Prendendo spunto da questi due post del Nero:
volevo aprire una discussione su un tema abbastanza controverso: perchè la gente non si ribella di fronte a certi soprusi? Perchè tutto quel vasto mondo del precariato non riesci a farsi sentire? Perchè la gente non fa niente, mentre le cose vanno sempre peggio?Serissimo.
La frase finale mi è venuta da comunicato del PMLI, ma è l'unica lettura che riesco a dare della patetica passività (ed ancora più patetica inefficacia, quando provano a fare qualcosa) degli "inculati" dagli anni 80 ad oggi.
Risposta: perchè la gente non sa cosa pensare e fare...........
Questa è la drammatica realtà.Ma vediamo di analizzare meglio i particolari:
1) La maggioranza non ha ancora raggiunto il livello di saturazione.Nonostante la crisi e i tagli alla propria vita, la gente non fa la fame e il familismo italiano riesce ancora a fare da paracadute.
2) Non c'è più quella che un tempo veniva chiamata "coscienza di classe".La parcellizzazione e l'iper-settorializzazione della società ha reso tutto molto fluido ma anche molto disgregato, microgruppi molto eterogenei negli interessi.Quindi ognuno tende a pensare per se in nome dell'individualismo imperante.
3) La logica del meno peggio.La gente, nonostante abbia capito in molti casi che la situazione sta andando a ramengo, continua ad affidarsi al meno peggio, che spesso si rivela peggio e basta.E' inoltre una logica sconfortante, sintomo di un pessimismo di fondo e arrendevolezza riguardo al futuro.
4) Attaccamento al proprio orticello.Nessuno vuole rischiare e si tenta di salvare il salvabile, accettando a testa china piccoli e costanti sacrifici.Questo paralizza tutto, ma non l'avvitamento stesso all'ingiù.
5) Il lato oscuro del pacifismo.Questa cosa nobile si sta trasformando in un trappola paralizzante.Perchè se il cambiamento non lo ottieni in modo pacifico e quelli in cima non ti ascoltano, come fai a ottenerlo in altro modo?
Una volta fatta l'ennesima manifestazione con i palloncini, che si fa? Da qui il nulla......
Peccato che quasi tutte le più grandi conquiste sono arrivate grazie al sacrificio e all'uso della forza.
Ma veniamo alle due cose più gravi:
a) La mancanza di una prospettiva futura, di un alternativa potente.Morte le ideologie, moribonde le religioni in occidente (tenute in piedi solo a livello di facciata, ma il cui valore del sacro è ai minimi storici), è rimasto letteralmente solo il sistema tecnologico-industrializzato, ormai globalizzato.Non c'è all'orizzonte alcuna alternativa, a parte qualche rara teoria qua e là.
La gente, come ho già detto, non combatte e muore per abolire le province o ridurre lo stipendo ai parlamentari.
b) Mancando una alternativa, mancano necessariamente le organizzazioni che dovrebbero supportarla.Organizzazioni in contrapposizione con gli attuali governanti, che si dovrebbero far carico dei nuovi bisogni o interessi della gente.
In queste condizioni la rivoluzione o un cambiamento drastico è impossibile.Le attuali organizzazioni che fanno l'opposizione, non sono nient'altro che l'altra faccia della medaglia.
Quindi la gente si riduce a fare catene su facebook, cercare soluzioni personali e a reprimere sempre più alte dosi di rabbia.Oppure si mette a fare riots come in Grecia, proteste-scioperi inutili con i palloncini come nella maggior parte dei paesi europei o saccheggi come a Londra per la serie "anch'io voglio il mio led a 42 pollici".
A meno che non succeda qualcosa di epocale, non vedo "grandi rivoluzioni" all'orizzonte, ma solo una lenta e inesorabile perdita di tutte le conquiste fatte dalle generazioni precendenti, con rischi di anarchismo sociale inefficiente sempre più elevati.
Ci stiamo avvicinando ad un momento molto decisivo del Sistema.