COSA SUCCEDE AL mercato dell'INTER?
Jonathan,ovvero il ritorno del bidone
Dopo gli acquisti azzeccati nelle stagioni del Triplete, di nuovo brocchi in nerazzurro: ultimo caso lo sciagurato brasiliano
Nelle avvincenti stagioni dei cinque scudetti consecutivi, dei triplete, dei record in serie, sembrava che il trend si fosse finalmente invertito, salvo rarissime eccezioni: l'Inter diventava regina sul campo perché era regina anche d'estate. Ovvero, dopo anni di disastri, protagonista finalmente di un calciomercato intelligente, acquisti sensati e non a prezzi stratosferici, vedi Cambiasso preso a parametro zero dal Real o un pressoché sconosciuto Maicon prelevato per pochi euro al Monaco. Tra le rarissime eccezioni appunto il Trivela-Quaresma pagato profumatamente al Porto e poi più che nullo a San Siro.
DALL'AVIONCITO ALL'ARCIERE - Finito il tempo della passione, ritornano i vecchi incubi. Ovvero la «riapparizione del bidone» ad Appiano Gentile: presunti fenomeni in Sudamerica (ma non solo) che si trasformano in inguaribili brocchi, una volta sbarcati a Milano. Nell'era Moratti un elenco lunghissimo fino, diciamo, all'avvento di Mancini: dalla «maledizione del terzino sinistro» esemplificata dal terribile Gresko alle punte spuntate in serie (dal celebre carneade, l'avioncito Rambert che venne in coppia, fortunatamente, con Zanetti al Batistuta immobile di fine carriera). E poi il bel gagà Vampeta, maestro di stile dal passo altrimenti moviolistico in campo, o l'ala maudit, l'arciere Van Der Meyde. E via via via dicendo.
INCUBI DI RITORNO - Ecco, l'incubo si è rimaterializzato a Udine, quando lo sciagurato Jonathan, oltre ad aver divorato un gol sottoporta, non ne ha azzeccata praticamente una. E il brasiliano è alla seconda chance, già rinviato a giudizio l'anno scorso. Ma lista dei «fenomeni parastatali» (per citare una gloriosa vecchia rubrica di Mai Dire Gol) in nerazzurro nella stagione «post-trionfi» è lunga, troppo lunga: Castaignos, Zarate, Forlan, Palombo... E per venire all'oggi ecco Alvarez, mai esploso; Coutinho, mai cresciuto; Pereira, oggetto misterioso; Silvestre, centrale degli orrori. Un nefasto déjà-vu insomma che qualcuno (Branca, padrone del calciomercato interista?) dovrà pur essere in grado di spiegare.
Matteo Cruccu - corriere.it