Gil-galad, Re degli Elfi ha scritto dom, 14 dicembre 2003 alle 15:46
Automatic Jack ha scritto dom, 14 dicembre 2003 alle 11:21
Esistono anche proiettili esplosivi per fucili normali, sono in uso dalla prima guerra mondiale (ne parla anche Emilio Lussu in "Un anno sull'Altipiano" ) ma sono stati vietati dalla convenzione di ginevra, percui non sono molto noti.
Hai ragione, mi ero dimenticato completamente delle pallottole dum-dum
Precisazione: quello che ha descritto Jack con molta accuratezza non è un'arma a carica cava, ma una sottocategoria di esse che sono appunto le armi a proietto autoforgiante.
Le cariche cave "classiche" infatti non contengono un bicchiere di tungsteno o altra lega ad alta resistenza che viene poi forgiata dall'esplosione in un dardo solido, quanto piuttosto un core di materiali meno pregiati.
Questi materiali come risultante dell'esplosione vengono liquefatti e sparati ad altissima pressione verso il bersaglio, perforandolo in virtù soprattutto dell'alta temperatura con la quale letteralmente fondono le pareti del veicolo.
Queste armi (meglio conosciute come HEAT, Heavy Explosive Anti-Tank) vennero introdotte per la prima volta su larga scala durante la seconda guerra mondiale come sistema controcarro a breve raggio per la fanteria (vedi i vari Bazooka, PIAT e Panzerfaust e il moderno RPG-7) e furono poi radicalmente migliorate negli anni '60 montandole su un missile filoguidato che permetteva loro di raggiungere gittate anche di un chilometro, come ebbero a sperimentare duramente gli Israeliani durante la guerra dello Yom Kippur del '73.
Visti i risultati raggiunti non sorprende che durante tutti gli anni '70 ci sia stata una corsa continua allo sviluppo di armi in grado di batterle, corsa che portò da una parte allo sviluppo della corazza reattiva (inventata dagli israeliani e migliorata dai Sovietici) e della cosiddetta corazza composita o CHOBAM (dal nome del centro di ricerche inglese dove venne sviluppata) dall'altra.