Rispondo subito al titolo. No.
Nesusn ritorno, nessuna novità di rilievo ma soltanto tanta, tanta amarezza. The Torturer altro non è che il titolo del nuovo lavoro di Lamberto Bava, figlio d'arte del mitico Mario Bava, autore di pietre miliari del cinema italiano anni '60 e '70 come I tre volti della Paura, La Maschera del Demonio o La Frusta e il Corpo.
Purtroppo questo The Torturer non rende affatto giustizia al talento del padre, e il buon lamberto spreca malamente una buona occasione per riaffacciarsi in modo degno nel mondo dell'horror.
Protagonista del film è Alex Sherba, interpretato da quel Simone Corrente lanciato dalla serie tv "Distretto di Polizia", dove interpretava i panni dell'agente Benvenuto.
Alex è un regista pieno di talento in cerca di giovani attrici per il suo prossimo lavoro. Conoscerà Ginette, una splendida ammiratrice che si sottoporrà ad un suo provino e con la quale comincerà a stringere una relazione sentimentale che andrà presto peggiorando non appena la ragazza conoscerà la madre di Alex, una squilibrata mentale con manie di persecuzione. Col tempo Ginette capirà che anche lo stesso Alex soffre di terribili visioni, ragazze torturate nei modi più cattivi che sia possibile immaginare, e presto scoprirà alcuni quaderni di quando il giovane regista andava a scuola, raffiguranti ogni sorta di mutilazioni e violenze. La ragazza intuirà il pericolo, ma dovrà fare i conti con alcuni imprevisti e con una situazione che col tempo diventerà sempre più difficile da affrontare.
Una raccolta di clichè questo prodotto di Bava, dalle nenie di bambinetti urlanti care a Dario Argento, alle visioni violente fino ai traumi d'infanzia, tutto già visto, già scoperto e già sfruttato in abbondanza.
Ne esce fuori un film privo di mordente, dove neanche i discreti (e piuttosto artigianali) effetti speciali utilizzati durante le scene di tortura riescono a risollevare un giudizio che non può che essere insufficiente. La storia è banale, le interpretazioni traballanti e penalizzate da un doppiaggio che sfiora il ridicolo; il finale cerca di sorprendere ma in realtà è l'ennesima debolezza in una pellicola assolitamente puerile e davvero troppo poco efficace. Peccato, perchè il titolo lasciava presagire un vortice di orrore e di dolore che avrebbe potuto dar vita quantomeno ad un film cattivo e ricco di sangue, come la tradizione orrorifica italiana vorrebbe. Invece ci ritroviamo davanti ad un prodotto di basso profilo, dove riesco a salvare soltanto qualche buon tocco registico del buon Lamberto e dove la buona quantità di corpi femminili in bella mostra non serve assolutamente a migliorare il mio giudizio. Non c'è tensione, non c'è enfasi, non c'è terrore. Uno slasher dal basso budget che vi lascerà indifferenti. Occasione persa.