Mica sono del tutto d'accordo con l'equazione istruzione italia = mercato del lavoro italiano. Anzi probabilmente uno degli aspetti salienti di un'istruzione universitaria è la possibilità (almeno in linea di principio, i.e. non tenendo conto di particolari situazioni individuali) di una mobilità internazionale molto superiore al tubista ...
E non sono manco d'accordo che il mondo pieno di laureati avvantaggia solo le aziende ... Il vantaggio del mondo pieno di laureati è in primis per i laureati che riescono ad entrare in aziende che sanno sfruttarli, dato che non c'è una ragione particolare per presumere che la frazione di produttività che diventa salario sia più bassa per il laureato che per il tizio con la terza media. Inoltre la differenza tra laureati e non cresce (ragionevolmente) con il procedere della carriera.
Ma soprattutto ti ripeto se guardi a "oggi" facendo confronti tipo "mio cuggino che si è messo a lavorare 6 anni fa appena finite le superiori VS io laureato oggi" fai un confronto improprio perchè il confronto lo devi fare a parità di condizioni esterne, cioè a parità di condizioni mercato del lavoro ... E infatti ad esempio il tasso di disoccupazione tra i laureati 24-30 è appena sopra (19%) il tasso di disoccupazione dei diplomati nella stessa fascia d'età (16%) ed enormemente inferiore al tasso di disoccupazione giovanile 15-24 (40%).
Ad oggi secondo te andare a cercare di lavorare appena finite le superiori e schiantarsi contro un tasso di disoccupazione del 40% è desiderabile/fattibile/ottimale ? Presumibilmente tu per scegliere di non andare subito a lavorare in un periodo congiunturalmente ottimo (ricordo che la disoccupazione italiana era ai minimi storici prima della crisi del 2008 ...) ed esserti immesso invece sul mercato del lavoro nel periodo più merdoso che si ricordi negli ultimi 50 anni, hai perso "impiegabilità" misurabile in 3% di tasso di disoccupazione, secondo te a parti invertite la proporzione sarebbe così generosa ? Non credo proprio ... Le caterve di giovani 15-24 che adesso si trovano in quel calderone di 40% di disoccupazione perderanno massicciamente valore e tra 10 anni (ammesso che l'Italia non affondi nel Mediterraneo, cosa del resto non improbabile) il confronto a parti invertite sarà impietoso.