Appena arrivato in Australia scrissi che speravo di poter trovare qualcosa che mi potesse dare la sensazione di farmi sentire vivo ogni giorno.
Ma vivo nel vero senso della parola, non un numero.perché di solito mi sentivo un numero.
Un numero che si alza al mattino, un numero che si dirige verso il lavoro, un numero che ogni giorno compie le stesse azioni standardizzate.
Un cervello e tutti i propri sogni in questo modo si uccidono. Il 2013 è stato l’anno della svolta.
L’anno del “so di cosa ho bisogno ma non so cosa cerco”.
L’anno che ha cambiato le mie priorità, l’anno che ha allargato i miei orizzonti, l’anno che ha ampliato in me la mia sete di conoscenza. L’anno che mi ha fatto capire che la fretta non ti porta da nessuna parte, sempre meglio aspettare.
Aspettare per creare il momento giusto per agire, altrimenti, l’attesa è inutile. Il 2013 è stato per me quindi l’anno che fa rima con Australia, con Sydney, con avventura. Il 2013 è stato l’anno del viaggiare, dello scoprire, del crescere.
Il 2013 per me è stato l’anno di Bondi Beach, dei muffins, del surf, dei 47 gradi, di Del Piero tutte le domeniche, dell’infradito e del camminare scalzo per Sydney.
Il 2013 è stato l’anno della guida a sinistra, dei koala, dei canguri, dello stipendio settimanale, dei dollari coloratissimi, dei succhi di frutta dentro contenitori enormi, del Capodanno 10 ore prima dell’Italia, della casa condivisa con gente da ogni parte del mondo.
Il 2013 è stato l’anno di Armani, di ristoranti, di locali, di lavori mai fatti, delle chiamate con Viber, con Skype, degli addii, degli arrivederci, del “ci rivedremo”, del “le faremo sapere”, del “quando torni? Mi manchi!”, del “basta mettere foto in spiaggia”.
Nel 2013 ho imparato che la Natura non finisce mai di trasmetterti un’energia positiva che nessun altro mezzo al mondo potrà mai. Non potro’ mai dimenticare certi posti, certi tramonti o soltanto la minima soddisfazione di scoprire certi luoghi quasi per caso. Spiagge immense abbandonate (fortunatamente) dall’uomo, che si cullano tra un tramonto dai colori degni di una tavolozza di un pittore e canguri saltellanti e liberi a pochi passi da te.
Te, così padrone del Mondo in quel momento ma così inerme. Te, che ti basta vivere un posto così soltanto respirando la stessa aria che per te non potrà mai essere la stessa di un altro angolo del Pianeta. Di una cosa sono sicuro.
L’Australia mi ha fatto crescere.
Quali sono stati i momenti difficili? Come li hai superati?
Momenti difficili ce ne sono stati e davvero molti.
Quando sei da solo dall’altra parte del mondo, anche un tramonto mozzafiato può diventare un “momento difficile” se non condiviso con qualcuno.
Ho sempre detto che sarei andato in Australia per qualcosa che ne valesse la pena, non per cercare qualcosa di facile.
Perché quando ero downunder la mia testa non si è mai fermata, nemmeno un istante.
Sicuramente dai miei status ironici, dalle foto al mare e dai mille sorrisi non traspariva, ma ricostruirsi una vita laggiu’ in così poco tempo a livello mentale era da pazzi.
Tutti mi dicevano “ma sì è un’esperienza, vivila in serenità, fregatene di tutto”.
Come fai?
Certo, ho provato a viverla alla giornata, senza paranoie, ma un minimo di organizzazione mentale nella mia testa la voglio.
Serve.
Serve ad avere sicurezza in me stesso, a sapere quello che sto facendo, a cosa sto andando incontro, a come reagire nel caso in cui ci fosse un esito negativo, come comportarmi di conseguenza.
Laggiù ogni giorno è una battaglia e sei solo contro tutti.
Ogni giorno vedi cambiare le carte in tavola e devi modellare le tue giornate cercando di trovare la via più giusta.
Ogni giorno fai 30 e non riesci mai ad arrivare al 31.
Ma non per questo si molla, anzi, fermandomi un attimo mi ritengo fortunato per quello che ho vissuto perché dopo pochi mesi sono riuscito a trovare casa e un ottimo lavoro.
Nell’ultimo periodo ho perso improvvisamente anche un pilastro fondamentale della mia vita, mio nonno, e ho ancora indelebile l’immagine dell’ultima videochiamata con lui.
Non me l’ha mai detto ma era felice per me e per quest’avventura e ho deciso di andare avanti anche per lui. E’ così che li ho superati i momenti difficili, guardando sempre avanti.
Cosa ti è piaciuto di più di Sydney e cosa invece di meno?
Di Sydney mi sono letteralmente innamorato.
Successe con New York.
Grattacieli, luci ovunque.
Sydney in più ha il mare, il clima e chissà cos’altro.
Amore a prima vista.
Circular Quay è qualcosa di magico, il cielo sempre blu, il verde imperioso tra tonnellate di grattacieli.
Ho avuto la fortuna di vivere in un appartamento con una vista mozzafiato su Darling Harbour.
I fuochi d’artificio mi tenevano compagnia ogni sabato sera. Non sono riuscito a odiare Sydney nemmeno quando lavoravo 16 ore al giorno.
Mi ritenevo soddisfatto, nonostante facessi dei lavori che non mi allettavano fatto.
Ero contento, le tasche piene di dollari e sogni.
Mi è piaciuto un sacco il fatto che i trasporti funzionassero benissimo, che anche gli sconosciuti ti salutassero come un amico (poi magari non ti si filano per tutto il giorno), che nelle città le regole fossero rispettate.
Mi piaceva il fatto che si potesse tornare a casa da soli a piedi alle 4 di mattina senza avere nessuna paura che potesse succedere qualche fattaccio.
Qualcosa che a volta mi infastidiva era la precarietà nella quale vivevo, tutto in bilico.
Casa, lavoro, visto. Forse anche la superficialità di alcune persone che ho incrociato nel mio cammino tra i “canguri” mi ha indisposto a volte.
Ma ora, con un anno di Australia alle spalle, mi lascerei scivolare tutto, pensando solo a me stesso e volerei immediatamente per continuare il mio sogno Australiano, interrotto dopo un anno.
Quanto è stato difficile trovare lavoro? Cosa sei riuscito a trovare?
Per il lavoro, visto che non possedevo molte skills mi sono affidato a qualche sito di annunci come Gumtree e al caro vecchio passaparola.
Ho trovato un impiego fantastico in un negozio di Armani dopo un mese, portando a casa un contratto di sei mesi.
Dopo questa esperienza negli ultimi mesi mi sono buttato nella ristorazione, che non amo per niente, ma che mi ha dato la possibilità di mettere da parte bei soldini con tre diversi impieghi.
C’è stato un momento dove non trovavo nulla ed ero davvero disperato.
Mi sono dato un ultimatum: o trovo entro una settimana o torno in Italia.
Il giorno dopo ho trovato tre lavori.
Hai cambiato idea sull’Italia vedendola da lontano?
Guarda ti copio uno status che ho condiviso qualche giorno fa in coincidenza con il mio primo anno lontano dall’Australia: “Un anno fa tornavo dall’Australia, proprio il giorno del compleanno di mio padre (auguri pà). Un anno in Oceania, l’esperienza più bella della mia vita. Ho detto bella, non facile. Un anno fa tornai senza che nessuno lo sapesse e una sorpresa così, a giudicare da come brillarono gli occhi di amici e familiari, ne valse davvero la pena. In un anno sono cambiate le priorità della mia vita, progetti, ambizioni, sogni. Sono tornato nel “Paese della crisi”, dove tutti sembrano vivere rassegnati a questa situazione senza avere la forza (o la voglia?) di reagire. In un anno mi sono rimboccato le maniche e ho pensato “se non c’è lavoro, me lo creo”.
Il mio blog Mondo Aeroporto in un anno ha superato i 210 mila iscritti, ho pubblicato un libro, sono stato al primo posto di Amazon per diverse settimane, sono stato intervistato da giornali, radio e tv nazionali, ho iniziato collaborazioni importanti, ho continuato a sognare.
Ho pensato che la vita è una sola e non voglio viverla facendo qualcosa che non mi piace.
Non voglio svegliarmi al mattino sperando che qualcuno la cambi per me e non svenderò i miei sogni per accontentarmi a vivere nell’oblìo dell’appagatezza.
Non c’è cosa più motivante di rimettersi in gioco ogni giorno di più e la valigia con tutti i miei sogni, quella, non l’ho mai disfatta.”
Ecco cosa penso dell’Italia.
Purtroppo tante belle parole ma poca voglia di rimboccarsi le maniche.
Fortunatamente non sono tutti così.
Ovviamente mi è mancata da morire, ma ho vissuto una situazione particolare.
Avevo bisogno di staccare mentalmente quindi quale miglior soluzione di tornare per un po’ di tempo a casa?
L’Italia quando vai a riviverla è stupenda, per qualche settimana.
Per vacanza, per rilassarti, per farti coccolare da amici e parenti, per scambiare due chiacchiere con facce conosciute e per mangiare bene (ecco, il cibo in Australia mi è mancato un sacco).
E’ un Paese con potenzialità enormi che però dà sempre l’aria del “ma sì domani ci penso!”.
Diciamo che come dicevano a scuola “è intelligente ma non si applica”.
Che consigli daresti a chi sta pensando di partire per l’Australia con il visto vacanza lavoro?
Guarda, io dopo 6 mesi d’Australia feci un breve riepilogo di ciò che stavo vivendo e iniziai la mia riflessione con un post ironico: “Oggi 6 mesi di Australia. Ho cambiato 3 lavori, 2 case, 46 gradi in spiaggia, 18.000 km di volo ma soprattutto zero test di gravidanza. Só soddisfazioni!”
Tornando seri..
L’Australia è la Terra dalle mille opportunità quindi il mio consiglio è: venite e provate.
È un’esperienza da fare, senza paura, senza mille domande o paure perché, male che vada, tornerete a casa, con le persone che vi amano.
L’Australia è il Paese adatto per due tipologie di persone:
1 – per tutti quelli qualificati che hanno skills” (abilitá e requisiti) adatti per trovare qui il lavoro della vita a cifre che in Italia ci si sogna
2 – per tutti quelli che vogliono viversi splendidamente uno o due anni della propria vita (a seconda del tipo di visto scelto) in un Paese che ti puó offrire tutto, adattandosi ad ogni situazione ed evenienza.
Ho visto gente laureata venire qui ed “inventarsi” lavapiatti, cameriere o carpentiere per mantenersi e finanziarsi i progetti futuri come le centinaia (anzi di più) di escursioni che questa Terra ti propone tra deserti, spiagge paradisiache, grattacieli che illuminano le città, montagne da sogno e posti che x ora ho visto solo su Google.
L’Australia ha un territorio che copre tutta la superficie Europea (esclusa l’immensa Russia) quindi mettetevi in testa che non ha bisogno di Voi (sottointeso che nel Voi io sono compreso).
Sento gente che viene qua e si lamenta perché non trova lavoro e dice “Eh ma mi avevano detto che si trovava facilmente!” e mi incazzo come una bestia.
Ma davvero credevate che vi regalassero il posto di lavoro?
Non c’é gente che ti aspetta sulla porta e ti dice “Oh Santo Cielo per fortuna sei arrivato, ti stavamo aspettando!”.
L’Australia ha una richiesta di lavoro incredibile, ce ne sono a migliaia come te che cercano un’occupazione e voi cosa fate? Alla prima porta sbattuta in faccia fate i bambini viziati e vi mettete braccia conserte in un angolo.
Avete fatto 24 ore di volo per mettere il broncio?
Mi incazzo ancora di più quando leggo “Ciao andare in Australia è il mio sogno da sempre, cosa devo fare?”.
Ah beh, il tuo sogno da sempre e aspetti che qualcuno ti dia la pappa per realizzarlo no?
Se è con questa intraprendenza che volete partire per questa avventura vi dó un consiglio: STATE A CASA.
State a casa se siete convinti di venire qui e trovare un lavoro senza sapere l’inglese, pensando “in qualche modo mi arrangio!”.
Ovvio le eccezioni ci sono sempre ma a quale tipo di lavoro ambizioso pensate di arrivare se non sapete la lingua? Come pretendete di comunicare con la gente se non sapete una parola di inglese?
Qui con il gesticolare all’italiana non vi capiscono, per un accento messo sulla lettera sbagliata sono capaci (giustamente) di dirvi che proprio non riescono a capirti.
L’Australia è davvero il sogno ma come tutte le cose belle non sono facili da conquistare.
Di porte in faccia ne ho ricevute e non poche, che sia stato per la ricerca di un lavoro o di una casa, l’importante è non perdere mai la fiducia in sè stessi e andare avanti con la voglia di spaccare il mondo.
La perseveranza porta sempre risultati, pazienza, ingegno ed educazione ti portano ovunque e in tutti i posti in cui sono andato non ho mai lasciato a casa il mio sorriso che è sempre stato il miglior compagno di viaggio.