Mi vengono i brividi al pensiero che qualsiasi mentecatto possa far esplodere tutto con un simile impianto di erogazione che sicuramente andrà controllato ben più spesso di una caldaia di casa. uno struimento del genere è poi soggetto a manipolazione continua. Un conto è il serbatorio interrato che viene ricaricato e bon... invece una roba del genere in mano a chiunque non ce la vorrei vedere , vicino casa.
so che in alcune regioni (friuli) c'era/c'è un progetto del genere (e credo sia anche partito)...ma più che altro perchè ad esempio in friuli ad oggi non esiste nessun distributore di metano.
Il problema comunque è che per riempire le bombole in casa con un kit domestico serve una nottata da quel che avevo sentito dire...
alla fine quello che risparmi di gas lo spendi di elettricità per far andare il compressore
forse non consuma così tanto, ma sicuramente ci si mangia una fetta del risparmio, forse a quel punto meglio il GPL...
http://www.ilsole24ore.com/art/finan...?uuid=AbWDJLyG
FIAT (marchio) smetterà di fare auto di fascia medio-alta, lasciando spazio per le Alfa-500-Jeep
LANCIA muore uccisa dal nuovo marchio "500", tutte le auto "sfiziose" saranno 500 e derivate e le ammiraglie o rimangono Chrysler o si sale di livello con le Maserati.
ho grossi dubbi, chi comprerà un marchio che produce solo utilitarie? Allora mi prendo la dacia.
fare di 500 un marchio come per mini è un'azzardo, anche perchè fin'ora c'è solo la 500 che ha venduto abbastanza si ma nessuna derivata è ancora sul mercato.
La morte di lancia riempie di rabbia, non potevano cederla? Anche ai cinesi piuttosto...
A Marchionne ancora non gli sparano ?
Marchionne è solo la faccia che serve a far fallire tutta la baracca.
Il piano è abbastanza fumoso, come al solito, ma Lancia è veramente deserta:
http://www.fiatspa.com/it-IT/investo...t_30_2012).pdf
Su fiat marchio limitato alla piccole, potrebbe pure non essere una cattiva idea, visto che praticamente ha sempre e soltanto vissuto di quelle da almeno una trentina d'anni a questa parte.
Dal punto di vista del mercato, niente di nuovo: USA e Brasile stanno andando bene, Europa perde ancora, l'Oriente sembra produrre qualche risultato incoraggiante.
Interessante scoprire che l'idea iniziale marchionniana era quella di fondere Opel, PSA e Fiat auto.
Mi pare che sia il solito bla bla bla adeguatamente mescolato per l'occasione.
Alfa-Maserati? Chissà dove l'ho già sentito
In europa ha perso l'impossible perché la sua politica ESPLICITA è quella di non far nulla.
Sta sbaraccando dall'italia.
Dei marchi Lancia/Alfa non gliene pò fo**ere di meno.
Più chiaro di così...
Ma sì, è sempre la solita roba... stavolta però non hanno nemmeno messo i nomi sotto i "modelli futuri". Nel 2015 ci sarà un restyling... di cosa? Non si sa. Però c'è. Forse.
Per come ho interpretato io la presentazione, Fiat si focalizzerà su "500, Panda e derivati" in termini produttivi. Quindi dal ragionamento sarebbero esclusi i vari rimarchiamenti, tipo Freemont, Viaggio ecc che potrebbero comunque essere a listino per completare la gamma.
La questione del brand 500 ( "Focus Fiat brand on 500 and Panda as pillar vehicles (brands within a brand)" ) penso sia da intendersi più a livello di marketing ecc che non come vera e propria creazione di marchio a sè stante.
Su Maserati trovo insoliti i 6 nuovi modelli: QP VI, "Biturbo", Kubang, nuova GranTurismo, nuova GranCabrio... e poi?
la piccola spider coupe sulla fascia della boxter?
E la GPunto? fa parte delle "piccole"?
Beh sì, è un'utilitaria (segmento B).
Seriamente , non ho la più pallida idea dei fatti a cui ti riferisci. Io vedo solo delocalizzazioni e tanto mi basta , non me ne frega un cazzo della fiat , mi frega dei lavoratori.
Le 500 fatte nei balcani le lascio dove stanno.
mi riferivo alla politica "al risparmio"...
si diceva che doveva fare uscire modelli nuovi per vincere la crisi e blabla vari, prendere esempio da PSA Renault Ford VW ecc...
in realtà almeno per i primi alla fine le cose non stanno andando poi così meglio (anzi forse anche peggio)...e tutto sommato anche VW sta mostrando i primi segni di cedimento.
I pronostici servono solo a confermare il detto
Chi vive sperando.. come finiva?
Finiva in Serbia
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l'articolo del sole 24 ore è frutto di una traduzione sbagliata del product plan.
sostanzialmente per Lancia si confermano Y + auto condivise con Chrysler
Fiat che si concentrerà di più sulle auto sfiziose
Alfa Romeo: 8 modelli dall'anno prossimo fino al 2016 (4C, mito restyling, giulietta restyling, giulia (berlina/wagon), giuliona, suv, mini-suv, duetto)
Maserati: 4 modelli nuovi
e a discapito di tutte le cazzate che vengono dette in giro, non delocalizzano una beata fava, anzi, tutte le Alfa Romeo e Maserati (ad esclusione della Duetto che verrà costruita ad Hiroshima) verranno costruite in Italia. Comprendendo anche i relativi modelli condivisi Jeep.
http://www.quattroruote.it/notizie/i...i-che-verrannoGruppo Fiat
I modelli che verranno
Con la presentazione del nuovo piano industriale, il Gruppo Fiat ha rimescolato le carte, proponendo uno scenario piuttosto diverso da quello ipotizzato solo due anni e mezzo fa: la crisi che ha colpito il settore auto in Europa ha obbligato i vertici del Gruppo a rivedere le proprie strategie. Vediamo quali saranno i modelli che dovrebbero vedere la luce nel prossimo futuro.
Fiat. Come ampiamente preannunciato, il 2013 porterà nel listino della Casa torinese una sola novità, la Fiat 500XL, variante a sette posti della 500L: come la sorella, sarà costruita nello stabilimento serbo di Kragujevac e sarà venduta in Europa e Usa. Nel 2014 è attesa anche la Fiat 500X, anticipata con una breve apparizione lo scorso mese di luglio: secondo i nuovi piani, questa sarà l'unica vettura a marchio Fiat costruita in Italia. L'anno successivo sarà quello più ricco di novità per il marchio torinese. Nell'arco del 2015 potrebbero arrivare il restyling della Panda, la nuova generazione della 500 (e probabilmente anche la nuova 500C), oltre alla futura Punto, che non debutterà prima in considerazione delle cattive previsioni sul mercato europeo fino al 2014. Nel corso dello stesso anno poi, è atteso anche l'arrivo in Europa della Viaggio (verosimilmente nella futura versione a due volumi), la cui produzione in Cina è stata recentemente avviata.
Lancia. Nel nuovo piano industriale della Fiat non sono previste per la Lancia novità di prodotto fino al 2015. In quell'anno il Gruppo presenterà due vetture, verosimilmente la Ypsilon facelift e un nuovo modello di segmento C o D strettamente derivato da un omologo Chrysler (la nuova 100 o la nuova 200) e prodotto in America. Sul destino del marchio torinese, che esce pesantemente ridimensionato dai nuovi programmi, si è del resto espresso molto chiaramente lo stesso Marchionne, secondo cui "la Lancia non tornerà più quella di un tempo". Bisogna inoltre ricordare che proprio ieri è stato sottolineato un aspetto centrale per il futuro della Casa: i modelli americani verranno eventualmente riproposti in Europa solo nel caso di una chiara fattibilità economica.
Alfa Romeo. Per il Biscione i prossimi anni saranno particolarmente intensi, come abbiamo scritto ieri: l'anno prossimo l'Alfa Romeo aggiornerà la propria gamma con il lancio della 4C e il debutto degli aggiornamenti di MiTo e Giulietta. Nel biennio 2014-2015, secondo il piano, arriveranno sei nuovi modelli. I primi dovrebbero essere la grande berlina di segmento E e la variante spider (con tetto targa) della 4C. A seguire, l'anno successivo, le versioni berlina e familiare della Giulia, la sport utility e la Duetto, realizzata in collaborazione con la Mazda. Giova sottolineare che ci stiamo muovendo nel campo della speculazione, e che siamo stati abituati negli anni scorsi a frequenti ripensamenti sul lancio di nuovi modelli, particolarmente per quello che riguarda l'Alfa.
Jeep. L'unico marchio americano dei quattro "global brand" su cui punta Marchionne, vedrà il debutto della nuova Cherokee l'anno prossimo, ma soprattutto quello della B-Suv, attesa nel 2014. Il modello, che secondo i programmi verrà prodotto in Italia, sarà il gemello della Fiat 500X cui facevamo riferimento più sopra. Nel 2015 poi, sarà la volta dell'unico crossover destinato a sostituire contemporaneamente la Compass e la Patriot.
Maserati. Anche per il Tridente sono in cantiere molte importanti novità: nel 2013 verranno lanciate la Quattroporte e la Ghibli. Fra il 2014 e il 2015, infine, verranno presentate le tre novità che chiuderanno il cerchio del rinnovamento per il marchio: la sport utility Levante e le nuove generazioni di GranTurismo e GranCabrio.
http://www.tmnews.it/web/sezioni/eco...31_00200.shtmlFiat/ Kazakistan: Lingotto vuole produrre nel nostro Paese
Ministero Esteri: Casa Torino potrebbe aprire linea assemblaggio
Roma, 31 ott. (TMNews) - La Fiat è interessata ad avviare la produzione in Kazakistan. L'ha affermato, secondo quanto riferisce oggi l'agenzia di stampa Interfax, il ministero degli Esteri di Astana dopo una riunione tra l'ambasciatore kazako in Italia, Andrian Elemesov, e rappresanti del Lingotto.
"Rappresentanti della casa automobilistica hanno espresso interesse nel contruire una linea d'assemblaggio della Fiat e lanciando servizi di post-produzione delle auto Fiat e dei veicoli industriali Iveco in Kazakistan", ha detto il ministero.
Elemesov ha invitato i manager della Fiat a visitare il Kazakistan per definire i dettagli pratici.
che poi è la cosa più sensata, si costruisce in italia le auto di maggior pregio/valore e che per forza di cose beneficiano del marchio "made in Italy"...e i modelli che puntano più sul prezzo si delocalizzanol'articolo del sole 24 ore è frutto di una traduzione sbagliata del product plan.
sostanzialmente per Lancia si confermano Y + auto condivise con Chrysler
Fiat che si concentrerà di più sulle auto sfiziose
Alfa Romeo: 8 modelli dall'anno prossimo fino al 2016 (4C, mito restyling, giulietta restyling, giulia (berlina/wagon), giuliona, suv, mini-suv, duetto)
Maserati: 4 modelli nuovi
e a discapito di tutte le cazzate che vengono dette in giro, non delocalizzano una beata fava, anzi, tutte le Alfa Romeo e Maserati (ad esclusione della Duetto che verrà costruita ad Hiroshima) verranno costruite in Italia. Comprendendo anche i relativi modelli condivisi Jeep.
ehl'articolo del sole 24 ore è frutto di una traduzione sbagliata del product plan.
sostanzialmente per Lancia si confermano Y + auto condivise con Chrysler
Fiat che si concentrerà di più sulle auto sfiziose
Alfa Romeo: 8 modelli dall'anno prossimo fino al 2016 (4C, mito restyling, giulietta restyling, giulia (berlina/wagon), giuliona, suv, mini-suv, duetto)
Maserati: 4 modelli nuovi
e a discapito di tutte le cazzate che vengono dette in giro, non delocalizzano una beata fava, anzi, tutte le Alfa Romeo e Maserati (ad esclusione della Duetto che verrà costruita ad Hiroshima) verranno costruite in Italia. Comprendendo anche i relativi modelli condivisi Jeep.
http://www.corriere.it/economia/12_n...87f32cd3.shtmlIntervista, L'amministratore delegato del Lingotto
«Possiamo farcela, ecco la svolta Fiat
Investiamo in Italia, poi fusione Chrysler»
Marchionne: credo nel Paese, ora uno sforzo di tutti Sfideremo i marchi tedeschi con Alfa e Maserati
TORINO - «Ha visto come ha reagito la Borsa? Totalmente prevedibile». Perché non chiude in Italia? «Ovviamente». Dopodiché Sergio Marchionne smette di guardare le quotazioni. Amen, se gli analisti «non condividono la strada che abbiamo scelto». Lui, alla fine, sul Paese ha deciso di puntare. Le tre sacche da viaggio sono lì, in un angolo dell'ufficio: sempre pronte, messe in fila una dietro l'altra. Le ore di volo fanno 40 giorni all'anno, e tra poco riparte di nuovo per Detroit. Ma intanto il messaggio è questo: «Ci credo. Credo nell'Italia, quella di Mario Monti, quella che vuole cambiare». Dunque: «Prima investo qui per andare a fare concorrenza ai tedeschi». Solo dopo manderà avanti la completa fusione Fiat-Chrysler: «Diciamo 2014-2015. Tutto insieme non lo posso fare».
Promette: pieno rilancio di tutti e cinque gli stabilimenti italiani, riassorbimento completo dei 23 mila dipendenti. L'aveva già fatto. Poi, con la crisi in Europa, sono arrivati i dubbi. Perché adesso gli scettici le dovrebbero credere?
«Perché bugie non ne ho mai dette. Ho guardato il mercato, l'ho affrontato resistendo alle critiche ma senza fare macelleria sociale. Adesso, dico che nonostante tutto le condizioni ci sono. È vero, questo è un Paese complicato. Molto complicato. Martedì ero al consiglio d'amministrazione. C'era la Fiom, fuori, che fischiava. Noi, dentro, prendevamo decisioni di grande coraggio. Se la Fiat avesse scelto di andarsene, l'impatto sociale forse si sarebbe potuto gestire, quello sull'immagine dell'Italia a livello internazionale no. Il più grande gruppo industriale del Paese che lascia? Sarebbe stato devastante».
Eppure lei per primo lo ha ammesso: era un'opzione. E non è che, nel frattempo, le condizioni strutturali del Paese siano così cambiate. Fosse andato in Polonia, o in Brasile, alla Fiat sarebbe costato meno.
«Vero, e perciò la Borsa ha reagito come ha reagito. Vero pure che Monti era riuscito a calmare le acque ma ora siamo di nuovo in attesa di atterraggio: un periodo indefinito, scandito dal clima elettorale. Vero, infine, che il mercato europeo dell'auto sta raschiando il fondo del barile e per altri due anni continueremo a vederlo da lì, dal basso».
Appunto. E quindi? Dove sta la convenienza? Se dice che lo fa solo per responsabilità verso il Paese non le crederanno.
«Chiariamo subito: io stesso l'ho definita una scelta "non per deboli di cuore". In Europa tre costruttori chiudono fabbriche, Ford guadagna in America ma non mette soldi qui, la Francia dà a Peugeot sette miliardi pubblici. Noi faremo da soli. Ma vede: la Fiat è un cantiere aperto, non chiude mai. Per la terza volta, con la condivisione totale di John Elkann e della famiglia, rivoltiamo l'azienda. L'abbiamo fatto nel 2004. Rifatto nel 2009, con Chrysler. Ed è stata quella la mossa, intelligente, che ci consente ora di ridisegnarla completamente, puntando ovviamente a guadagnare nonostante tutti gli scenari italiani ed europei. Oggi è grazie a Chrysler che possiamo far leva su Alfa e Maserati e andare a dare fastidio ai concorrenti dei brand premium».
Nuova dichiarazione di guerra ai tedeschi? L'obiettivo è ambizioso.
«Vedrete».
Il rilancio Alfa l'ha promesso altre volte, in passato. Per sua stessa ammissione ha sempre fallito.
«Se non avessi avuto le architetture e le piattaforme della Chrysler, i motori base, i 2.300 concessionari americani mi sarebbe impossibile anche adesso. Li ho. Possiamo metterci i soldi».
Quanti? Quando?
«Non l'ho detto nemmeno ai sindacati. L'annuncio di Fabbrica Italia è stato il mio più grande errore: il mercato è crollato e mi hanno impiccato sui dettagli. Ora lavoreremo in silenzio, a testa bassa, lasciando che a parlare siano i fatti. Il primo lo vedrete a gennaio, con la nuova Maserati Quattroporte».
È vero che Melfi partirà presto, a giorni?
«La prossima settimana ci vanno i nostri tecnici. Entro l'anno cominceremo a spendere i primi soldi».
Perché ha spostato lì i mini Suv, Jeep compresa, che fino a tre mesi fa sembravano ancora previsti a Mirafiori?
«Perché da due i modelli sono diventati tre. A Mirafiori l'impianto non sarebbe bastato. E poi è quello con i maggiori costi strutturali».
Dunque qui, a Torino, conferma: polo dell'alta gamma Alfa-Maserati?
«Confermo. Mirafiori e Grugliasco saranno la nostra arma per sfondare anche negli Usa. E di nuovo c'entra Chrysler: il Suv della Maserati, che chiameremo Levante, lo possiamo fare perché abbiamo la piattaforma della Grand Cherokee».
Intanto cancella la Lancia.
«No. Rimane la Ypsilon. Il resto arriverà da Chrysler».
Ridimensiona anche il marchio Fiat, se è vero che Panda e 500 saranno un brand nel brand.
«Di nuovo: no, Fiat resta. È però "500" il marchio spendibile anche all'estero. Negli Usa da un anno sorpassiamo stabilmente le vendite Mini: ma chi la compra vuole guidare la 500, non la Fiat. Mi devo spendere il marchio, allargarlo a un'intera famiglia. Con la 500L, che abbiamo appena iniziato a vendere. E altre sorprese che arriveranno».
Per la Panda non è la stessa cosa.
«Non in America. Ma là il prossimo Freemont sarà di fatto un "Pandone"».
Quella che lei promette è una totale rivoluzione Fiat. Marchi, modelli, fasce di mercato. Tutto in due, tre anni al massimo. Stavolta non si torna indietro?
«Legga quest'agenzia. La solita Fiom: "Mirafiori, lo stabilimento delle illusioni". Ma non scherziamo. Ci vuole un enorme coraggio a investire adesso, andare sulla fascia alta mettendo in gioco tutte le nostre competenze ed eredità migliori. La Ferrari, l'Alfa, la Maserati, dall'altro fronte i 70 anni della Jeep. Se l'avessi fatto in questi due anni, buttando soldi nel sistema come molti avrebbero voluto, avrei portato i libri in Tribunale. Adesso che possiamo permettercelo, però, occorre sempre la stessa cosa: pagherò le royalties a Montezemolo, ma il concetto è quello suo, è fare squadra. Con i sindacati e con il governo».
Ai primi, ossia a Cisl, Uil, Fismic e Ugl che con Fiat hanno firmato i nuovi modelli contrattuali, ha sostanzialmente detto: o anche voi vi impegnate attivamente per isolare le minoranze che «non fanno il bene del Paese e soprattutto dei lavoratori», o la competitività per l'export è a rischio. Non si stupisca se la Fiom dice che vuole dividere il sindacato.
«È la Fiom che si è divisa da sola. È incapace di adattarsi a una realtà in cui la maggioranza vuole lavorare e non farsi condizionare dalla minoranza. Non mi importano gli attacchi personali. Ma ai referendum ha vinto il lavoro. Sono quelle persone, sono i ragazzi di Pomigliano che io devo difendere. Gente che non mi ha mai mollato e che devo proteggere».
Ne manda a casa 19 per far posto agli iscritti Fiom reintegrati dal giudice.
«È totalmente coerente. La cassa integrazione è arrivata anche lì. Non c'è lavoro sufficiente, dove metto anche solo un assunto in più? Risponda la Fiom. Ma non accetto lezioni di democrazia».
Problema di sindacato?
«Problema di rappresentanza. Poi è vero che il sindacato in Italia è troppo frammentato: ma con Cisl, Uil, Fismic, Ugl condividiamo un progetto, hanno accettato di mettersi in gioco, la loro parte la fanno. Perché devono essere considerati servi di un padrone che non esiste più se non nella storia dell'Ottocento? Perché c'è chi va a fare comizi davanti all'Irisbus, costretta a chiudere perché da anni è senza commesse pubbliche, e poi però compera autobus in Turchia? E perché i media questo non lo raccontano? A proposito di giornali: dobbiamo starci, all'aumento di capitale di Rcs?».
Deve dirlo lei.
«L'ha già detto John. Se ci sono piani credibili, si sostengono».
La Fiat usata in campagna elettorale: non dica che non se l'aspettava.
«Guardi, non so cosa vogliano fare i partiti. So che l'alternativa a Monti non è bella. Se non ci va lui, all'estero, chi ci mandiamo? Abbiamo recuperato credibilità. Il coraggio di quest'uomo che si è giocato tutto, faccia e credibilità, è unico».
Quanto gioca la sua presenza sulla sua scommessa per l'Italia?
«Un bel po'. E anche la speranza che rimanga. Quando l'ho visto per la prima volta da premier mi ha detto: "Non ho un euro". Avete scritto che ieri ci siamo sentiti. È vero. Mi ha detto solo: "Decisione stoica, la ringrazio". Ho apprezzato allora e adesso. Anche se "chi comanda è solo", quella di Monti è un'Italia diversa da quella che ho conosciuto in questi anni. È quella per cui si può scommettere».
Dal governo non si aspetta proprio niente? L'ha detto lei, che agevolazioni all'export sono necessarie.
«Guardi, l'Europa della libera concorrenza nell'auto è già saltata. La Francia dà sette miliardi a Psa. La Germania l'ha fatto in passato e, se sarà necessario, alla fine interverrà su Opel. Noi sappiamo che in Italia, mercato che in cinque anni ha perso il 40%, non c'è niente da dare a nessuno e comunque noi non lo vorremmo. Continueremo a fare da soli. Ma per l'export, per tutte le imprese, i paletti ci sarebbero. In entrata e in uscita. Se uno fa cento bottiglie da esportare, su quelle cento gli si potrebbero magari ridurre le imposte ed eliminare i passaggi burocratici».
Ci crede?
«C'è un tavolo, lavoriamo insieme. Vediamo».
«Vediamo» pure le voci su una maxifusione con Gm, Opel, Psa e lei alla guida?
«Pettegolezzi».
Che contribuiscono, però, a farla finire in mezzo alla campagna elettorale non soltanto in Italia: anche Mitt Romney l'ha tirata in ballo contro Barack Obama.
«Un autogol, credo. Posso dirle questo: qui mi chiamano "l'americano", là mi ha dato fastidio quello sprezzante " Italians " con cui Romney ha bollato la Fiat. Non è piaciuto a me e, credo, a nessun altro italiano».