La Corte dei Conti boccia la Finanziaria: «Dissolve 37 miliardi» IL DEF SOTTO ESAME. «Rischio di corto circuito tra crescita e rigore»
Bankitalia: «Meno spesa per abbassare le tasse» Grilli: «Niente nuova manovra né patrimoniale» 24/04/2012ROMA Nessuna nuova manovra correttiva in arrivo: a ribadirlo in Parlamento è stato il viceministro dell'Economia Vittorio Grilli, presentando ieri mattina il Documento di economia e Finanza (Def). Ma questo non basta a tranquillizzare. A lanciare l'allarme di un «corto circuito rigore-crescita» è stato il presidente della Corte dei Conti, Luigi Giampaolino, il quale ha sottolineato che l'aver puntato sull'aumento della pressione fiscale per riaggiustare i conti avrà «effetti recessivi». La ricetta condivisa anche dalla Banca d'Italia è di puntare ora al taglio della spesa pubblica e all'abbattimento dello stock di debito. Grilli, in una audizione alle commissioni Bilancio di Camera e Senato, ha sottolineato che le due manovre estive del 2011 di Tremonti hanno portato una correzione dei conti pari al 3,4% del Pil, a cui va aggiunto l'1,6% della manovra Salva-Italia. Uno sforzo per il Paese di 5 punti complessivi. Inimmaginabile una nuova manovra, checchè ne dicano Wall Street Journal e Financial Times, anche perchè, ha insistito Grilli, «neanche il Fondo monetario la chiede» e «nemmeno una patrimoniale». Ma a dar voce alle preoccupazioni per l'economia reale è il presidente della Corte dei Conti: «La componente fiscale degli interventi correttivi è altissima e la pressione fiscale salirà dal 42,5% del 2011 ad oltre il 45% per l'intero triennio successivo». Insomma, «una pressione già fuori linea nel confronto europeo che genera le condizioni per ulteriori effetti recessivi». Sì, perchè «la somma di entrate e di spese pubbliche supererà nell'intero periodo il 90% del Pil: un drenaggio di risorse incompatibili con un efficace politica di rilancio dell'economia». E il «corto circuito» è presto spiegato: nel 2013 la recessione si mangerà 37 miliradi, la metà dei 75 miliardi di correzione. La ricetta è dunque quella di tagliare la spesa pubblica in profondità. «La spending review», ha spiegato Giampaolino, «deve rendere possibile non solo la riduzione della spesa», ma anche «individuare distorsioni strutturali connesse ad assetti organizzativi da drasticamente riconsiderare, ad esempio quello della tutela dell'ordine pubblico e della sicurezza». Risposta al ministro degli Interni Cancellieri che ipotizza tagli ai dipendenti pubblici. Meno spesa per poi abbassare le tasse a lavoro e imprese è anche la ricetta del direttore generale di Bankitalia, Salvatore Rossi, che però è più ottimista, facendo intravedere un «anticipo della ripresa a fine 2012». Infine lo stock di debito, che costa all'Italia decine di miliardi di interessi: Giampaolino ha proposto una «task force» che individui «rapidamente» il patrimonio pubblico da dismettere. VIA LIBERA ALL'IMU. Rush finale al Senato per il decreto sulle semplificazioni fiscali che prevede le nuove norme sull'Imu. Il provvedimento è arrivato ieri in aula dove il governo ha chiesto il voto di fiducia. Scontato il via libera, oggi in mattinata. Nessuna modifica è stata introdotta nella terza e ultima lettura. Il governo è però intervenuto sul caso che ha scaldato il dibattito politico del fine settimana, smontando le polemiche sulla «tassa di scopo», da alcuni definita Imu-bis. Nessuna nuova imposta, ha spiegato il ministero dell'Economia, ma solo l'introduzione di alcune norme di coordinamento tra questo tributo, che esiste dal 2006 e che si calcolava sull'Ici, e che ora è invece stato «coordinato» con l'Imu. «Ad oggi», spiega, «risulta che solo 20 Comuni hanno istituito l'imposta».