
Originariamente Scritto da
Milton80
Ho appena finito
Infinite Jest (tempo di lettura: circa tre mesi)!
Considerazioni sparse, un po' alla cazzo di cane (ovvia cit.):
Primo. Nonostante gli inevitabili momenti di stanchezza, ne è valsa
assolutamente la pena. Questo libro è davvero grandioso e per così tante ragioni che è davvero difficile offrire un'opinione sintetica... Le prime che mi vengono in mente: 1) su un piano diciamo "empatico" e di coinvolgimento emotivo, riesce a metterci nella testa dei personaggi (Hal e Gately in primis) e a farci familiarizzare con cose che preferiremmo tenere lontane (dipendenze di vario tipo, depressioni, difficoltà di comunicazione, etc.), 2) sul piano narrativo, il romanzo riesce a superare in un balzo il postmodernismo e i suoi clichés stantii usando appunto (in superficie!) molti di questi artifici.
Secondo. Ora capisco finalmente perché molte persone decidono di dedicargli una seconda o una terza (!) rilettura. C'è una tale densità di informazione e di implicito allo stesso tempo, che è impossibile far convergere le linee narrative più importanti dopo la prima lettura. Confesso che non rileggerò il libro, almeno non in tempi brevi, ma di sicuro mi immergerò di nuovo nel primo capitolo, vero punto di partenza/conclusione di questa narrativa "infinita".
Terzo. DFW era un vero genio. Punto. Un cazzotto dritto in un occhio (a fin di bene, eh, come quello del papa) a chi pensa che la sua produzione sia sopravvalutata.
Quarto. A breve rileggerò Hamlet. Ho colto la citazione dello "spettro", ma probabilmente ci sono molti più collegamenti intertestuali, e più sottili, da scoprire!
Quinto. Ricordate sempre, "la verità vi renderà liberi, ma non prima di avervi sistemato per bene"!