Regione Lombardia, indagati 40 consiglieri Pdl e Lega per peculato
Finiscono sotto inchiesta i rispettivi capigruppo, Paolo Valentini e Stefano Galli, e decine di membri della ex maggioranza sono stati raggiunti da un avviso di garanzia. Avrebbero giustificato come "istituzionali" spese sospette, che ogni anno valgono milioni di euro
Sigarette, munizioni da caccia e acquisto di cioccolatini giustificati come “impegno istituzionale”. Eppure erano rimborsi al di fuori dell’attività politica, anche se effettuati coi soldi pubblici. Dopo le spese contestate della regione Piemonte, che includevano night club e drink alle Canarie, finiscono sotto inchiesta i capigruppo in Regione Lombardia del Pdl e della Lega Nord, Paolo Valentini e Stefano Galli, indagati con l’accusa di peculato. Stesso destino che è toccato a circa 40 consiglieri della maggioranza di Roberto Formigoni. Tutto è iniziato con le verifiche al leghista ed ex presidente del Consiglio regionale Davide Boni, accusato di corruzione, e all’ex assessore del Pdl Franco Nicoli Cristiani. Dalle intercettazioni ambientali sono state riscontrate spese e fatture giustificate come impegni ‘istituzionali’ che di istituzionale, però, avevano ben poco. E il cui totale, secondo gli inquirenti, in Lombardia ogni anno vale milioni di euro.
A seguito delle intercettazioni, i finanzieri del Nucleo di polizia tributaria, su ordine del procuratore aggiunto di Milano Alfredo Robledo e di pm Paolo Filippini e Antonio D’Alessio, lo scorso 10 ottobre erano andati in Regione con un decreto di esibizione di documenti e avevano acquisito i rendiconti dei gruppi consiliari lombardi di Pdl e Lega dal 2008 al marzo del 2010. Sul decreto in quella occasione erano indicati i nomi di tre indagati per peculato e truffa aggravata: Boni, Nicoli Cristiani e l’ex assessore regionale Massimo Buscemi del Pdl. Sotto la lente di ingrandimento degli investigatori sono finite soprattutto le spese di comunicazione e di rappresentanza, ritenute sospette, dei gruppi consiliari del centrodestra e in particolare i finanzieri avrebbero accertato spese, per cene e viaggi, illecite.
Tra scontrini e autocertificazioni la Finanza, ricorda oggi Repubblica, hanno trovato irregolarità che in molti casi sarebbero “lampanti, smaccate”. Il controllo da parte della Corte dei Conti attraverso il quale dovrebbero passare è soltanto una “operazione trasparenza di facciata”, visto che “alla giustizia contabile non è consentito il controllo delle spese, ma solo il saldo finale”. E così dopo gli scandali in Lazio, col capogruppo Pdl Fiorito che usava i soldi pubblici per auto e vacanze, i 17 consiglieri in Sardegna indagati per peculato, e i processi in avvio in Campania e Basilicata, viene travolta la Regione Lombardia. E non si esclude che, pure tra i banchi dell’opposizione, arrivino i finanzieri per acquisire i rendiconti delle spese di Pd, Sel e Idv.
Galli: “Nessun avviso. Campagna elettorale per Ambrosoli” – Il capogruppo della Lega spiega però di non avere “ricevuto nulla” e aggiunge: “Non riusciamo a capire il motivo. Penso che ci sia in atto una campagna elettorale a favore di Ambrosoli”. Galli poi punta il dito contro gli avversari politici: “Se l’indagine è quella che emerge dai giornali, allora il sistema dei rimborsi è lo stesso che stanno usando il Pd, Sel, l’Idv, l’Udc e i Pensionati, ma su di loro i pm non stanno indagando”.