Calciomercato Juve: Agnelli-Conte, incontro venerdì. Anche Mancini nel piano B. Se il tecnico bianconero decidesse di lasciare l'attuale allenatore del Galatasaray è in pole su Spalletti

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TORINO - Ieri non si sono visti, ma lo faranno venerdì. Non c’è fretta, dicono, e nell’ambiente bianconero colgono il segnale come positivo, perché Antonio Conte e Andrea Agnelli vengono descritti come piuttosto sereni in vista dell’incontro. In società nessuno è rimasto particolarmente turbato dalle parole di lunedì notte, quando il tecnico ha scoperchiato l’ipotesi di un futuro diverso da quello di allenatore della Juventus. I concetti espressi da Conte erano noti ai dirigenti e per lo più condivisi. Certo, Conte ha in mente una rivoluzione più radicale di quella che ha in mente la società, ma sulle idee di fondo, i dirigenti si trovano d’accordo con il tecnico, a partire dal fatto che sia necessario un’ulteriore salto di qualità per aumentare la competitività europea e che una parte della squadra sia logora dopo tre anni vissuti assai intensamente. Da parte di Agnelli e Marotta, infatti, c’è la sensazione che più delle possibili divergenze sulle questioni di mercato, il nocciolo della questione sia la volontà di Conte, provata dall’enorme stress di queste stagioni.
OSTACOLI - La sensazione, tuttavia, è quella che non ci siano ostacoli insormontabili per preservare il matrimonio per il quale milioni di tifosi juventini sono in ansia. Agnelli e Conte sanno di avere lo stesso obiettivo nel cuore: vincere la Champions League o per lo meno provarci. E se in questo momento la società bianconera non può sfoderare un budget per allestire una corazzata all’altezza di Bayern e Real, il progetto di diventare il nuovo Borussia Dortmund o il nuovo Atletico Madrid scalda le speranze bianconere, soprattutto alla luce del fatto che Agnelli vorrebbe costruire con il tecnico un lungo ciclo per costruire insieme la Juventus europea.
PREOCCUPATI - Conte è tentato. La Juventus resta la squadra del suo cuore in tutti i sensi. L’addio all’ambiente bianconero sarebbe traumatico per lui che lo considera una vera famiglia. D’altra parte continua a rimuginare sulla sua stanchezza e sulla preoccupazione di non poter realizzare tutti i cambiamenti che ha in mente da diversi mesi. E questa volta è una preoccupazione più spessa.
TI RICORDI? - Anche l’anno scorso, infatti, si era trovato in una situazione analoga. Le parole di lunedì sera hanno ricorato a molti quelle di dodici mesi fa, quando Conte aveva espresso concetti simili e generato la stessa ansia intorno al suo futuro. Una stretta di mano, dopo un pomeriggio in sede, avevano sancito il patto per il terzo scudetto. Ora che quel titolo è arrivato, servirà un’altra lunga chiacchierata per arrivare a un accordo. O a un clamoroso divorzio.
L’EREDE - L’ipotesi, infatti, non è da escludere a priori. Conte sembra più deciso di dodici mesi fa e lo scenario è in generale più complesso. Tant’è che la Juventus ha comunque in serbo un piano B. E’ inevitabile in questi casi, anche se tutti sperano di non doverlo prendere nemmeno in considerazione. Ma se Conte, alla fine dell’incontro di venerdì (o al più tardi dell’inizio della prossima settimana) dovesse decidere che si ferma, prendendosi un anno sabbatico, Agnelli e Marotta si troverebbero nella spinosissima situazione di ingaggiare un erede. MANCIO Esiste una lista di nomi possibili, fra i quali campeggia un po’ più grande degli altri quello di Roberto Mancini, attualmente al Galatasaray ma - dicono - sull’orlo di un divorzio, con Mircea Lucescu pronto a prendere il suo posto. Mancini tornerebbe molto volentieri in Italia e potrebbe avere il profilo internazionale adeguato. Certo, in molti fra i tifosi della Juventus che lo associano all’Inter (soprattutto quella post-Calciopoli) storcerebbero il naso all’idea, ma fra gli allenatori disponibili è uno di quelli che piace di più ai dirigenti bianconeri.
IL RUSSO - Non c’è solo lui: Luciano Spalletti, attualmente svincolato, è un’altra ipotesi. Ha già lavorato con Marotta, ha sviluppato un’esperienza internazionale di spessore con lo Zenit e già un paio di volte è stato vicino alla Juventus (non ultima nell’estate in cui alla fine venne scelto Conte). Esiste poi il sogno Diego Simeone che ha un modo di gestire la squadra per certi versi simile a quello di Conte, lo spirito combattivo che ha caratterizzato la gestione degli ultimi tre anni. Bisogna capire se il tecnico del miracolo Atletico ha voglia di lasciare il club spagnolo proprio in questa stagione e, per il momento, non è possibile contattarlo, almeno fino alla finale di Champions League nella quale sfiderà il Real Madrid di Carlo Ancelotti.
EMERGENZA - Al momento non sono state prese in considerazione altre alternative, anche perché nessuno in Corso Galileo Ferraris si aspetta di dover rompere il vetro in caso di emergenza. Insomma, il piano B è una misura di sicurezza necessaria, ma venerdì si farà tutto il possibile (e qualcosa di impossibile) perché Antonio Conte continui a essere l’allenatore della Juventus. Ancora per molto tempo.