il materiale filmato. Secondo Al-Jazeera, la polizia è intervenuta al Cairo all'esterno della grande moschea di al-Azhar dopo la preghiera islamica del venerdì per disperdere la folla. Cortei si stanno dirigendo in direzione di piazza Tahrir, nei pressi della presidenza del Consiglio e del Parlamento. È massiccio il dispiegamento delle forze di sicurezza nella capitale egiziana. Gli uomini dei reparti speciali sono posizionati in tutti i punti strategici, riferiscono testimoni citati dal sito web del quotidiano The Telegraph.
ELBARADEI - L'ex direttore dell'Aiea non è formalmente a capo di alcun partito, ma ha formato un movimento, l'Associazione nazionale per il cambiamento, che difende la necessità di riforme democratiche e sociali. Nell'ultimo anno ElBaradei è stato oggetto di una virulenta campagna di diffamazione da parte del regime. Uomo austero, considerato fermo nelle sue convinzioni, ElBaradei, considerato anche dagli studiosi occidentali «credibile candidato» alle elezioni presidenziali del prossimo settembre, aveva suscitato la simpatia in gran parte dell'opinione pubblica egiziana. In particolare fra i giovani e le classi medie: anche all'estero, soprattutto in alcuni Paesi europei, si era guadagnato fama di coraggio e integrità per essersi opposto - quando era a capo dell'Aiea - al «teorema» dell'amministrazione Bush sull'esistenza di armi di distruzione di massa in Iraq.
COMUNICAZIONI - E intanto, dalla notte internet risulta inaccessibile in tutto l'Egitto e da più parti si segnalano disturbi sulla Rete. «Oggi la rete Internet è inaccessibile in Egitto», ha fatto sapere la reception di un grande albergo della capitale. Informazione confermata da altre strutture alberghiere. E anche Seabone, il maggiore provider egiziano con sede in Italia, ha riferito che non si è registrato traffico in entrata e in uscita da mezzanotte e mezza, ora locale. Il governo sembra aver bloccato la principale arma degli attivisti. I social network sono stati fondamentali per l'organizzazione delle proteste cresciute in questi giorni . Bloccato anche il servizio di sms fra cellulari. Non sembra, per il momento, esserci problemi per la comunicazione vocale.
ARRESTI - Prima delle nuove manifestazioni, le forze di sicurezza hanno arrestato una ventina di attivisti dei Fratelli Musulmani, principale forza di opposizione: lo ha reso noto il loro avvocato, Abdel-Moneim Abdel Maqsoud, secondo cui si potrebbe in realtà trattare di un numero anche più elevato, giacché «è difficile calcolare la cifra esatta», ha affermato. Arrestati, nel raid notturno, anche i portavoce Essam El-Erian, Mohamed Mursi e Hamdy Hassan. Una fonte della sicurezza ha confermato che le autorità hanno ordinato un'operazione contro il gruppo nella notte: «Abbiamo ordini per un'operazione di sicurezza contro i Fratelli», ha detto a Reuters la fonte.
OPPOSIZIONE ISLAMICA - Finora i Fratelli Musulmani si erano mantenuti relativamente ai margini delle proteste di piazza contro il regime del presidente egiziano Hosni Mubarak, lasciando ai propri militanti libertà di scelta se parteciparvi o meno. Per oggi tuttavia avrebbero deciso di scendere pure loro nelle strade, dopo le preghiere del venerdì, seguendo l'esempio del più importante dissidente del Paese, ElBaradei, rientrato in patria giovedì. Il governo ha messo in guardia i giovani manifestanti perché non consentano ai Fratelli di strumentalizzare le proteste. Rappresentanti dell'opposizione come ElBaradei sostengono che il governo usi l'opposizione islamica come scusa per mantenere la stretta autoritaria. Gli attivisti puntano a organizzare venerdì la maggiore delle manifestazioni di questi giorni, ispirate da quanto successo in Tunisia.
MINACCIA - Venerdì si presenta come decisiva per le proteste contro Mubarak, le più gravi mai affrontata dal rais nei suoi oltre trent'anni di governo. Il ministero degli Interni del Cairo ha avvertito di voler prendere «misure decisive» per arginare le proteste, «in conformità alla legge». L'arresto dei membri dei Fratelli Musulmani ne un esempio. Il malcontento popolare ha da giovedì anche un volto moderato e - almeno agli occhi della comunità internazionale - credibile su cui convogliare le sue speranze di cambiamento: l'ex direttore generale dell'Aiea e premio Nobel per la pace, Mohammed ElBaradei, tornato in patria per partecipare alle proteste, che al momento hanno causato sette morti e decine di feriti. Non appena arrivato all'aeoporto internazionale del Cairo, ElBaradei ha subito cominciato la campagna per la sua candidatura a «guidare la transizione» del regime egiziano: «La volontà di cambiamento deve essere rispettata, il regime non deve utilizzare la violenza nelle manifestazioni: è un momento critico nella storia egiziana».
ah, in genere l'utilizzo dei sms e strumenti simili per aizzare le popolazioni e' uno dei marchi di fabbrica delle "rivoluzioni colorate".
essendo ormai nota la tecnica il regime egiziano ha pensato bene di sottrarre tale strumento agli oppositori aiutati dai noti promotori esteri.
Spoiler:Nel 2006, la NED riorganizza l’opposizione al presidente kenyan Mwai Kibaki. Finanzia la creazione del Partito arancione di Raila Odinga. Questi riceve il sostegno del senatore Barack Obama, accompagnato da specialisti della destabilizzazione (Mark Lippert, attuale capo di gabinetto del consigliere di sicurezza nazionale, e il generale Jonathan S. Gration, attuale inviato speciale del presidente USA per il Sudan). Partecipando ad un meeting di Odinga, il senatore dell’Illinois s’inventa un vago legame di parentela con il candidato pro-USA. Tuttavia, Odinga perde le elezioni legislative del 2007. Sostenuto dal senatore John McCain nella sua qualità di presidente dell’IRI (lo pseudopodio repubblicano della NED), egli contesta la validità dello scrutinio e chiama i suoi sostenitori a scendere in piazza. .
È allora che messaggi anonimi SMS sono diffusi in massa agli elettori dell’etnia Luo. «Cari Kenyani, i Kikuyu hanno rubato il futuro dei nostri bambini…dobbiamo trattarli nel solo modo che essi comprendono… la violenza ». Il paese, sia pure uno dei più stabili dell’Africa, improvvisamente s’infiamma. Dopo giorni di sommosse, il presidente Kibaki è costretto ad accettare la mediazione di Madeleine Albright nella sua qualità di presidente del NDI (lo pseudopodio democratico della NED). Viene creato un posto di Primo ministro che va ad Odinga. Dal momento che gli SMS d’odio non sono stati inviati da installazioni kenyane, ci domandiamo quale potenza straniera abbia potuto spedirli.
http://www.voltairenet.org/article160825.html
ritornando alla tunisia potete farvi un idea della situazione nel seguente articolo:
Washington affronta l’ira del popolo tunisino
Ultima modifica di Muccolo; 28-01-11 alle 15:00:30
Finalmente qualcuno che parla dei Fratelli.
Non è che a proteste concluse ci ritroveremo con una protofederazione panislamica?
Negli articoli non trovo mai nulla sulla partecipazione della fratellenza alle manifestazioni (o all'istigazione delle stesse), eppure è una grande forza di opposizione in molti paesi.
Non si sa nulla sulla tripolitania ?
I soldi italiani hanno calmierato il malcontento...oppure il regime funziona meglio... ?
Al momento stanno puntando ai rais filoamericani caduti in disgrazia, per sostituirli con nuovi pupazzi meno arricchiti e piu' facilmente addomesticabili e gheddafi non e' mai rientato nei favori dei promotori dei diritti civili in cambio di fette di culo, e non li ha mai fatti penetrare sul proprio suolo, conseguentemente e' alquanto difficile senza operatori sul posto organizzare simili messe in scena.
Dunque, l’effetto domino si sta avverando. La rivolta è esplosa in Tunisia, ha contagiato l’Albania e ora si manifesta in Egitto, dove almeno 15mila manifestanti hanno osato manifestare contro Mubarak. La stampa internazionale ha salutato la ribellione con commenti entusiastici, evidenziando il risveglio della coscienza civile araba. Può darsi che abbiano ragione. Però, come ho già scritto su questo blog, sono scettico sulla spontaneità di queste manifestazioni, che invece mi sembrano incoraggiate da qualcuno e ben organizzate. Ricordate la Rivoluzione rosa in Georgia? E quella arancione in Ucraina? E la contro rivoluzione russofona sempre in Ucraina? Oggi c’è la prova: le prime furono organizzate da società Pr americane, la seconda da Mosca.
Quel che mi colpisce in queste ore è il comportamento dell’Amministrazione Obama. Nonostante Ben Ali fosse considerato un alleato fedele, Washington non ha spesso una parola in sua difesa e quando le proteste di piazze sono diventate violente non sono risuonate, nella comunità internazionale, le parole di condanna, né la preoccupazione del Dipartimento di Stato per un possibile contagioe fondamentalista. Anzi, a rivoluzione conclusa, Obama ha salutato “il coraggio e la dignità del popolo tunisino”. nel frattempo erano usciti i file di Wikileaks, come sempre provvidenziali, nei quali risultava che l’ambasciata americana confidenzialmente negli anni passati aveva criticato aspramente Ben Ali. Quando si dice le coincidenze…
Ora con l’Egitto Washington sembra ricalcare il copione tunisino. Negli ultimi giorni erano emersi segnali inquietanti sul Cairo, ma Washington non ha fatto una piega. Ora la folla occupa il centro del Cairo. E Washington tace.
Forse perchè l’anziano e malato Mubarak, al pari di Ben Alì, non è più considerato indispensabile dall’Amministrazione Obama? Questa, sì, sarebbe una svolta.
O sbaglio?
AGGIORNAMENTO: La Casa Bianca ha chiesto all’Egitto di revocare il divieto di manifestare. Insomma, si schiera con i manifestanti contro Mubarak. Più che una sorpresa, una conferma.
Marcello Foa
Ultima modifica di Muccolo; 29-01-11 alle 13:38:34
Tunisia Algeria ed Egitto in preda all'anarchia e all'instabilità. Immagino che gli operatori turistici italiani si stiano spippettando a tutto spiano.
Comunque c'é poco da stare allegri, l'idea che il satrapo di turno possa venire sostituito da un regime democratico di tipo occidentale credo sia abbastanza remota. Regimi di ispirazione islamica più o meno teocratici si prospettano all'orizzonte, e se per il nostro turismo si tratta di manna dal celo per tutto il resto la vedo veramente male.
Già me lo vedo l'annuncio: una settimana a Santa Margherita Ligure a 500 euro tutto compreso, vetri anti bomba e milizia privata personale compresi nel biglietto.
Possibilità che tali casini si sviluppino in Arabia Saudita ?
durante la guerra tra Russia e Georgia era alle Maldive e non tornò dalle vacanze. Quando Israele attaccò Gaza era a sciare e si fece intervistare dal Tg1 in tuta da neve.
Dov'è il nostro attivissimo ministro degli esteri in queste intense giornate in cui il Mediterraneo è sull'orlo del baratro?
Non vedo come questo possa fare bene alle agenzie turisticheTunisia Algeria ed Egitto in preda all'anarchia e all'instabilità. Immagino che gli operatori turistici italiani si stiano spippettando a tutto spiano.
Comunque c'é poco da stare allegri, l'idea che il satrapo di turno possa venire sostituito da un regime democratico di tipo occidentale credo sia abbastanza remota. Regimi di ispirazione islamica più o meno teocratici si prospettano all'orizzonte, e se per il nostro turismo si tratta di manna dal celo per tutto il resto la vedo veramente male.
Già me lo vedo l'annuncio: una settimana a Santa Margherita Ligure a 500 euro tutto compreso, vetri anti bomba e milizia privata personale compresi nel biglietto.
Perche' i turisti non vanno in egitto, tunisia e e algeria che sono mete piuttosto on concorrenza con il nostro turismo
operatori turistici nostrani != agenzie turistiche
Se la gente va meno più in tunisia, algeria, egitto e libano, allora è presumibile che qualcuno "riscopra" l'italia