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Ci mancavano i soliti fenomeni che si sentono in dovere di mostrare la loro superiorità morale non appena ne hanno l'occasione, con una spruzzata di inutile vittimismo che non fa mai male23 agoSono uno sfigato
Sono stato “nominato” da Matteo Renzi, assieme ai direttori di tutte le testate giornalistiche nazionali, a partecipare all’Ice Bucket Challenge. Se non ve l’hanno già spiegato, funziona così: ci si versa in testa un secchio d’acqua gelata e per premio si può “nominare” qualcun altro per obbligarlo a fare lo stesso. Sottrarsi è impossibile perché il gavettone ghiacciato serve, o dovrebbe servire, a raccogliere fondi per una buona causa. Non basta bagnarsi, bisogna contribuire alla raccolta di fondi per una malattia terribile, la Sla. Hanno già aderito all’invito alcuni giocatori dell’Udinese, si è bagnato anche il sindaco di Corno di Rosazzo. Non so cosa decideranno la governatrice Debora Serracchiani, il vicepresidente Sergio Bolzonello e i sempre generosi consiglieri regionali. Non dubito che qualcuno provvederà a nominarli, travolto dall’irresistibile smania di essere parte di un fenomeno mondiale.
Io, da fortunato indicato dal premier, ringrazio. E declino l’invito.
Questa provocazione, nata negli Stati Uniti, sta assumendo le dimensioni di un grande “selfie”, l’autoscatto realizzato col telefonino e subito condiviso con la rete. Da generatore di beneficienza il Challenge si è tramutato in un tormentone obbligatorio. Chi non ci sta è uno “sfigato”. Ma c’è un limite, anzi due. Il primo è che chi riveste ruoli istituzionali deve curarsi del decoro che il ruolo gli impone prima che della bulimia mediatica. Il secondo è che, in Italia, il fenomeno si sta trasformando in una ragazzata fuori età. La raccolta di fondi per la Sla supera di poco i 33 mila euro mentre negli Stati Uniti ha toccato i 40 milioni di dollari. Altri numeri, altra cultura direte. Non so. So per certo che il nostro Paese, governo Berlusconi, incapace di tagliare la spesa improduttiva, fu lesto nel togliere finanziamenti per i malati di Sla. Se proprio il premier voleva mandare un segnale alla comunità di malati e alle loro povere famiglie la secchiata gelata doveva tirarla al ministero della Salute, per costringerlo a ripristinare i fondi. Il quotidiano della Cei, Avvenire, ha scritto che con l’Ice Bucket Challenge passa il concetto che tramite comportamenti sciocchi si può fare del bene. Non è una grande idea. Sono d’accordo e preferisco passare per “sfigato”.![]()