Leggevo ieri che la MPAA (Motion Pictures Association of America) ha deciso di non spedire più a casa dei giornalisti e dei giurati degli Academy Awards i DVD screener dei titoli candidati alla prossima cerimonia degli Oscar, privandoli così di un privilegio che perdurava da anni. Si tratta, per chi non lo sapesse, di DVD non ancora in vendita, preparati appositamente per la stampa e gli addetti ai lavori. La motivazione di questa scelta, che obbligherà gli interessati a farsi un giro negli uffici delle varie major per visionare le pellicole, è assai semplice: praticamente tutti gli screener finiscono in rete, adeguatamente convertiti in DivX, con il risultato che online si trovano film che nelle sono ancora nelle sale (e che magari, come in Italia, al cinema non sono ancora usciti).
Videoludicamente parlando, questo è un problema presente da parecchio tempo, e che le case cercano di limitare come possono. Per mia esperienza (e della redazione di TGM), sono sempre di più le case che invitano i giornalisti e i redattori direttamente nei loro studios per svolgere le recensioni dei propri prodotti, o che mandano copie di codice recensibile adeguatamente "fingerprinted", ossia con un "marchio" digitale posto non si sa bene dove (ma facilmente rintracciabile per chi ce l'ha messo) che identifica la testata o la redazione cui il prodotto è stato spedito. In questo modo, in caso di eventuale diffusione non autorizzata del gioco, la software house può risalire al responsabile della "fuga".
Si tratta sicuramente di un buon deterrente per i colleghi irresponsabili, che finisce tuttavia con il penalizzare le persone che vorrebbero recensire più a lungo e meglio un gioco (o i critici cinematografici che vorrebbero visionare con calma un film, per tornare in argomento), e che - almeno apparentemente - non contribuisce un granchè ad arginare il problema delle copie illegali. Diciamo che è come mettere un dito in una delle numerose falle da cui entra l'acqua. Però, un dito alla volta... Buon inizio di settimana a tutti!
non lo so...
mi sembra che le soluzioni adottate siano sempre molto vicine al pastore che chiude le porte della stalla quando le pecore sono già scappate (io riadatto tutto).
Riferendomi ai soli videogiochi mi sembra che la tecnica di distribuire copie firmate sia ottimale, le altre le vedo troppo come una limitazione al lavoro altrui...
Perchè non proponete ai pr dei publisher di arrivare in redazione e controllare 24h su 24h la loro copia del gioco, se il redattore se lo vuole portare a casa, il Pr dietro a lui.
Questa sarebbe una soluzione che non crea disturbo alla rivista e impedisce la proliferazione di copie pirata.
Oppure potrebbero farvi testare i giochi in streaming, così niente copia distribuita, niente copia a rischio diffusione illegale.
Certo che se vi offrono vitto e alloggio per tre o quattro giorni uno stanzone pieno di pc su cui testare il gioco e splendide ragazze che vi portano da bere e vi massaggiano le spalle quando siete affaticati, allora forse io mi piegherei anche a recensire il gioco da loro.
Ci troviamo di fronte ad effetti collaterali dovuti alla pirateria che spesso non vengono resi noti abbastanza al pubblico. Per me, che ritengo fodamentali le recensioni dei videogiochi, è davvero antipatico pensare che una recensione possa essere poco approfondita perchè la si è dovuta fare con poco tempo a disposizione, presso il produttore.
La soluzione delle copie "fingerprinted" da recensire mi sembra buona, almeno lascia lavorare in pace.
Sicuramente non risolve il problema, non lo diminuisce neanche significativamente. Però, visto che il suo costo è trascurabile (o almeno credo), penso sia meglio farlo che non farlo.
scherzi a parte... l'idea del watermarking e' buona, ma non so quanto sia resistente ad una ricodifica del video. che di solito vien fatta, trasformando il dvd in divx per la ridistribuzione nel p2p... tutti quei pixel accurata,mente segnati vengon impastati ben bene dal nuovo algoritmo, ed alla fine son puntoa capo, e le case non sanno chi puo' aver messo in giro il film.
la cosa e' diversa coi giochi, in cui la ridistribuzione avviene nello stesso formato in cui vengon ricevuti...
inoltre, cdreare un dvd diverso per ogni giornale a cui si spedisce il film da recensire innalza indubbiamente i costi... un conto e' stampare 500 copie(esagerando) tutte identiche, un altro e' bruciarne una ad una 500 ognuna lievemente diversa...