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Per la prima volta dalla creazione della moneta unica, infatti, uno Stato membro ha di fatto vietato alle forze anti-europeiste di poter andare al governo, nonostante ne avessero la forza certificata dal voto libero degli elettori. A casa mia, prosaicamente, si chiama dittatura, ancorché in giacca e cravatta e con la possibilità di recarsi alle urne. Il Presidente portoghese, Anibal Cavaco Silva, si è infatti rifiutato di permettere alla coalizione di centro-sinistra di provare a formare un governo, dopo che questa si è assicurata una maggioranza assoluta alle ultime elezioni: il leader di centro-destra sconfitto, Pedro Passos Coelho, ha ricevuto un mandato esplorativo per cercare una maggioranza, impossibile numeri alla mano, al fine di formare un esecutivo. La cosa grave è che il Presidente lusitano non ha minimamente tentato di mascherare le ragioni della sua decisione: anzi, le ha rivendicate con forza, dicendo chiaro e tondo che era troppo rischioso che la coalizione di sinistra andasse al potere, visto che la sua agenda è in netta antitesi con i desiderata di Bruxelles.
Ecco le parole del presidente: «In 40 anni di democrazia, nessun governo in Portogallo è dipeso dal supporto di forze anti-europeiste, ovvero forze che hanno fatto campagna elettorale chiedendo l'abolizione del Trattato di Lisbona, del Fiscal compact e del Patto di stabilità, oltre che chiedere la fine dell'unione monetaria, riportando il Portogallo ai tempi dell'escudo e la dissoluzione della Nato». Mancano le scie chimiche e il fatto che qualcuno della componente di sinistra abbia abbattuto l'aereo Itavia su Ustica e siamo al completo. Ma non basta: «Questo è il momento peggiore per una cambiamento radicale alle fondamenta della nostra democrazia. Dopo che abbiamo portato avanti un oneroso programma di assistenza finanziaria, con conseguenti pesanti sacrifici, è mio dovere e prerogativa costituzionale fare di tutto per prevenire falsi segnali che siano inviati alle istituzioni finanziarie, agli investitori e ai mercati».
Lo chiedo a voi, cari lettori: vi pare normale che un presidente della Repubblica decida di imperio che chi ha vinto le elezioni non possa governare, solo perché sgradito ai mercati e alle istituzioni europee? Viviamo in un mondo in cui i governi li scelgono, a prescindere, gli investitori e non i cittadini? Certo, è così e lo sappiamo purtroppo, basti ricordare quanto accaduto nel novembre 2011 nel nostro Paese e i tre governi non eletti che si sono succeduti, tutti in linea perfetta con i diktat europei, ma almeno fino a oggi si parlava di "bene del Paese" e si utilizzava il mantra del "ce lo chiede l'Europa", oggi siamo al diniego gridato in faccia senza tanti scrupoli.
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