Con il suo Kindle Fire, ormai sul punto di debuttare concretamente sul mercato (digitale) dell’elettronica, Amazon potrebbe riuscire dove hanno fallito finora Hp, Research in Motion e Samsung: conquistare una parte di quote di mercato nel settore dei tablet, per adesso dominato in modo quasi monopolistico da Apple e dal suo iPad. Ma il prezzo per la società di Jeff Bezos rischia di essere molto alto: ridurre o persino annullare il margine operativo della società nel breve periodo.
Il Kindle Fire - che ha uno schermo di 7 pollici, confrontati ai 9,7 del concorrente - sarà venduto a 199 dollari contro i 499 della versione più economica dell’iPad. Ma ad Amazon ogni Fire costa 210 dollari, mentre la casa della Mela paga 333 dollari, secondo gli analisti, per produrre un iPad: il che significa che per ogni Kindle Fire venduto Amazon dovrà mettere a bilancio una perdita operativa di circa 10 dollari, almeno secondo IHS Inc.
Contando che gli analisti prevedono che soltanto nell’ultimo trimestre Amazon potrebbe vendere anche più d 4 milioni del nuovo tablet, i conti che ne vengono fuori sono da capogiro e farebbero tremare le vene e i polsi a chiunque altro, al posto di Jeff Bezos. Ma la strategia di Amazon è chiara: che riesca davvero, invece, è tutto da dimostrare.
L’obiettivo della società è focalizzarsi sempre di più sulla vendita di prodotti digitali e assumere a poco a poco la connotazione di media company, che distribuisce e magari comincia anche a produrre in proprio contenuti. È quello che sta succedendo adesso con l’editoria e i libri digitali: Amazon è diventata un vero e proprio editore e, dopo aver incentivato l’auto-pubblicazione, ha cominciato a ingaggiare gli autori e a fare concorrenza non solo ai librai ma anche alle case editrici. Negli Stati Uniti sono in uscita un centinaio di titoli fra romanzi, saggi e manuali.
Il Kindle Fire serve a canalizzare nuovo pubblico verso il canale di vendita di Amazon e incrementare la vendita di contenuti. Nella strategia dell’azienda le perdite operative legate al lettore dovrebbero essere compensate dall’aumento delle vendite in musica, film, libri e telefilm in formato digitale.
Secondo alcuni analisti, però, per garantire la profittabilità di questa operazione, gli utenti dovrebbero spendere almeno 500 dollari in contenuti: in questo modo si potrebbe bilanciare la vendita del lettore praticamente sottocosto. Ma i margini sono davvero ad alto rischio per alcuni osservatori.
Nel secondo trimestre dell’anno il margine operativo di Amazon è stato del 2 per cento, in base ai dati di Bllomberg: il livello più basso dal 2006. E si dovrebbe essere ridotto all’1,3% in base alle previsioni degli analisti nel terzo trimestre, quello che si è chiuso a fine settembre. Un analista di Macquarie Capital, sentito da Bllomberg, ipotizza che con l’aumento delle vendite del Fire, i margini scenderanno sotto lo 0 e incideranno anche sul valore delle azioni di Amazon.
Quest’anno i titoli della società di Jezz Bezos hanno guadagnato il 37%, ma nei prossimi 12 mesi potrebbero aumentare solo dell’1% secondo Bloomberg; mentre Apple punta a un aumento di valore del 20%. Il punto è che la crescita del giro d’affari di Amazon - le vendite sono cresciute del 51% anno su anno nel secondo trimestre - ha distratto molti analisti che hanno perso d’occhio l’erosione dei margini.
Quella di Bezos, dunque, è una scommessa che molto probabilmente lo porterà a insidiare seriamente la primazia di Apple almeno nel mercato dei tablet. Il punto è quanto dovrà pagare la società e se questo sforzo sarà ripagato da una rinnovata profittabilità. Quel che è certo è che Amazon ha molto filo da tessere e che anche all’inizio degli anni Duemila sembrava fare molta fatica a vedere un ritorno reale sugli investimenti, ma poi ha cominciato a macinare utili. Staremo a vedere.