Alastor prendi baby jane
Alastor prendi baby jane
ma che diav... un film "basato" su deus ex?
http://uk.gamespot.com/news/exorcism...-movie-6400127
lammerda![]()
l'ultimo documentario di vicari nei cinema.
a roma solo all'intrastevere
rassegne di cinema al palazzo delle esposizioni, ingresso gratuito
a oriente! http://www.palazzoesposizioni.it/eve...na.aspx?idr=92 (già iniziato, rosico)
a qualcuno piace classico http://www.palazzoesposizioni.it/eve...na.aspx?idr=89 (BOMBA)
Tanto lodevole l'intento quanto ridicola l'idea di proiettare tutte quelle versioni doppiate![]()
Morto Riccardo Schicchi. Un * di omaggio.
Ammetto di non sapere nulla di lui e di informarmi solo ora grazie a Wikipedia e alla notizia.
E' comunque e sempre un dispiacere.
Anche se come produttore porno era troppo mainstream per i gusti di movie machine, ben lo sappiamo.
dicci il suo film migliore, Necro.
Lui come regista? Telefono rosso.
Titoli poco fantasiosi però. gli esami orali delle collegiali credo sia il più recente
Comunque, ha scoperto cicciolina e moana costui, signori bisogna inchinarsi![]()
mi sa che ce lo rimandano indietro
NEW YORK - Ognuno ha diritto di usare il proprio talento come crede. Gabriele Muccino ha deciso di metterlo al servizio dello star system di Hollywood. Dopo i due film con Will Smith, La ricerca della felicità (2006) e Sette Anime (2008 ), è appena uscito nelle sale Usa il suo terzo film americano, Playing for Keeps. Il film sarà in Italia dal 10 gennaio col titolo Quello che so sull'amore. Cast da paura, dal nuovo sex symbol, lo scozzese Gerard Butler a Jessica Biel, Uma Thurman, Catherine Zeta-Jones, Dennis Quaid. Ha incassato sei milioni di dollari nel primo week end, non proprio un flop, ma neppure un successo, soprattutto per uno che con gli ultimi due titoli aveva incassato mezzo miliardo in giro per il mondo, più di quanta accada a un bravo regista italiano in molte vite. La critica l'ha stroncato quasi all'unanimità, con punte di perfidia del Los Angeles Times: "Un film che non c'è alcuna ragione di vedere, a meno che non vogliate fare sesso con Gerard Butler".
In realtà Quello che so sull'amore è un caso esemplare di come Hollywood uccida il talento. La storia sarebbe originale e interessante, quella di un ex calciatore scozzese che finisce male una grande carriera nel campionato di soccer americano, perde tutto, ma decide di riconquistare l'unica cosa in cui ancora crede, l'amore per la moglie e il figlio. Una storia dolente di sogni americani e disillusioni, caos familiari, un romanzo di formazione di un quarantenne che ha rinviato la stagione della maturità inseguendo le parabole di un pallone. Soltanto che da un certo punto in poi il film prende la piega imposta dalle majors di un episodio di lusso di Desperate housewives, con Uma Thurman e Catherine Zeta-Jones, nell'inconsueto ruolo di mogli frustrate, a caccia grossa del bel Gerard. Il prevedibile finale non è quello aperto immaginato dall'autore.
E allora, che cosa è successo? La prima risposta Muccino la mette sotto gli occhi, mentre viene incontro nella hall dell'albergo di Manhattan. Trenta chili in più di stress, l'aria lisa di un reduce. Sembra lo stanco zio d'America del trentenne felice e sconosciuto dei tempi di L'Ultimo bacio.
"Succede che sono venuto qui a fare il gladiatore e non ero attrezzato. Con Will Smith era una passeggiata, mi lasciava libero di girare come volevo. Qui ho capito che cos'è davvero Hollywood, un'industria spietata dove la gente racconta balle dalla mattina alla sera. Contano solo i grafici, i test, il marketing, il profitto". L'errore è stato forse illudersi di portare le sfumature agrodolci e artigianali della commedia all'italiana nella fabbrica mondiale dei generi cinematografici. "Sì, qui i generi sono ferrei, si applicano protocolli. Il nostro modo di concepire la commedia è oltre le colonne d'Ercole, è come pretendere d'imporre il divieto delle armi in Louisiana. Se ti impacchettano il film 'commedia sentimentale' si aspettano che accadono certe cose, sempre le stesse. Monicelli, Risi, Scola per la commedia americana sono arte d'avanguardia. Ho capito perché Woody Allen ormai gira soltanto in Europa".
Nel mezzo dello sfogo, compare all'improvviso Bruce Willis, qui per una prima. Lo saluta con calore, lo riempie di complimenti. È curioso sentir parlare così di Hollywood un regista italiano quarantenne che ha coronato il sogno di molti colleghi europei: è adorato dalle star, si è permesso perfino il lusso di rifiutare proposte faraoniche, come girare il terzo episodio della saga di Twlight. In fondo l'America riconosce il talento. "Lo riconosce e lo insegue, vero, ma come il leone insegue la gazzella, per sbranarla. Uno s'immagina che arrivato a questo punto, il difficile sia dirigere Butler o Uma Thurman o Jessica Biel o Dennis Quaid, e invece quello è stato un gioco. La fatica è fuori dal set, nell'arena dello show business. Non c'è rispetto per l'intelligenza del pubblico. Se devo fare un bilancio dopo sette anni e tre film, devo dire che ho imparato una marea di cose, come regista e uomo. Ma forse ero più sereno quando avevo di meno".
Oggi vola a Roma. "Non vedo l'ora". Nel futuro immediato due progetti, uno americano e uno italiano, dovrà scegliere. "Sono comunque ormai con un piede qui e uno dall'altra parte dell'oceano". Uno sradicamento estremo anche per uno come lui. "Ma non ho rinunciato all'idea di portare qualcosa dell'America da noi e viceversa". Che cosa manca al cinema italiano per superare il fatale confine di Chiasso? "La voglia di farlo davvero. Abbiamo ancora talento. Manca forse la scrittura, la mia generazione non ha avuto Age e Scarpelli. A parte questo, rimaniamo una società chiusa, diffidente del mondo. Il berlusconismo è stato questo, un'anomalia ostinatamente provinciale, mascherata di modernismo". Nei suoi film è sempre nascosto un modello classico del cinema italiano. I Vitelloni dietro L'Ultimo Bacio, Bellissima per Ricordati di me, il rapporto fra padre e figlio di Ladri di biciclette per La ricerca della felicità e anche Quello che so sull'amore. "Nessun cinema ha prodotto tanti capolavori concentrati nel tempo come il cinema italiano fra il dopoguerra e gli anni Sessanta. Sono anche storie attuali? No, sono più che attuali, sono avanti. Per me guardare ai nostri classici non significa guardare al passato, ma al futuro".![]()
Al riassunto della storia ho cominciato a ghignare.
Laggente di ollywod guarda solo ai grafici e i profitti non ci interessa di esportare larte del cinema italiano e ci rubano i talenti per sfruttarli ebbasta svegliaaaaa!
In fondo l'America riconosce il talento![]()
^^Manca "Biglietto Amaro" il capolavoro neorealista del maestro Garpelli.![]()
bof, penso a quello che ha fatto Mendes con Skyfall, per quanto riguarda la manipolazione del genere, e mi sembra che Muccino si pianga un po' addosso.
Oltre al fatto che la manipolazione del genere-Bond c'entra poco con la manipolazione del genere-in-genere, Skyfall ha poco a che fare con Hollywood in ogni caso.
Su Muccino ho già detto mesi fa quando l'ho visto pontificare dal vivo. Uomo dalle tante certezze e poca capacità di analisi, peraltro non è affatto così famoso in America come vuole far intendere l'articolo, ma vabbè.
ma che adesso anche le parole di muccinno hanno un peso?
Ma Ash/Hellvis è vivo e lotta insieme a noi, oppure se n'è andato sdegnato dopo l'ultimo ban?