Mi ero ripromesso di non aprire un topic al riguardo, ma dopo mesi che sto giocando a PES5 devo farlo per forza.
Il "giochino" è discreto, ci sono ventidue beoti in mutande che rincorrono una palla, c'è un ventitreesimo beota con la maglia di colore diverso e col fischietto, altri due beoti a bordo campo con le bandierine, due porte e le righe sull'erba.
La somiglianza col calcio però si ferma qui.
Eh sì, perché tali e tanti sono i difetti di questa "simulazione" che si potrebbe quasi assimilare a Gran Turismo, il quale però sottotitola espressamente "The real driving simulator", dandosi un'enorme zappa sui piedi, cosa che PES non fa.
Ed è qui che PES si differenzia radicalmente da GT: non pretende. Ed è proprio per questo che, alla fine, non lo fionderò dalla finestra come ho fatto da tempo con GT ma continuerò a giocarci.
Lo trovo anche piuttosto divertente, tutto sommato.
Ma veniamo alle magagne.
Già a difficoltà intermedia si nota chiaramente che la CPU bara a più non posso. C'era qualcuno qui che diceva che forse PES5 pilota un po' le gare. Ebbene, PES5 non solo pilota, ma pilota alla grande, un po' come Shumacher o come Alonso, ma, potrei dire tranquillamente, anche come Chuck Yeager, date le indiscutibili doti di pilotaggio che si vedono nelle partite.
Prendiamo i rimpalli: la probabilità che un rimpallo sia favorevole all'umano sono più o meno pari a quelle di far arrivare una sonda in orbita ad una stella proprio nel momento in cui sta per trasformarsi in supernova. Se uno dei nostri beoti in mutande inciampa leggermente, il pallone sarà immancabilmente preda del beota pilotato dalla cpu, che avrà per l'occasione gambe e braccia lunghissime e con appendici prensili a mò di protoscimmia. Basterà non solo un piede od un ginocchio, ma anche un orecchio, un'unghia non tagliata, un foruncolo, un sopracciglio o anche solo uno sguardo intenso dell'avversario per deviare consistentemente la palla e mandarla quasi sempre tra le zampe pelose di un beota compagno di maglia.
Quando ci troviamo nella beot-area avversaria, tutti i difensori controllati dalla cpu sono dei mostri disumani di bravura incapaci di commettere il più piccolo errore, salvo poi piantarsi come dei beoti quali sono quando si va per linee orizzontali, nel qual caso i difensori avversari si impappineranno spesso e volentieri e anche gli uni con gli altri. Aaaah, i chilometri palla al piede che ho percorso sulla linea dell'area avversaria...
Ma andiamo avanti: i contrasti. Sembra che, per un inspiegabile mistero dell'evoluzione, i beoti smutandati della cpu abbiano delle facoltà motorie immensamente superiori ai beoti controllati dall'essere umano. Infatti gli omini di neanderthal che comandiamo noi, dopo un contrasto, possono arrivare ad impiegare anche un'era geologica per voltarsi, al chè la protoscimmia della cpu sarà ben lontana e diretta verso la propria camera dell'ospizio (essendo passati decenni tra il contrasto ed il momento in cui il nostro ominide finisce di voltarsi per rincorrere il bonobo avversario). Ma non finisce qui. Eh no, perché i macachi della cpu non entrano praticamente mai in scivolata, cosa che invece nel calcio del mondo reale è piuttosto frequente, e che, di conseguenza facciamo frequentemente anche nel mondo simulato facendo andare in tackle scivolato i nostri beneamati mutandari. E qui sta l'inghippo. Infatti nella maggioranza dei casi, una scivolata di un nostro orango ai danni di un australopithecus avversario si risolve in
- una punizione contro di noi;
- una punizione contro di noi corredata da cartellino giallo;
- una deviazione che sembra generata da una forza pari a quella generata da un organismo monocellulare ciliato (o paramecio) finendo quindi immediatamente preda del bradipo avversario (che, lo ricordiamo, ha la capacità di voltarsi alla stregua di un T1000, facendo quindi scomparire le proprie estremità da un lato del corpo e facendole riapparire dall'altro senza bisogni di movimento e rimanendo sul posto);
- un rimpallo od una deviazione che, incredibile dictu, finirà tra le zampe calamitate (e qui il parallelo tra gli elettromagneti a bordo pista di GT e le calamite negli scarpini di PES ci sta tutto) del mandrillo avversario;
- un fallo laterale/di fondo a nostro sfavore.
Solamente in rarissime ed incredibili circostanze un tackle scivolato porterà ad acquisire il possesso di palla.
Passiamo dunque ai falli. E' incredibile come i cartellini gialli fiocchino come coriandoli quando il beota smutandato col fischietto deve ammonire uno dei nostri ma, sempre per uno di quei casi fortuiti voluti dagli dei (che esista un'implementazione di moggi annidata nel codice di PES?), l'ammonizione non venga MAI comminata al beota comandato dalla cpu. MMMBBBhaaa.
E passiamo dunque alla parte più succosa ovvero alla "Sindrome di Gran Turismo". Abbiamo già detto che la cpu bara in maniera invereconda, ma il momento in cui ci si rende conto in maniera lampante di tale scorrettezza del tizio di silicio, sono i minuti finali quando si è in vantaggio di un solo goal. In certe occasioni togliere palla agli scimpanzè avversari si rivela un'impresa più ardua di riuscire a trovare le armi di distruzione di massa in Iraq. Da scimmie gli avversari si trasformano in mastini assetati di sangue ed inarrestabili che, in barba alle leggi della fisica, spesso andranno a segnare dopo improbabili pantomime acrobatiche durante gli ultimi secondi disponibili. Il lancio della console con annesso cd di PES dal terzo piano sembrerebbe d'obbligo, ma non lo è se si tiene a mente che Konami, al contrario di Polyphony Digital, non ha sottotitolato il gioco con "The real soccer simulator".
In conclusione, il giochino racchiude innumerevoli vaccate, ma è divertente e, soprattutto, non sottotitolato, di conseguenza continuerò a giocarci.
Ovviamente scriverò altre chicche man mano che ne scoprirò/mi verranno in mente.
A presto.