18/11/2011 - PERSONAGGIO
Conte, 20 anni da juventino:
"Trapattoni un padre" 
Antonio Conte ha esordito con la Juve il 17 novembre del 1991
L'esordio in un derby col Toro
poi una parabola perfetta:
«Prima stagione dura,
senza di lui avrei mollato» MASSIMILIANO NEROZZI
TORINO
Per la carriera che ha poi saputo incollarci dietro, Antonio Conte dovrebbe liquidare all'istante superstizione e scaramanzia, cui resta invece fedele: 17 novembre 1991, primo passo con la maglia della Juve. Cioè vent'anni di bianconero, giusto ieri. Magari il destino sterzò da subito, quando entrò sul prato negli ultimi minuti di un derby vinto, 1-0. «Gol di Casiraghi, e io dentro al posto di Schillaci». Quando ieri Juve Channel gli ha riproposto le immagini, il tecnico ha allargato un sorriso: «È stato il mio esordio, l'inizio di una storia bellissima». Che ora vorrebbe continuare da tecnico.
Nulla si pronostica, del futuro in panchina, come nulla s'aspettava in quell'avvio da giocatore: «Neanche nelle più rosee previsioni avrei immaginato di essere per tredici anni nella storia juventina. Vincendo ciò che ho vinto, diventando capitano, andando in Nazionale e tornandoci da allenatore». A occhio gli andrebbe benissimo imitare quello che lo spedì all'esordio: «Trapattoni lo ricordo sempre con grandissimo affetto, oltre che un allenatore è stato un padre. Ci fosse stato un altro non sarei rimasto alla Juve così tanto, perché il primo anno fu un po' difficile. Solo un secondo papà come lui mi ha permesso di scrivere la storia juventina». Quella recente riprende domenica pomeriggio allo Juventus Stadium, all'arrivo del Palermo: fanno 22 giorni dopo l'ultima uscita, a San Siro, battuta l'Inter. Una settimana in più della concorrenza, per il rinvio della partita di Napoli. La Juve stava viaggiando forte, e quando t'arresti di colpo, non sai mai come ripartirai. È un'incognita pure per Conte, che difatti l'ha detto subito anche ai giocatori, da ieri di nuovo al completo, con il ritorno di tutti i nazionali. Sarà una sfida un po' strana, insomma, anche se il tecnico dovrebbe ripresentare i fantastici undici, quelli che hanno steso Fiorentina e Inter, appunto. Identico anche il telaio, 4-3-3, o 4-2-3-1 dipende dai gusti. La sostanza è nei tre centrocampisti, Marchisio, Pirlo e Vidal, nella stessa difesa, e in Vucinic ancora da attaccante esterno. Oltre al periodo di letargo, in agguato ci sono pure quattro diffide, pronte a farsi squalifica in casa di un'altra ammonizione: Chiellini, Pepe, Pirlo e Marchisio. E con due gite complicate dietro l'angolo: sabato 26 a Roma, dimora Lazio, il martedì successivo a Napoli.
Nonostante la lunga sosta ai box, comunque, ci dovrebbe essere gente allenata, dalle partite con le Nazionali. Anzi, alcuni, già con discreto chilometraggio: da record Andrea Pirlo, che tra i giocatori delle big è il utilizzato, a parte Inler. Senza Coppe, il regista bianconero ha fatto il pieno con Juve e Italia: di 16 partite stagionali, ha sempre disputato 90', a parte l'amichevole in Polonia, un tempo. Fanno 1395'. Ma dopo Napoli, si potrà riposare. Nell'allenamento di ieri, intanto, Conte ha fatto alcuni test, anche se la partitella s'è giocata dodici contro dodici. Si potrebbe provare anche domenica.