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VICENZA — «Riservato Parlamento». E c'è un tale rispetto per le istituzioni, tra gli imprenditori, che davanti al cartello incollato su ogni poltroncina pochi sconfinano a usurpare le onorevoli prerogative. Per cui quelle, per due giorni, restano le uniche prime file a sedie vuote. Venerdì si vedono De Michelis, Morando, D'Onofrio. Sabato le facce note sono ancora di meno. I posti liberi, qui a sinistra guardando il palco, gli stessi del giorno prima. Ossia quasi tutti. Fino alle 12.30. Quando, di colpo, si va in overbooking. Di posto non ce n'è più nemmeno in piedi. Si palesa Maurizio Sacconi, il sottosegretario (forzista, veneto) al Welfare. Ecco Niccolò Ghedini, deputato (forzista, veneto) e volto legale del premier. Voilà decine di visi senza nome, le «presenze curiosamente aumentate» sottolineate dal comunicato di Confindustria. Peones, probabilmente, di solito. Protagonisti oggi. Elisabetta Alberti Casellati, da sottosegretaria alla Salute (forzista, veneta) magari si è precipitata per competenza sulla sciatalgia. Paolo Scarpa Bonazza Buora, da sottosegretario alle Politiche agricole (forzista, veneto) sarà invece interessato ai trait d'union campi-fabbriche.
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Ma lì, tra loro, c'è qualcuno che capire proprio non può: la commissaria Ue Neelie Kroes. Se Montezemolo, Tronchetti, Merloni, Pininfarina, un Sergio Marchionne ancora troppo abituato alle campagne elettorali Usa per non guardare incredulo, se tutti insomma hanno lo sguardo attonito e persino Giulio Tremonti è visibilmente imbarazzato, figurarsi lei, che l'italiano non lo parla. Tronchetti fa da traduttore, lei afferra i concetti ma continua a non spiegarsi la scena. Un premier versione convention aziendale? «Yes, it's a show»: e solo allora la Kroes smette di cercare il nesso politico. Ride, adesso. E questo è quanto porterà con sé a Bruxelles.