Vogliamo i colonnelli. Saya e Scilipoti contro “froci e troie”
Nell’adunata del 14 giugno nel monicelliano Vogliamo i colonnelli, il modello di riferimento dell’onorevole Giuseppe Tritoni (Ugo Tognazzi) era la dittatura greca, al grido di “Ordine e disciplina”. Nell’Italia berlusconiana del 2011, invece, la stella polare del massone fascista Gaetano Saya è il Cile di Pinochet, mentre l’onorevole Domenico Scilipoti dice: “Oggi ci vorrebbe un po’ di ordine e rigore”.
Saya, Scilipoti e la guerra ai “negri” e “musi gialli”, ai clandestini “porci criminali”, ai “pederasti, pervertiti, finocchi, ricchioni”. Gaetano Saya torna a far parlare di sé in modo cupo e inquietante con l’appello del Partito nazionalista, l’ultima sua creatura insieme alle “Legioni per la sicurezza e la difesa della patria”. Massone con “la stima di Gelli” e titolare del logo almirantiano del vecchio Msi, Saya ha l’ossessione delle strutture paramilitari. Nel 2005 venne arrestato per una sorta di servizio segreto parallelo, il Dipartimento Studi Strategici Antiterrorismo. Quando è stato stabilito il “non luogo a procedere” per l’associazione per delinquere, ostentando soddisfazione e pernacchie ai magistrati Saya ha detto che le accuse contro di lui “erano una manovra degli 007 francesi per impedirmi di catturare Cesare Battisti in Corsica”.
Nel 2009 poi è stato il turno delle ronde nere e adesso, appunto, c’è il Partito nazionalista. Non senza aver offerto, a maggio, la presidenza del Msi a Scilipoti, icona dei Responsabili che hanno salvato il governo Berlusconi il 14 dicembre scorso.
Saya, Scilipoti e Maria Antonietta Cannizzaro, presidente del Msi e moglie di Saya. Un partito a testa. Saya guida le legioni del Partito nazionalista, camicia bianca e pantaloni neri con l’insegna del Sole Nero, simbolo esoterico del nazismo, e il motto “Nobiscum Deus”, “Dio è con noi”, versione latina dell’hitleriano “Gott mit uns”. Scilipoti, si sa, è il leader del Mnr, Movimento di responsabilità nazionale. La Cannizzaro, infine, specifica che la divisa del Msi è di colore ocra e “la collaborazione con Scilipoti riguarda il Msi ma non il Partito nazionalista”. Anche se poi i programmi dei due partiti, il suo e quello del marito, sono uguali.
Venticinque punti per la “Grande Italia”: uscita dall’Ue, cacciata di “negri, omosessuali e comunisti”, statalizzazione dell’economia, pena di morte per “usurai, profittatori e politicanti”.
Il debutto pubblico delle Legioni è previsto per il 24 e 25 settembre a Genova ma la Digos riferisce di non saperne ancora nulla. Nel frattempo è scoppiata l’indignazione di partiti e associazioni contro l’odio razziale dei nazionalisti di Saya e l’ufficio antidiscriminazioni del ministero delle Pari opportunità ha aperto un’istruttoria. Questa la replica di Saya sul sito del Partito nazionalista: “Non avendo ancora capito se questa specie di ministro si chiama ‘Mara Carfagna’ o ‘Mara Sta-fregna’, ci sembrava giusto puntualizzare che con la carta del ‘fascicolo’ aperto dal suo ufficio (probabilmente formato A4) non ci possiamo nemmeno puliamo il sedere, in quanto trattasi di carta dura per lo scopo indicato. Ricordiamo che la Signora è diventata ministro della Repubblica Italiana grazie alle sue abili doti orali”.
http://www.youtube.com/watch?v=UwnC1...ailpage#t=321s
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Gaetano Saya alla Zanzara su Radio 24)
E questa la replica di Cannizzaro al Fatto: “Noi diciamo basta a troie, froci e mao mao, lo troverà scritto anche sul comunicato sul sito del Msi. Come? Troie non c’è? Sì, ha ragione ho scritto prostitute”. Questo il comunicato: “Io sottoscritta M.A. Cannizzaro dichiaro guerra al governo Berlusconi che da anni perseguita la mia persona e tutti i componenti del mio partito, usando personaggi squallidi che lui stesso ha messo a governare: prostitute di basso livello come Mara Carfagna, finita a fare il ministro delle Pari opportunità per aver reso dei servizi di natura sessuale a Silvio Berlusconi e ad altri personaggi dell’attuale governo”.
Eppure nel sito del Msi campeggia ancora la foto della Cannizzaro insieme con B. a Palazzo Grazioli, quando il premier voleva un accordo con Saya. Conclude la moglie di Saya: “Sarò a Roma a il 16 settembre per una riunione con Scilipoti e il suo movimento. Tra non molto ci sarà una rivoluzione perché la gente non ne può più. Un colpo di Stato? Se viene perché no?”.
La parola a Scilipoti: “Sono stato invitato a Genova e sto valutando se andare o no. Con Saya ho fatto varie riflessioni, dalle criticità bancarie alle amalgame dentali. La pena di morte? Saya l’ha detto in un momento di esasperazione, ma è cristiano come me ed è contrario in linea generale. I gay e i clandestini? Io sono per la famiglia tra uomo e donna ma sono per i diritti di tutti.
Comunque con Saya concordo su varie cose e diciamolo pure: in Italia ci vuole più ordine e rigore. Il Sole Nero nazista? Anche Hitler l’aveva rubato a qualcuno”. Un altro nemico di Saya è Bossi, che indossa la “camicia verde color vomito di topo”. In una videointervista sul suo sito, Saya vestito come Pinochet agita un bastone con l’aquila imperiale e minaccia: “Bossi paralitico con il pannolone, ti trascinerò in ceppi e ti ficcherò questo bastone, dal lato dell’aquila, su per il culo per farti camminare dritto”.
di Fabrizio D’Esposito ilfattoquotidiano