In assenza di un Jack Thompson deciso a mandare avanti la sua personalissima crociata contro i videogiochi, il nuovo Don Chisciotte impegnato nel combattere contro i mulini a vento del ludo elettronico prende il nome di Steve Pope (nessun legame con Roma, ci dicono), terapista che lancia una serie di accuse allucinanti e senza precedenti sui possibili effetti dei videogame. Senza alcuno straccio di evidenza statistica, si intende, ma per il gusto di spararla grossa.
"Passare due ore davanti a una 'game station' (non bevetevi questi "lapsus" come le sparate del solito ignorantone - l'assenza di qualsiasi riferimento alla generica Pleistescion o Icsbocs è puramente funzionale a evitare cause miliardarie, e null'altro) equivale a tirare una riga di cocaina per lo stato di alterazione mentale ("high") che provoca nel cervello. Siamo ormai alla seconda generazione di videogiocatori che sono cresciuti con questa droga. La dipendenza da videogame può degenerare in violenza, perché dopo aver giocato a un titolo violento, le persone possono voler trasformare in realtà i giochi di fantasia. È la dipendenza con il maggior tasso di crescita in questo paese, e sta influenzando le giovani generazioni, mentalmente e psichicamente."
Wow. Fosse tutto qui, poi. "Andate di sopra da vostro figlio e provate a portargli via la sua game station (sic)", continua nel corso della sua trasmissione radiofonica, "e lo vedrete reagire come un alcolista a cui si toglie da bere... fa paura". L'ultima stoccata arriva sull'insonnia, perché c'è anche questo: i ragazzini che stanno su fino a tardi a giocare a Call of Duty (che è pur sempre un titolo VM18, ma non stiamo dietro a queste quisquilie, potrebbero tirare notte anche giocando a Peggle) "non riescono a concentrarsi la mattina dopo a scuola per via dell'alto livello di endorfina nel cervello, uno squilibrio chimico che influisce su comportamento e apprendimento".
Ri-wow. Da un lato il proclama delirante di questo signore non mi stupisce per nulla: il sesso, l'attività fisica, la musica, correre in bicicletta, sono tutte attività che scatenano endorfine nel nostro corpo. Qualcuno ha mai paragonato fare jogging a tirare di coca? Oddio, ricordo vaghissimamente qualcuno che proponeva di abolire l'uso di iPod e lettori musicali vari in qualche maratona (mi pare quella di NY) perché la musica poteva dare la carica ai corridori, né più né meno come il doping... Ritiro la domanda: di gente stupida che dice cose stupide c'è pieno il mondo. Tornando alla questione, comunque, ripeto che il paragone, per quanto scioccante, non mi dice nulla di nuovo. Non è per divertirci che videogiochiamo? Non è esattamente l'effetto che cerchiamo, ma senza friggerci il cervello? Pope ci sta dicendo che i giochi NON dovrebbero essere divertenti? Che non dovrebbero gratificarci, che dovrebbero farci passare la voglia di giocare ancora?
A volerla prendere sul faceto qualche analogia c'è, come ha scritto il simpatico utente di un sito inglese:
- come la coca, anche i giochi costano 50 euro a botta
- come un tiro, anche i giochi di questi tempi durano solo qualche ora
- i media ci giudicano come dei reietti, qualcuno da biasimare, anche se metà del paese lo fa regolarmente, ma non lo vuole ammettere
Tornando più seri, è tutto il resto che è piuttosto privo di senso. Andare a togliere il pad di mano a un ragazzino... Certo. Fatelo all'improvviso, senza dirgli nulla... Ci credo che si incazza. Toglietemi la Settimana Enigmistica mentre sto facendo il Ghilardi, o staccatemi le cuffie all'improvviso. Diamine, toglietemi la forchetta dalle mani mentre mangio e probabilmente mi girano i cinque minuti. Non perché sono strafatto, ma perché è un gesto maleducato e villano. Anche la storia dell'insonnia... Probabilmente fare le due del mattino a leggere Shakespeare o studiare le stelle con il telescopio porta a essere stanchi e poco ricettivi la mattina dopo. Ma non è dipendenza da letteratura o da astrofisica. Si chiama semplicemente mancanza di sonno.
Ma chi è questo Pope, insomma? Aridatece Jack Thompson!