Blood Story
Remake statunitense di "Lasciami Entrare", film svedese di qualche anno fa (che, premetto, non ho ancora avuto modo di vedere, ma lo recupererò), questo film di Matt Reeves (regista di Cloverfield e pupillo di Abrams) si candida ad essere veramente il miglior horror dell'anno (e Stephen King ne è ancora più entusiasta). In America è stato acclamato dalla critica e, secondo me, a ragione. Quasi due ore di racconto girate benissimo che trovano la propria forza in quattro pilastri fondamentali: Chloe Moretz, potentissima (non più sorpresa ma potente conferma, dopo Kick Ass), dolcissima e malinconica; Matt Reeves, regia solida e dinamica che esprime tutta la sua forza nelle intensissime soggettive (in auto, nell'appartamento e nella piscina), e nell'intelligenza delle inquadrature perdurando dove serve (la telefonata del ragazzino) e staccando quando non necessario (gli attacchi del vampiro), belle anche le trovate per rendere meglio la solitudine e l'inquietudine del bambino che ha i genitori totalmente assenti: la madre non viene mai inquadrata completamente e il padre si sente solo per telefono mentre regala al bambino false frasi di conforto; Kodi Smit-McPhee, anche lui conferma dopo The Road (dove interpretava il figlio di Viggo Mortensen), che crea un'empatia straordinaria con lo spettatore: grazie principalmente a lui, alla sua espressiva genuinità, l'immedesimazione e la partecipazione alla storia sono così riuscite: i suoi sussulti d'amore per Abby, le sue paure dovute alle continue vessazioni e il suo tentativo di riscatto sono talmente veri da rendere il suo personaggio vivo, tridimensionale... lo spettatore riesce a scivolare dentro lo schermo senza nessun bisogno di effetti 3D, e questo solo i bei film riescono a farlo (giusto per rubare una bella frase che ho letto oggi su Ciak che mi sembra più che adeguata); la splendida fotografia di Greg Fraser, immersiva e dark.
Curioso come questo film citi proprio lo stile degli horror anni '80 (epoca in cui è anche ambientata la storia negli States) rimandando a molte pellicole che proprio in quel periodo venivano tratte da opere di Stephen King. Si potrebbe pensare a questo come ad un rovescio della medaglia di Super 8 di Abrams, visto e considerato che anche qui la storia ruota intorno a dei ragazzini e vive delle loro emozioni.
Menzione speciale poi, come al solito, alle spendide musiche di Giacchino che non sbaglia mai e che fa sempre la differenza.
Insomma, un film a mio parere assolutamente da vedere ed è così romantico, dark e malinconico che potrebbe essere una buona scelta per una serata insieme alla vostra compagna/fidanzata/moglie, sempre posto che ami il genere e che non sia facilmente impressionabile (gli effetti speciali splatter non vengono risparmiati ma, a differenza di altra produzione contemporanea, non sono mai "a sproposito").
Sicuramente una produzione molto più riuscita e sensata di quella cagatella che è la saga di Twilight (accomunata solo dal "tema vampiresco", posto che in questo film il vampiro non viene mai usato in maniera cialtrona ma anzi in maniera molto più filologica, rispettosa e aderente al mito, mixando i giusti ingredienti di mistero, gotico e soprannaturale).
Andate a vederlo e non ve ne pentirete
P.S.: All'uscita del film comunque, con gli amici, si scherzava sullìeventuale sequel/remake italiano del film che ne avrebbero fatto negli anni '80: avremmo visto un "Mia moglie è un vampiro" con Renato Pozzetto![]()