Ieri mentre leggevo post che riguardavano "La casta degli avvocati" mi sono chiesto come sia possibile che in un paese normale gli avvocati o qualsiasi tipo di professionista siano passati da circa 50000 nel 1985 a circa 220000 nel 2010...
Mi chiedevo, siamo si un paese libero, in cui ognuno è libero di decidere quale possa essere la sua carriera futura, ma non mi capacito come uno stato non sia almeno un po' in grado di indirizzare le scelte dei giovani utilizzando politiche di chiusura dei numeri nei corsi universitari, in modo facendo delle serie indagini e parlando nelle scuole su quali potranno essere in futuro i migliori sbocchi occupazionali...
Si potrà certamente sbagliare, ma lasciare il futuro alla totale improvvisazione creando orde di disoccupati/sottoccupati o occupati sottopagati e lasciare invece in braghe di tela le aziende che magari cercano ingegneri, tecnici, matematici...
Oggi abbiamo un sacco di gente che si trova a studiare scienza della comunicazione o cose simili un po' perché sono facoltà che sono alla moda...ed in un futuro saranno se va bene occupati grazie al loro diploma se va male disoccupati.
Per uno stato è etico pensare di indirizzare le scelte dei suoi cittadini per migliorare la sua crescita economica?