Sarò onesto: non sono uno che tende a giudicare le cose dal loro nome o dal loro aspetto. Certo è che "Wii" non è il nome più esaltante per una console di nuova generazione che promette di essere abbastanza rivoluzionaria, a partire dai controller così nuovi e dalle notevoli potenzialità.
O almeno, non è il nome che mi aspettavo.
Non faccio fatica ad immaginare le interminabili sessioni fiume di brainstorming nei quartieri alti della grande N da cui è uscita questa scelta. E mi viene in mente la proverbiale montagna, e il suo altrettanto proverbiale topolino.
Del resto, il significato del nome è stato ampiamente spiegato nel comunicato stampa di Nintendo.
Non so, sarà l'abitudine, sarà quel che volete, ma Revolution mi piaceva molto di più.
Forse noi giocatori duri e puri siamo più usi a nomi altisonanti, e ci viene facile liquidare questa scelta come poco efficace.
Non sono l'unico ad essere quantomeno perplesso, e un po' ovunque, in rete (e anche qui da noi, ovviamente) si leggono commenti che spaziano in ogni direzione.
Poi, per carità, ha sicuramente ragione Perrin Kaplan, vice presidente marketing di Nintendo, quando dice che c'è bisogno di calmarsi un attimo. Che le «reazioni della gente saranno le stesse di quando ci siamo trovati davanti nomi come iPod, Google o Napster. Ci sono un sacco di nomi strani che sono entrati nel linguaggio comune».
Per il resto, abbiamo un altro ponte davanti, il che non può che farmi piacere: ci rileggiamo martedì!