07/11/2012 - RETROSCENA
Tocca a Matri: gol cercasi per restare in Champions
Antonio Conte, 43 anni, si confronta con i giocatori prima dell’ultimo allenamento
Stasera contro il Nordsjaelland i bianconeri inseguono il primo successo. Vucinic non sta bene, Bendtner non convince, favorito Giovinco
MASSIMILIANO NEROZZI
TORINO
Sotto elezioni, dagli Stati Uniti all’Italia, dev’essere tornato di moda il ribaltone: «Matri sarà titolare - annuncia subito Angelo Alessio, come mai aveva fatto - poi lo affiancherà uno tra Quagliarella e Giovinco». Sull’uscio della prima sfida decisiva di Champions League, stasera contro il Nordsjaelland allo Juventus stadium, Antonio Conte ripesca così Alessandro Matri: ultima apparizione i 66 minuti giocati nell’andata di Copenaghen, il 23 ottobre, poi, tre partite senza mettere piede in campo. Ultimo gol oltre un mese fa, il 29 settembre, nell’abbuffata con la Roma. Torna nel congelatore Nicklas Bendtner, per la disperazione dei cronisti danesi. Ribaltata la tendenza, due gare da titolare (Catania e Bologna) e una da primo cambio (Inter), e pure gli indizi di domenica scorsa. Evidentemente, l’allenatore non è stato troppo felice del suo contributo.
Vige il principio dell’alternanza, cui è immune il solo Vucinic, contagiato però da un infortunio (ma convocato): l’intenzione è quella di tenere attivati, soprattutto di testa, tutti gli attaccanti. Il pericolo, di demolire la fiducia di ognuno. Dal collaudo di ieri pomeriggio, dovrebbe avere un’altra chance Giovinco, la punta fin qui più utilizzata in stagione (970 minuti). O, molto banalmente, la motivazione è un’altra: a ogni sfida, Conte spera di trovare la formula magica. Per dirla con il tweet di un tifoso: «Altro giro, altra corsa». Più o meno la spiegazione di Alessio: «Antonio sceglie i giocatori d’attacco di volta in volta, e per
questa partita ha pensato di fare giocare Matri, nessuna preclusione verso gli altri». Magari qualche richiesta, a Bendtner: «Da lui ci aspettiamo sicuramente che migliori, soprattutto che inizi a fare qualche gol».
Davanti, è comunque palese che la Juve ha qualche imprecisione, se problema è una parola un po’ grossa per un club e un gruppo che ha perso una partita nelle ultime 50. Resta la mira, bassina, delle punte: «Forse c’è un problema realizzativo - spiega Alessio - ma non siamo preoccupati, perché creiamo occasioni». Stasera servirà una vittoria, e quindi gol. Altra via non c’è: «Dobbiamo vincere - taglia corto il vice di Conte - e se saremo bravi andremo avanti, se saremo meno bravi, amen». Sottoscrive Leonardo Bonucci: «Arrivando da tre pareggi, l’obiettivo è vincere. Non farlo ci farebbe meritare l’Europa League o anche l’esclusione». La difficoltà del girone non renderebbe meno brutale la delusione per un’uscita precoce, come nel dicembre di tre anni fa. Ci vuole pazienza, rammenta però Alessio, perché non sempre si divorano le tappe, com’è stato con lo scudetto: «Noi ci teniamo ad andare avanti - ribadisce - ma è chiaro che deve essere un percorso di crescita. Se Mancini dice che ci vogliono tantissimi anni per vincere la Champions, e Ancelotti che ce ne vogliono 4-5, noi non dobbiamo dimenticare da dove siamo partiti». L’esperienza è uno dei fattori determinanti con Chelsea e Shakhtar, meno contro i danesi. Finire fuori al primo giro, sarebbe una brutta botta, nell’animo: «Sicuramente è una cosa che potrebbe pesare sull’andamento futuro - ammette Bonucci - però non ci dimentichiamo che un anno e mezzo fa questa squadra era tutta da costruire e poi ha vinto campionato e Supercoppa». Kasper Hjulmand, tecnico avversario, aspetta in trincea: «Loro avranno tutta la pressione addosso». Già.